Il premier ungherese scrive una lettera al capo del Consiglio europeo Charles Michel e avverte: "L'intensità del conflitto aumenterà"
L’intensità della guerra tra Ucraina e Russia è destinata ad aumentare radicalmente nel prossimo futuro. E' l'allarme lanciato dal primo ministro ungherese Viktor Orban in una lettera indirizzata al capo del Consiglio europeo Charles Michel nel giorno in cui la Russia non esclude il dispiegamento di armi nucleari. Secondo Orban l'Unione europea dovrebbe "ripristinare i canali diplomatici con la Russia mantenendo i contatti con l'Ucraina".
"Propongo di avviare una discussione - scrive Orban - tenendo conto delle seguenti proposte: pur mantenendo gli attuali contatti politici ad alto livello con l'Ucraina, bisognerebbe ripristinare le linee dirette di comunicazione diplomatica con la Russia e ristabilire tali contatti diretti nella nostra comunicazione politica".
Una richiesta, quella di Orban, che arriva al termine di quella che ha definito la sua "missione di pace 5.0". Appena assunta la presidenza di turno dell'Ue il premier ungherese ha infatti intrapreso - pur senza alcun mandato Ue - un viaggio in cinque tappe che è partito da Kiev dove ha incontrato il presidente Volodymyr Zelensky, è proseguito - tra le polemiche - a Mosca dove ha parlato (senza esito) con Vladimir Putin, e ancora a Pechino, Washington e in Florida dove è stato accolto nella residenza di Donald Trump a Mar a Lago.
Un'apertura al dialogo con Mosca è arrivata lunedì anche dal presidente ucraino Zelensky che annunciando che sta preparando un secondo vertice di pace per novembre, ha aperto alla partecipazione della Russia. Il primo di summit organizzato da Kiev, che si è svolto il mese scorso in Svizzera senza nessun rappresentante del Cremlino, si è risolto senza risultati concreti. ''Credo che debbano esserci rappresentanti russi al secondo summit", ha detto Zelensky.
Apertura a cui oggi la Russia ha chiuso la porta in faccia con la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova che, come riporta la Tass, ha affermato che non può essere "un subumano" a ordinare alla Russia a quali conferenze partecipare.