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Ucraina, Zelensky: "Resistiamo all'assalto di 50mila russi nel Kursk"

Nel Donetsk le forze di Mosca premono senza sosta, ma il leader ucraino non ha intenzione di abbandonare le posizioni

Volodymyr Zelensky - Fotogramma /Ipa
Volodymyr Zelensky - Fotogramma /Ipa
12 novembre 2024 | 00.02
LETTURA: 3 minuti

"Stiamo resistendo a 50mila soldati russi nel Kursk". L'Ucraina si difende nel territorio della Russia, dice il presidente Volodymyr Zelensky, e non ha intenzione di abbandonare le posizioni nonostante la guerra si sviluppi soprattutto nel Donetsk, dove le forze di Mosca premono senza sosta. E' una strategia ponderata e valutata, dice il leader ucraino, convinto della necessità di mantenere le posizioni.

Le truppe ucraine hanno varcato il confine e invaso la regione di Kursk all'inizio di agosto, In 3 mesi, la Russia ha recuperato parte del territorio ma non ha ripreso il controllo totale della regione, nella quale dovrebbero entrare in scena anche i soldati nordcoreani che Kim Jong-un ha messo a disposizione di Vladimir Putin.

Nel Kursk, secondo analisi di esperti e think tank che monitorano il conflitto, l'Ucraina ha inviato brigate di primissimo livello. Tale decisione rischia di scoprire altre zone del fronte, in particolare nel Donetsk. Zelensky, però, difende la strategia.

L'operazione nel Kursk

"I nostri ragazzi bloccano un raggruppamento abbastanza significativo di truppe russe: 50.000 uomini dell'esercito occupante, che, grazie all'operazione Kursk, non possono essere destinati verso altre direzioni per attacchi russi sul nostro territorio. Apprezziamo molto il coraggio di tutti i nostri soldati, di ogni unità coinvolta in queste battaglie", dice il presidente, che rinnova il pressing sui partner occidentali, in primis sugli Stati Uniti che tra poche settimane saranno ufficialmente guidati dal presidente Donald Trump.

"Tutte le nostre forze che colpiscono le basi russe, la logistica e le retrovie. Gli attacchi contro gli arsenali russi hanno ridotto la quantità di artiglieria usata dall'occupante e questo è evidente sul fronte. Ecco perché abbiamo bisogno di soluzioni a lungo raggio dai nostri partner: dall'America, dalla Gran Bretagna, dalla Germania. E' di vitale importanza. Più lontano possono arrivare i nostri missili e i nostri droni, meno reale potenza di fuoco avrà la Russia", dice Zelensky.

Il pressing sugli alleati

Il messaggio pare diretto in particolare a Joe Biden, presidente uscente degli Stati Uniti. Prima di lasciare la Casa Bianca, Biden potrebbe dare il via libera a Kiev per usare i missili a lungo raggio per colpire obiettivi militari in territorio russo. L'ok potrebbe costituire un paletto difficile da rimuovere per Donald Trump che si appresta a irrompere sulla scena dopo la vittoria nelle elezioni americane e, tra news e smentite sui contatti diretti con il presidente russo Vladimir Putin, proverà a svolgere il ruolo di mediatore per porre fine alla guerra.

"Tra poco la guerra finisce"

L'avvento di Trump, che si insedierà a gennaio, cambierà ulteriormente il quadro complessivo. Zelensky, pertanto, è consapevole che le prossime settimane saranno determinanti per conquistare o consolidare posizioni che poi potrebbero risultare preziosi all'eventuale tavolo delle trattative.

Ecco perché i soldati ucraini non mollano Kursk, sebbene l'operazione non pare destinata a produrre ulteriori sfondamenti in territorio russo. "L'inverno sarà un momento critico, si spera che la guerra stia arrivando alla fine -dice una fonte di Kiev, come riferisce la stampa britannica-. Adesso si definiscono le posizioni di partenza nelle trattative".

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