ORE 14.35 - Recep Tayyip Erdogan torna a parlare della volontà di organizzare un incontro in Turchia tra i presidenti di Russia e Ucraina, Vladimir Putin e Volodomyr Zelensky. "Siamo in contatto con Putin e anche con Zelensky", ha detto il leader turco, sul volo di rientro dagli Emirati Arabi Uniti. "Avrò uno scambio con Putin per valutare cosa ne pensa di un trilaterale con Zelensky. Andremo avanti in base a questo", ha aggiunto Erdogan nelle dichiarazioni riportate oggi dall'agenzia Anadolu. "Nel nostro incontro - ha affermato - Zelensky ha detto di essere disponibile a un trilaterale a Istanbul o Ankara". "Una guerra - ha proseguito - non promette nulla di buono per il bene della regione".
ORE 14.15 - Se Vladimir Putin accoglierà l'appello della Duma "a riconoscere le cosiddette repubblica di Donetsk e Luhansk come indipendenti", questo "equivarrà ad un rifiuto degli impegni degli accordi di Minsk, che fissano il processo per una piena reintegrazione politica, sociale ed economica di queste parti della regione ucraina del Donbas controllate dalle forza guidata dalla Russia e alleati politici dal 2014". E' quanto afferma il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, aggiungendo che questo "minerebbe ulteriormente la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina, costituendo una grande violazione del diritto internazionale".
Ore 13.45 - Il leader cinese Xi Jinping sollecita "le parti" al "dialogo" per risolvere la crisi in Ucraina con una "soluzione politica". Lo riferisce l'agenzia cinese Xinhua secondo cui Xi ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron e ha invitato tutte le parti coinvolte al "dialogo", sfruttando "pienamente piattaforme multilaterali, compreso il formato Normandia". A inizio febbraio Xi aveva accolto a Pechino il presidente russo Vladimir Putin.
ORE 13.15 - "Ci sono dei problemi con la valutazione della situazione da parte della Nato". Così il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, afferma che è sbagliata, secondo quanto riferisce l'agenzia Interfax, l'analisi della Nato sui movimenti di truppe al confine con l'Ucraina. La dichiarazione arriva dopo questa mattina il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto che l'Alleanza "non ha riscontrato nessuna de-escalation sul terreno" nonostante gli annunci russi riguardo al ritiro di alcune unità militari.
Ore 12.25 - ''A dire la verità, non abbiamo ancora visto alcun ritiro'' da parte della truppe russe. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Bbc, dicendo che del ritiro russo ''ne abbiamo solo sentito parlare''. Intervistato in un campo di addestramento militare nell'Ucraina occidentale, Zelensky ha aggiunto che quando le truppe russe si ritireranno ''lo vedranno tutti, non solo l'esercito. Ma per ora sono solo parole''.
ORE 12- La Cina accusa gli Stati Uniti di aver "gonfiato la minaccia della guerra" in Ucraina negli ultimi giorni "creando un clima di tensione". Questo - ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin - ha "avuto un grave impatto sull'economia, la stabilità sociale e le vite dei cittadini dell'Ucraina e ostacola il dialogo e i negoziati tra le parti".
ORE 11.40 - ''La politica delle porte aperte'' dell'Alleanza ''si traduce in una sconsiderata espansione della Nato a est, creando minacce dirette alla sicurezza della Federazione russa''. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov al termine di un incontro nel formato "2 + 2" con la partecipazione dei ministri degli Esteri e della Difesa di Russia e Brasile. Citato dall'agenzia di stampa Ria Novosti, Lavrov ha anche sottolineato che si tratta di una ''violazione di tutte le norme giuridiche, di tutti gli obblighi politici''.
ORE 11.20 - ''Mosca vede come un segnale positivo la disponibilità a negoziare seriamente espressa dal presidente americano Joe Biden''. E' quanto si legge in una nota diffusa dal Cremlino, dove si spiega che il presidente russo Vladimir Putin è a favore di negoziati e alla diplomazia per risolvere le tensioni con l'Ucraina. Esprimendo apprezzamento per il fatto che Biden si sia rivolto direttamente al popolo russo durante il suo discorso televisivo, il Cremlino ha però aggiunto che ''sarebbe stato meglio che si fosse rivolto agli ucraini e avesse detto loro di non spararsi reciprocamente''. ''Non è previsto'' che il presidente russo Vladimir Putin risponda al discorso televisivo del presidente americano Joe Biden, ha poi detto il portavoce del Cremlino Dmitriy Peskov.
ORE 11.10 - ''La Russia non ha nulla a che vedere con l'attacco informatico al sito del ministero della Difesa ucraino''. Lo ha dichiarato il Cremlino in una nota dopo che questa mattina il ministero della Difesa di Kiev aveva parlato di attacco informatico ''senza precedenti'' contro il proprio sito Internet.