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Putin riconosce Donbass: "Ucraina minaccia per Russia"

Il presidente russo: "Kiev cessi ostilità o responsabilità ricadrà su leadership". "Delusione" di Macron e Scholz. Von der Leyen e Michel: "Violato diritto internazionale, reagiremo uniti". La reazione Usa, le parole di Di Maio

Afp
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21 febbraio 2022 | 19.24
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Crisi Ucraina-Russia, il presidente russo Vladimir Putin ha riconosciuto le repubbliche filo russe del Donbass, Lugansk e Donetsk. Putin ha quindi chiesto a Kiev di cessare "immediatamente" le ostilità nel Donbass orientale o la "responsabilità ricadrà sulla leadership del Paese". Putin ha quindi ordinato alle forze russe di svolgere un ruolo di peacekeeping nelle regioni separatiste, riportano i media russi.

"La situazione in Donbass è diventata estremamente critica. Mi rivolgo a voi per informarvi su quali saranno le prossime azioni in questa situazione. L'Ucraina è parte integrante della nostra storia, della nostra cultura. Ci sono legami molto forti dal punto di vista familiare e storico. Gli ucraini stessi si considerano parte della Russia, siamo uniti da sempre", ha detto il presidente russo aprendo il discorso alla nazione dopo il riconoscimento. "E' importante capire cosa sta succedendo oggi e quali sono gli obiettivi che ci siamo posti", dice il presidente, nella giornata cruciale della crisi tra Russia e Ucraina, ripercorrendo tappe e momenti chiave nella storia a partire dalla Rivoluzione del 1917, passando per la Seconda Guerra Mondiale. Dalle decisioni di Lenin prima e Stalin poi, Putin accenna ai nodi della storia sovietica. "L'Ucraina sovrana è stata creata da Lenin, è stato lui l'architetto", dice Putin. "Noi siamo pronti a mostrarvi cosa significa liberare completamente l'Ucraina".

"Abbiamo aiutato l'Ucraina a pagare i suoi debiti, eravamo pronti ad accollarci tutti i debiti nel 2017. L'Ucraina avrebbe dovuto rinunciare ad alcuni asset, Kiev non ha voluto ratificare questi accordi. La Russia è sempre stata pronta a cooperare, abbiamo collaborato sul campo. Sembrava che le autorità ucraine avessero deciso di agire per ottenere vantaggi senza assumersi responsabilità. Ricordiamo le minacce permanenti delle autorità ucraine in materia di energia, cercavano una corsia preferenziale", prosegue Putin, mentre le autorità ucraine "continuano a ricattarci".

"Kiev ha rifiutato di riconoscere i nostri legami storici e le tradizioni dei russi che vivono in Ucraina, nel paese è montata un'ondata di nazionalismo con rivendicazioni nei confronti della Russia. E' importante comprendere - continua il presidente russo - che l'Ucraina non ha mai avuto una tradizione coerente" con l'identità "di una nazione, non ha fatto altro che seguire modelli esteri senza difendere gli interessi dei cittadini. In Ucraina, le autorità hanno preso il potere solo sulla base di idee populiste: poi, hanno sempre fatto un passo indietro rispetto alle promesse fatte alla popolazione. Chi è arrivato al potere ha fatto solo i propri interessi: gli ucraini non possono dire di aver vissuto in una nazione stabile, sono stati governati da oligarchi concentrati sui propri interessi e interessati a dividere l'Ucraina dalla Russia, ricevendo sostegno dagli Stati Uniti. Milioni di dollari sono finiti nei conti correnti degli oligarchi, i cittadini hanno continuato a soffrire", afferma il presidente russo.

"L'eredità lasciata dall'impero russo è stata totalmente calpestata. Kiev si sta preparando a distruggere le chiese russe, la Russia è diventata un obiettivo comune di una campagna in cui è coinvolta anche la religione. L'Ucraina sta cercando di entrare in conflitto con noi, ci sono terroristi nel paese che vengono sostenuti e incoraggiati dalla comunità internazionale. Abbiamo sentito - incalza Putin - dichiarazioni sul fatto che l'Ucraina avrebbe intenzione di creare armi nucleari proprie, è solo questione di tempo. In altre parole, per l'Ucraina sarà più facile utilizzare la paura generata dalle armi nucleari per alimentare la tensione. Se Kiev dovesse entrare in possesso di armi di distruzione di massa, la situazione mondiale cambierebbe in modo drammatico. Nel corso degli ultimi mesi, le armi occidentali sono arrivate in Ucraina con un flusso continuo. Contingenti militari della Nato sono stati inviati nel paese, il quartier generale della Nato comanda direttamente militari che si trovano sul suolo ucraino. Nell'Ovest del Paese ci sono esercitazioni militari, chiaramente l'obiettivo è colpire la Russia. Sono in corso almeno 10 di queste esercitazioni, i contingenti Nato potrebbero crescere rapidamente", prosegue Putin.

"Il governo americano - aggiunge - non ha escluso la possibilità di un ingresso dell'Ucraina nella Nato. Arriverà un momento in cui questo succederà e la Nato non sarà più soltanto un'alleanza difensiva. Nel 1990, secondo un documento ufficiale della Nato, si diceva che l'alleanza non si sarebbe allargata a Est: parole vuote, è successo esattamente il contrario. Nel 1999 la Polonia, l'Ungheria e la Repubblica Ceca sono state incluse. Poi un'altra apertura verso le Repubbliche Baltiche. Le infrastrutture militari sono arrivate alle porte della Russia, con effetti negativi su tutta l'architettura della sicurezza europea: è stato un errore strategico", dice Putin riferendosi al tema Nato e allargando il discorso alla dotazione di missili Usa "capaci di colpire ovunque, anche sott'acqua".

"In alcuni documenti ufficiali è scritto che la Russia è il nemico numero 1 dell'alleanza atlantica. Molti non ci credevano, ora evidentemente dobbiamo crederci", prosegue. "La capacità offensiva della Nato è enormemente aumentata, con un dispiegamento di forze attorno alla Russia, con una serie di infrastrutture proprio in Ucraina", ribadisce. "Se questo è il modo in cui vogliono agire sul territorio ucraino, allora l'obiettivo siamo noi. I missili ci metterebbero 30 secondi a colpire Mosca", sostiene Putin.

"Il cosiddetto mondo civilizzato preferisce ignorare il genocidio commesso da Kiev nel Donbass", ha poi denunciato Putin, secondo cui sarebbero coinvolte 4 milioni di persone.

Al termine del suo lungo discorso alla nazione, il presidente ha poi firmato il decreto di riconoscimento delle due autoproclamate repubbliche. La firma è avvenuta alla presenza dei due leader separatisti, Denis Pushilin e Leonid Pasechnik. "Ritengo sia necessario prendere una decisione che avrebbe dovuto essere presa tempo fa, per riconoscere immediatamente la sovranità e l'indipendenza della Repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk", ha detto Putin firmando il decreto.

Nel suo discorso alla nazione, Putin ha chiesto all'assemblea federale di ratificare il riconoscimento delle due repubbliche separatiste e i trattati di amicizia e mutua assistenza, documenti che "verranno preparati e firmati nel prossimo futuro". "Annunciando le decisioni prese oggi, sono fiducioso del sostegno dei cittadini della Russia e di tutte le forze patriottiche del paese. Grazie per l'attenzione", ha dichiarato Putin.

ZELENSKY SENTE BIDEN, PROCURA KIEV APRE INDAGINE PENALE SU PUTIN

"Ho discusso gli eventi delle ultime ore con il presidente degli Stati Uniti". Lo riferisce in un tweet il presidente ucraino Volodimyr Zelensky, annunciando l'inizio di una riunione del Consiglio per la Sicurezza nazionale e la Difesa. Zelensky riferisce inoltre di avere in programma anche un colloquio col premier britannico Boris Johnson. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, la telefonata tra Zelensky e Biden è durata 35 minuti, dalle 14.05 alle 14.40 ora locale.

Intanto il procuratore generale dell'Ucraina, Irina Venediktova, ha annunciato l'apertura di una indagine penale nei confronti del presidente russo Vladimir Putin per aver riconosciuto l'indipendenza delle due repubbliche separatiste del Donbass. Venediktova ha spiegato di agire sulla base dell'articolo 110 del codice penale ucraino, che sanziona "l'appello pubblico a perpetrare azioni deliberate per cambiare la frontiera del territorio dell'Ucraina da parte di rappresentanti dell'autorità". Le indagini sono rivolte anche al Consiglio di Sicurezza della Federazione russa.

LA REAZIONE USA: PRONTE SANZIONI

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden firmerà un ordine esecutivo che proibisce nuovi investimenti, commercio e finanziamenti da parte di cittadini statunitensi nelle o dalle cosiddette repubbliche di Donetsk e Luhansk. Lo comunica la Casa Bianca, secondo cui questo ordine darà anche l'autorità di "imporre sanzioni su ogni persona determinata a operare in quelle aree dell'Ucraina".

La nota precisa che "queste misure sono superate e saranno un aggiunta alle rapide e severe misure economiche che stiamo preparando in coordinamento con gli alleati e i partner se la Russia invaderà l'Ucraina".

Il riconoscimento da parte della Russia delle repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk "non rimarrà senza risposta", la posizione espressa da Stati Uniti, Germania e Francia, secondo quanto riporta una nota del governo tedesco, che dà notizia di una conversazione intercorsa tra Joe Biden, Olaf Scholz e Emmanuel Macron.

Biden, Scholz e Macron, si legge nella nota, "hanno convenuto che questo passo unilaterale da parte della Russia è una chiara violazione degli accordi di Minsk. Germania, Francia e Stati Uniti hanno condannato aspramente la decisione del presidente russo. Questo passo non rimarrà senza risposta". In una nota che riferisce della telefonata tra i tre leader, la Casa Bianca spiega anche che Biden, Scholz e Macron "hanno discusso di come continueranno a coordinare la loro risposta sui passi successivi".

DELUSIONE DI MACRON E SCHOLZ, IL TWEET DEL MINISTRO UCRAINO

Prima dell'annuncio, Putin ha telefonato al presidente francese Emmanuel Macron ed al cancelliere tedesco Olaf Scholz per informarli della decisione di firmare il decreto sul riconoscimento delle repubbliche di Donetsk e Luhansk. Lo rendo noto il Cremlino. Informati della decisione del presidente di "firmare a breve" il decreto per il riconoscimento, Macron e Scholz "hanno espresso delusione per questo sviluppo", ha riferito il Cremlino.

"Vladimir Putin li ha informati dei risultati dell'incontro allargato del Consiglio di sicurezza russo, che ha valutato l'attuale situazione sul Donbass, nel contesto della decisione della Duma sul riconoscimento di Donetsk e Luhansk", dopo gli appelli dei leader delle due Repubbliche "in relazione all'aggressione militare delle autorità ucraine, i bombardamenti massicci del Donbass, a causa dei quali la popolazione civile sta soffrendo", ha riferito il Cremlino. Che poi ha fatto stato della "delusione espressa" dal presidente francese e dal cancelliere tedesco, che hanno comunque indicato "la loro disponibilità a continuare i contatti".

Il presidente francese Emmanuel Macron ha poi condannato la decisione del presidente russo e ha chiesto la convocazione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. "Si tratta chiaramente di una violazione unilaterale degli impegni internazionali della Russia e di un attacco alla sovranità dell'Ucraina", ha denunciato Macron in una dichiarazione diffusa dall'Eliseo. Il presidente ha inoltre chiesto una "riunione di emergenza" del Consiglio di sicurezza dell'Onu, nonché l'adozione di specifiche sanzioni europee.

Anche il ministero degli Esteri tedesco ha condannato il riconoscimento russo delle due repubbliche separatiste, parlando di "duro colpo" agli sforzi diplomatici e di "violazione del diritto internazionale". Gli sforzi delle riunioni del Formato Normandia e dell'Osce "sono stati deliberatamente distrutti senza alcun motivo ragionevole", continua la dichiarazione, che condanna nei termini più decisi "la nuova violazione dell'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina". "La Germania è fermamente a fianco dell'Ucraina, con le sue frontiere riconosciute internazionalmente. Risponderemo a questa violazione del diritto internazionale. Siamo coordinati con i nostri partner", dice Berlino, esortando Mosca "a far marcia indietro e tornare alla risoluzione diplomatica e politica dei conflitti".

"Non solo l'Ucraina, ma il mondo intero segue attentamente le azioni russe rispetto al riconoscimento" delle autoproclamate repubbliche. "Tutti si rendono conto delle conseguenze. C'è molta emozione, ma è proprio ora che bisogna concentrarsi tutti con calma sugli sforzi di de-escalation. Non c'è altra via". Lo ha detto su Twitter il ministro ucraino degli Esteri Dmytro Kuleba.

UE: "VIOLATI ACCORDI, REAGIREMO UNITI". BORRELL: "QUALSIASI AGGRESSIONE AVRA' RISPOSTA FORTE"

"Il riconoscimento dei due territori separatisti in Ucraina è una palese violazione del diritto internazionale, dell'integrità territoriale dell'Ucraina e degli accordi di Minsk. L'Ue e i suoi partner reagiranno con unità, fermezza e determinazione in solidarietà con l'Ucraina". Così su twitter il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

"Qualsiasi aggressione all'Ucraina avrà una risposta forte da parte dell'Ue. Questo vale anche per la Bielorussia, se un attacco dovesse essere condotto a partire dal suo territorio o con il suo coinvolgimento". Lo sottolinea l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Affari Esteri.

"La Bielorussia - continua Borrell - è stata trascinata in questa crisi: sta perdendo la sua sovranità, con un dispiegamento non trasparente delle forze russe. La Bielorussia sta perdendo la sua neutralità nucleare, con un processo di 'satellitizzazione' rispetto alla Russia", conclude.

STOLTENBERG: "MOSCA SMETTA DI ALIMENTARE CONFLITTO"

"Condanno il riconoscimento russo di Donetsk e Luhansk in Ucraina. Intacca gli sforzi per risolvere il conflitto e viola gli accordi di Minsk. La Nato sostiene la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. Invitiamo Mosca a smettere di alimentare il conflitto e a scegliere la diplomazia". Cosi in un tweet il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

ONU: "VIOLAZIONE SOVRANITA' UCRAINA"

La decisione della Russia di riconoscere l'indipendenza dei territori separatisti ucraini "è una violazione dell'integrità territoriale e della sovranità dell'Ucraina". Lo afferma in una nota il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. È "incompatibile con i principi della Carta delle Nazioni Unite", ha aggiunto Guterres.

DI MAIO: "RICONOSCIMENTO OSTACOLO A SOLUZIONE DIPLOMATICA"

"La decisione delle autorità russe di riconoscere le cosiddette Repubbliche separatiste di Lughansk e Donetsk è da condannare in quanto contraria agli accordi di Minsk e costituisce un grave ostacolo nella ricerca di una soluzione diplomatica. L'Italia continua a sostenere l'integrità e la piena sovranità dell'Ucraina nei suoi confini internazionalmente riconosciuti". Così il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. "L'Italia rivolge un appello a tutte le parti perché si ritorni al tavolo negoziale nei formati appropriati, nella convinzione che iniziative unilaterali allontanano il raggiungimento di condizioni di stabilità e sicurezza nella regione. L'Italia è in costante contatto con i partner europei e atlantici per coordinare la risposta all'annuncio del Presidente della Federazione Russa". "Il governo italiano - annuncia - è pronto a riferire in Aula".

Immediate le reazioni delle forze politiche italiane, che hanno chiesto un'apposita seduta di Camera e Senato per discutere l'evolversi della situazione e conoscere gli orientamenti del Governo italiano. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ovviamente in queste ore sta seguendo gli sviluppi della crisi ed è pronto a riferire in Parlamento.

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