Medvedev avverte: "Minaccia nucleare non è bluff". Armi contro Russia, anche la Germania dice sì. Zelensky 'bacchetta' Biden: "Ritardo Usa su via libera ad uso armi è costato vite umane"
Il futuro dell'Ucraina? "E' nella Nato" e l'Alleanza è determinata a fare "progressi" su questo fronte. Così il segretario generale Jens Stoltenberg, oggi a Praga per una riunione informale dei ministri degli Esteri dei Paesi dell'Alleanza Atlantica. Per quanto riguarda invece il diritto all'autodifesa di Kiev questo "include colpire obiettivi militari legittimi in Russia". L'autodifesa, rimarca, "non è escalation, è diritto fondamentale".
"Vogliamo tutti fermare" la guerra in Ucraina, "ma il paradosso è che, meglio ci prepariamo per il lungo periodo, prima la guerra potrà finire", ha spiegato Stoltenberg al termine della Ministeriale Esteri convocata in vista del summit di Washington. "Le nostre discussioni - ha continuato - si sono incentrate sul sostegno all’Ucraina. La Russia deve capire che non può contare sui tempi lunghi. Oggi non sono state prese decisioni finali, ma abbiamo fatto progressi significativi su alcune questioni".
Innanzitutto sui "piani della Nato di svolgere un ruolo di maggiore coordinamento nella fornitura di attrezzature e nell'addestramento. Praticamente tutti gli aiuti militari all'Ucraina, il 99%, proviene dagli alleati della Nato. Quindi è logico che la Nato svolga un ruolo maggiore in questi sforzi: ciò ci consentirà di utilizzare le strutture della Nato per fornire sostegno su basi più solide, fornire maggiore prevedibilità a Kiev e affrontare le esigenze sia immediate che di lungo termine". Gli alleati Nato dovranno mantenere gli aiuti militari all'Ucraina a un livello di "almeno 40 miliardi di euro l'anno", per tutto il tempo necessario, è la proposta in vista del summit di Washington a luglio.
Difendendosi dagli attacchi russi l'Ucraina, lungi dal provocare una "escalation" del conflitto, non fa altro che esercitare un "diritto fondamentale", ha sottolineato Stoltenberg secondo il quale "l'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte della Russia ha dato inizio al conflitto più sanguinoso in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale".
"La Russia colpisce ospedali, scuole e centri commerciali - ha proseguito - la Russia bombarda le infrastrutture elettriche e idriche. La Russia uccide civili ucraini. L'Ucraina si sta difendendo dalla spaventosa brutalità russa, quindi sarò chiaro: la difesa non è un'escalation; l'autodifesa è un diritto fondamentale è sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. L'Ucraina ha il diritto e la responsabilità di proteggere il suo popolo e noi abbiamo il diritto di aiutare l'Ucraina a far valere il suo diritto all'autodifesa".
"Ovviamente - ha proseguito - alla Russia questo non piace. In ogni fase di questa guerra, la Russia si è lamentata di essere minacciata e spesso Vladimir Putin" ha tentato di dissuadere "gli alleati della Nato dal sostenere l’Ucraina. Ma noi non ci facciamo intimorire. La Russia è quella che attacca; la Russia è quella che sta intensificando" gli attacchi, "aprendo nuovi fronti nel regione di Kharkiv. Con l’evolversi della guerra, il nostro sostegno si è evoluto e continuerà ad evolversi. Sono lieto che gli alleati stiano fornendo diversi tipi di assistenza. Al vertice della Nato, il sostegno dell'Alleanza" a Kiev "verrà posto su una base solida, per il lungo termine", conclude.
Intanto, all'indomani delle notizie sul via libera degli Usa all'uso da parte di Kiev delle armi americane per colpire obiettivi militari di Mosca, il Cremlino si dice a conoscenza dei tentativi di colpire con le armi statunitensi obiettivi che si trovano in territorio russo. A dirlo è il portavoce Dmitry Peskov in un briefing: "Sappiamo che stanno già provando a effettuare attacchi sul territorio russo con armi di fabbricazione americana", ha spiegato rispondendo a una domanda della Tass. E sottolineando che ''si tratta di una prova del coinvolgimento americano nel conflitto''.
"La minaccia nucleare russa nei confronti dell'Ucraina non è un bluff o un'intimidazione". A dirlo su 'Telegram' è intanto il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev, mettendo in guardia dal rischio di ''calcolare male l'uso delle armi nucleari tattiche'' perché ''questo sarebbe fatale''.
Medvedev ha quindi sottolineato che ''non ha importanza quanto la Nato chiacchieri sul fatto che la Russia non utilizzerà mai armi nucleari contro l'Ucraina''.
Secondo Medvedev, il conflitto tra la Russia e l'Occidente si sta sviluppando secondo "lo scenario peggiore" e "nessuno può escludere che si possa arrivare all'ultima fase" perché si è verificata una "grave escalation". Secondo il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, "i Paesi occidentali che hanno approvato l'uso delle loro armi a lungo raggio contro il territorio russo devono comprendere che tutto il loro equipaggiamento militare e gli specialisti che combattono contro di noi saranno distrutti". Anche perché, prosegue, "non si tratta affatto di assistenza militare, ma di partecipazione a una guerra contro di noi". Per cui "tali azioni potrebbero diventare un casus belli".
Medvedev ha quindi affermato che "sia che si tratti di missili da crociera a lungo raggio o dell'invio di truppe in Ucraina", si è verificata una "grave escalation del conflitto" e "l'Ucraina e i Paesi della Nato riceveranno una risposta distruttiva".
Intanto anche la Germania dice sì a Kiev. Le armi che i tedeschi forniscono alle forze armate ucraine potranno infatti essere usate contro obiettivi militari in Russia, ha dichiarato il portavoce del governo tedesco Steffen Hebestreit, come riporta la Dpa.
Il ritardo di Joe Biden nel permettere l'uso di armi occidentali contro obiettivi in Russia ha lasciato le forze del Cremlino a ridere dell'Ucraina e a “cacciare” la sua gente, ha detto intanto Volodymyr Zelensky in un'intervista esclusiva al Guardian, aggiungendo che il ritardo della Casa Bianca è costato vite umane e ha esortato il presidente americano a superare le sue perenni preoccupazioni su una possibile “escalation” nucleare con Mosca.
Ieri, gli Stati Uniti per la prima volta avrebbero permesso che alcune armi di fabbricazione americana siano utilizzate dall’esercito ucraino per sparare all’interno della Russia in difesa della città di Kiev e Kharkiv. Il presidente ucraino ha chiarito che Kiev deve essere in grado di utilizzare armi “potenti” a lungo raggio in grado di colpire obiettivi all’interno del profondo territorio russo, una linea rossa che la Casa Bianca si è rifiutata di oltrepassare. Gli Stati Uniti, ha detto, devono “credere di più in noi”.
Senza questo via libera, secondo Zelensky, anche altri alleati, come il Regno Unito, potrebbero non consentire all’Ucraina di usare le sue armi a lungo raggio. “Credeteci, dobbiamo rispondere. Non capiscono altro che la forza. Non siamo né il primo né l’ultimo obiettivo”, ha detto della Russia.
Con il via libera Usa, in sostanza l'Ucraina può utilizzare armi americane solo per centrare obiettivi militari nella zona di confine in territorio russo. Resterebbe vietato l'impiego di missili Atacms, che possono centrare obiettivi a 300 km.
Almeno quattro persone hanno perso la vita e altre 25, tra cui due bambini, sono rimaste ferite a causa di un attacco missilistico russo su Kharkiv, nell'Ucraina nordorientale. Lo rende noto il governatore regionale Oleh Syniehubov spiegando che l'attacco sul distretto di Novobazarskyi è stato condotto con la tecnica della "doppia tappa", ossia un secondo raid sferrato dopo l'arrivo dei soccorritori sul sito del primo attacco.
Syniehubov teme che il bilancio potrebbe aggravarsi perché sotto le macerie degli edifici colpiti potrebbero esserci vittime.
Le forze ucraine hanno intanto colpito durante la notte con missili un traghetto e un deposito petrolifero a Port Kavkaz, nel Krasnodar, in Russia. Lo ha riferito lo Stato maggiore delle forze armate ucraine. Port Kavkaz si trova sullo stretto di Kerch , che divide la Russia dalla Crimea. Ieri l’esercito ucraino aveva riferito di un attacco contro traghetti nel porto di Kerch, con missili Atacms forniti dagli Stati Uniti.
I canali Telegram e le autorità russe hanno segnalato un incendio nel deposito petrolifero. Lo Stato Maggiore russo ha affermato che il deposito è stato danneggiato da diversi missili Neptune di fabbricazione ucraina, ma non ha fornito dettagli sull'entità del danno.
Le autorità russe affermano che a causa dell'attacco ci sono numerose vittime tra i dipendenti del deposito petrolifero. Un altro deposito petrolifero nel Kraj di Krasnodar è stato colpito da un attacco di droni, secondo la dichiarazione.
"75 militari russi prigionieri in Ucraina sono stati trasferiti in Russia a seguito di negoziati mediati dagli Emirati Arabi Uniti", ha riferito il ministero della Difesa di Mosca, aggiungendo che in cambio, "altrettanti prigionieri di guerra ucraini sono stati trasferiti alle forze armate di Kiev. Il personale militare rilasciato sarà trasportato con aerei militari a Mosca per cure e riabilitazione negli istituti medici del ministero della Difesa russo. A tutti i soldati rilasciati viene fornita la necessaria assistenza medica e psicologica".