Il segretario generale della Nato avverte: "Aspettiamoci altri attacchi, Putin sta fallendo"
La Nato "continuerà a stare a fianco dell'Ucraina per tutto il tempo necessario. Non arretreremo". Lo assicura il segretario generale Jens Stoltenberg, intervenendo ad un convegno a Bucarest prima della ministeriale Esteri, sottolineando che sostenere Kiev nella guerra scatenata dalla Russia, continua, "è nell'interesse di sicurezza a lungo termine della Nato".
"Non può esserci pace duratura, se l'oppressione e l'autocrazia prevalgono sulla libertà e la democrazia. Sappiamo che la maggior parte delle guerre finisce al tavolo negoziale, ma quello che succede al tavolo è inestricabilmente legato a quello che succede sul campo di battaglia. Quindi, per creare le condizioni per una pace duratura che assicuri che l'Ucraina prevalga come Stato indipendente e sovrano, dobbiamo continuare a fornire sostegno militare all'Ucraina", afferma.
Secondo Stoltenberg "ci possiamo aspettare altri attacchi" dalla Russia contro l'Ucraina, "perché il presidente Putin sta fallendo. Il fatto che abbiano dovuto cedere terreno, ritirandosi dai dintorni di Kiev, intorno a Kharkiv e cedendo Kherson è un segno di debolezza, il segno che la Russia sta fallendo sul campo di battaglia". "In risposta - continua Stoltenberg - stanno attaccando obiettivi civili, perché non sono in grado di conquistare territori. Ci possiamo aspettare altri attacchi: non sappiamo quanti esattamente, ma il presidente Putin e la Russia hanno dimostrato la volontà di infliggere sofferenze e un livello di brutalità che non si vedeva in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale", conclude.
"Abbiamo preso decisioni sulla membership dell'Ucraina e della Georgia nel 2008, ricordo molto bene quel vertice. Da allora abbiamo rafforzato i rapporti" con Tbilisi e Kiev. "Mi aspetto che i ministri degli Esteri oggi e domani ribadiscano" il concetto che "la porta della Nato è aperta". "Lo abbiamo dimostrato consentendo a Macedonia e Montenegro di diventare membri, ora Finlandia e Svezia" stanno per entrare nell'Alleanza. "Sull'Ucraina abbiamo dichiarato che diventerà un membro della Nato. Mi aspetto che i ministri reiterino questa posizione", conclude.
Stoltenberg ricorda che il sostegno militare dei Paesi della Nato all'Ucraina "non è iniziato nel febbraio di quest'anno. Nel 2014 nel centro di addestramento di Yavoriv, che è stato bombardato" dai russi nelle prime fasi della guerra, "ho visto militari canadesi e statunitensi addestrare militari ucraini". Ed è per questo che, quando la Russia ha lanciato l'invasione, "le truppe ucraine erano molto meglio addestrate, in grado di contrattaccare". La Nato "è pronta a difendere ogni centimetro quadrato di territorio alleato", ha poi aggiunto.
"La Russia sta usando l'inverno come arma di guerra, cosa che provoca molta sofferenza nel popolo ucraino". Anche per questo "continueremo a fornire sostegno senza precedenti all'Ucraina". "Sono certo" che il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba oggi a Bucarest "sottolineerà la necessità di accelerare negli aiuti per quanto riguarda la ricostruzione delle infrastrutture energetiche dell'Ucraina", in particolare "le reti elettriche e del gas", prese di mira dall'artiglieria russa.
"Gli ucraini sono in grado di abbattere molti missili e droni, ma non tutti quelli che arrivano - continua il segretario generale - questi attacchi hanno prodotto danni significativi. Abbiamo visto tutti le foto satellitari che mostrano l'Europa illuminata e l'Ucraina oscura: questo riflette le enormi conseguenze" degli attacchi russi sulle infrastrutture civili ucraine. Quindi c'è "un enorme lavoro da fare" per "ricostruire" le reti danneggiate.
E' "doloroso - aggiunge Stoltenberg - vedere la distruzione" provocata dagli attacchi russi "ai danni delle infrastrutture civili ucraine. Mi aspetto che qui a Bucarest i ministri diano il messaggio che dobbiamo fare di più per aiutare l'Ucraina a riparare le distruzioni" provocate dagli attacchi alle "infrastrutture critiche", ma anche "contro gli attacchi stessi, fornendo più sistemi per la difesa aerea", in parte "fornendo nuovi sistemi di difesa", in parte "assicurando che i sistemi che abbiamo già fornito" funzionino, provvedendo a inviare "pezzi di ricambio e munizioni" a Kiev, conclude.