Ancora attacchi con droni kamikaze nella regione di Kiev
Per lo Stato Maggiore ucraino, la Russia potrebbe colpire la centrale nucleare di Zaporizhzhia durante la ritirata da Kharkiv. Secondo Kiev è probabile che lasciando la regione l'esercito russo possa ricorrere a una serie di attacchi terroristici come il bombardamento di aree residenziali e dell'area della centrale nucleare di Gromov .
"È possibile che il nemico abbia tratto alcune conclusioni dal suo infruttuoso raggruppamento di truppe il mese scorso nella direzione di Kharkiv - ha affermato il vice capo del Dipartimento operativo principale dello Stato maggiore delle forze armate dell'Ucraina, il generale di brigata Oleksiy Gromov -. Tenendo conto della mancanza di umanità nel cosiddetto secondo esercito del mondo, del rispetto delle convenzioni internazionali, come oltre alle bugie patologiche di tutti i politici e propagandisti del Cremlino, il nemico può prendere decisioni difficili".
Gromov ha aggiunto che, tenendo conto delle ultime dichiarazioni della Federazione Russa in merito alla 'bomba sporca', "non è escluso che gli occupanti possano organizzare esplosioni presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia con l'obiettivo di metterla definitivamente fuori servizio e provocare un disastro locale accusando l'Ucraina".
Intanto le forze russe hanno effettuato stamattina almeno sei attacchi di droni kamikaze nella regione di Kiev. Lo riferiscono le autorità locali, secondo le quali i raid sono la prova che Mosca continua a utilizzare droni presumibilmente acquistati dall'Iran.
Il capo della polizia regionale, Andri Nebitov, ha riportato sul suo account Telegram che i servizi di emergenza sono in azione per spegnere un incendio e valutare le conseguenze degli attacchi. Da parte sua, il governatore di Kiev, Oleksi Kuleba, ha assicurato che le informazioni preliminari escludono vittime e ha confermato l'abbattimento di diversi droni da parte dei sistemi di difesa ucraini.
Le autorità di Kiev hanno accusato le forze russe di aver utilizzato droni kamikaze negli attacchi alle infrastrutture energetiche e ai centri urbani, cosa che Mosca si è rifiutata di chiarire e da cui Teheran ha preso le distanze, assicurando di non fornire armi a nessuna delle parti in conflitto.