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Ucraina, Zelensky: "Summit Svizzera primo passo verso pace giusta"

Il presidente ucraino: "Siamo riusciti a riunire, per ora, 101 Paesi e organizzazioni internazionali". Russia e Cina non ci sono. Da Usa nuovi aiuti: 1,5 miliardi di dollari per energia e assistenza a civili

Al via in Svizzera summit per la pace in Ucraina
Al via in Svizzera summit per la pace in Ucraina
15 giugno 2024 | 09.58
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Con il summit sulla pace in Ucraina al Buergenstock, nella Svizzera centrale, "insieme, stiamo facendo il primo passo verso una pace giusta basata sulla Carta delle Nazioni Unite e sui principi fondamentali del diritto internazionale". Così via social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, arrivato intorno a mezzogiorno nel resort affacciato sul Lago dei Quattro Cantoni nel territorio comunale di Stansstad (Canton Nidvaldo), dove si tiene il vertice organizzato dal governo svizzero.

"Siamo riusciti a riportare nel mondo l'idea che gli sforzi congiunti possono fermare la guerra e stabilire una pace giusta. Questa idea funzionerà sicuramente, perché il mondo ha potere", ha detto poi il presidente ucraino inaugurando il summit.

"Siamo riusciti a riunire, per ora, 101 Paesi e organizzazioni internazionali - ha continuato Zelensky - è il numero di partecipanti che si è registrato qui in Svizzera, per il primo vertice di pace inaugurale. Alcuni altri Paesi e leader hanno mostrato interesse per il nostro vertice e hanno risposto all'impulso pacificatore del formula di pace, anche se oggi non sono presenti al primo vertice".

"Ringrazio ognuno di voi, che ha contribuito alla formula della pace - ha proseguito - che è stata presentata all'incontro del G20 in Indonesia. Si sono svolti quattro incontri di consiglieri per la sicurezza nazionale: ogni incontro ha avvicinato il mondo a questo vertice". Zelensky ha citato gli incontri di Copenhagen, in Danimarca; di Gedda, in Arabia Saudita; di Malta e infine di Davos. "E' stato dopo quell'incontro che è diventato chiaro, durante la mia visita in Svizzera, che eravamo pronti" per il summit che si tiene oggi e domani in un resort con vista sul Lago dei Quattro Cantoni (o Lago di Lucerna).

Assenti Russia e Cina

Tuttavia, la ‘conferenza di pace’ in terra elvetica parte azzoppata dal mancato invito alla Russia, uno dei due belligeranti, e soprattutto dall’assenza della Cina, che è un partner fondamentale per Mosca: senza i microchip cinesi l’apparato militare-industriale russo avrebbe molte più difficoltà ad alimentare la continuazione della guerra in Ucraina. Un’altra defezione pesante è arrivata ieri: quella del presidente brasiliano Inacio Lula da Silva, che notoriamente non nutre grande simpatia per Zelensky.

Harris annuncia 1,5 mld dollari per energia e assistenza a civili

La vice presidente degli Stati Uniti, Kamala Harris, ha annunciato nuovi aiuti all'Ucraina per oltre 1,5 miliardi di dollari attraverso Usaid ed il Dipartimento di Stato. Stando a una nota della Casa Bianca, 500 milioni di dollari sono stati stanziati per l'assistenza energetica e altri 324 milioni di fondi precedentemente annunciati sono stati reindirizzati verso il fabbisogno energetico di emergenza dell'Ucraina. Questo denaro servirà a riparare le infrastrutture energetiche danneggiate dagli ultimi attacchi russi, ampliare la produzione di energia, incoraggiare gli investimenti del settore privato e proteggere le infrastrutture.

Harris, che oggi avrà un nuovo faccia a faccia con Zelensky, ha annunciato anche 379 milioni di dollari in assistenza umanitaria per aiutare a rispondere ai bisogni urgenti dei rifugiati, degli sfollati interni e delle comunità colpite dal conflitto. In collaborazione con il Congresso, infine, il Dipartimento di Stato prevede di fornire ulteriori 300 milioni di dollari in assistenza per aiutare le guardie di frontiera ucraine e le forze dell'ordine a operare in sicurezza in prima linea.

L'offerta di Putin

Intanto ieri, alla vigilia della conferenza, il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto all'Ucraina, in pratica, di arrendersi, ritirando le sue truppe dal sud e dall'est del Paese e di rinunciare ad aderire alla Nato. Per Putin, Kiev dovrebbe abbandonare le regioni di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, malgrado la Russia non controlli interamente nessuna delle quattro. Richieste che Zelensky ha paragonato agli "ultimatum che Adolf Hitler lanciava ai Paesi che era prossimo a conquistare, respingendo l'"ultimatum". Non esattamente uno scambio che faccia presagire una pace imminente.

Già in passato, e più di una volta, il presidente russo ha prospettato l'ipotesi di arrivare a una soluzione negoziale. In realtà, Mosca ha sempre posto basi inaccettabili per l'Ucraina, a partire dalla rinuncia di Kiev ai propri territori. Ora, mentre Zelensky in Svizzera accoglie 90 leader per una conferenza sulla pace, Putin si riprende una parte del palcoscenico. La proposta di tregua diventa l'assist per ulteriori riflessioni e osservazioni di analisti ed esperti. L'Institute for the study of war (Isw), think tank americano che monitora l'andamento del conflitto iniziato a febbraio 2022, evidenzia che la proposta di Putin non può essere ritenuta credibile per una serie di motivi.

Borrell: "Russia aggressore, non interessata a pace"

La "continua aggressione della Russia contro l’Ucraina" dimostra che Mosca non ha "alcun reale interesse nella pace. Le richieste inaccettabili di Vladimir Putin mirano a legittimare l’invasione e a minare gli sforzi di pace, mentre la Russia si riarma e si prepara per una lunga guerra", ha detto via social l'Alto rappresentante dell'Ue Josep Borrell secondo il quale "l'aggressore non può dettare le condizioni per il cessate il fuoco. La Carta delle Nazioni Unite e la Risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite per una pace globale, giusta e duratura in Ucraina, sostenuta da 141 Paesi, traducono in pratica i principi della Carta delle Nazioni Unite. Sono ansioso di partecipare al prossimo summit per la pace, che riaffermerà questo concetto".

I Paesi invitati

I Paesi invitati al summit - che si tiene al Buergenstock, un resort con due hotel a cinque stelle, ristoranti e spa appollaiato sulle alture sopra Obbuergen, nel Canton Nidvaldo - sono stati circa 160. La conferenza del Buergenstock, luogo scelto perché può essere messo facilmente in sicurezza, pur essendo agevolmente raggiungibile (non questo weekend), arriva dopo che la guerra su larga scala in Ucraina è in corso da oltre due anni e poco dopo che i russi hanno scatenato, dal 10 maggio scorso, un’offensiva nell’oblast di Kharkiv, che tuttavia sembra aver perso slancio. La Russia, ha riconosciuto un alto ufficiale della Nato, ha compiuto qualche progresso nell’oblast di Kharkiv, ma con costi umani enormi: secondo la fonte, in maggio probabilmente le perdite russe sarebbero ammontate in media a circa “mille” uomini al giorno, un numero “astronomico”.

In generale, la Russia mantiene un “vantaggio quantitativo” nei confronti dell’Ucraina in “munizioni e uomini”. Per ora, comunque, le mancano munizioni e unità di manovra in quantità sufficiente da poter compiere progressi “significativi”. E la ripresa delle forniture di armi da parte dell’Occidente, dopo che gli Usa e L’Ue sono riuscite a superare temporaneamente le proprie difficoltà politiche interne, ha fatto davvero “la differenza” sul campo. L’ufficiale, però, ha invitato a non farsi illusioni: la Nato si aspetta un intensificazione delle operazioni militari nelle prossime settimane, “specialmente a ridosso del summit di Washington”. In una guerra di attrito, la Russia mantiene un vantaggio naturale sull’Ucraina, essendo molto più grande e più popolata: non solo, può agevolmente bombardare gli impianti industriali ucraini, mentre Kiev ha molta più difficoltà a fare lo stesso con quelli russi. La fonte ha invitato a prepararsi per una “guerra lunga”.

Per questo la Nato intende rendere strutturali gli aiuti militari a Kiev, per almeno 40 mld di euro l’anno. L’Italia, per bocca del ministro della Difesa Guido Crosetto, si è opposta, malgrado continui a inviare aiuti militari e stia preparando il nono pacchetto per Kiev. Il ministro ha fatto notare che già oggi, con il nuovo patto di stabilità, per il nostro Paese è “problematico” rispettare il target del 2% del Pil destinato alla difesa, che avrebbe dovuto raggiungere quest’anno, in base agli impegni presi nel 2014. “Non possiamo aggiungere altri obiettivi ambiziosi, anche perché non ho l'abitudine di prendere impegni che poi so di non poter rispettare”, ha aggiunto Crosetto, notando, non per la prima volta, che sarebbe il caso di coordinare le politiche Nato con quelle che si decidono a livello Ue, dove la riforma del patto di stabilità proposta dalla Commissione è stata notevolmente irrigidita per volontà della Germania.

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