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Ucraina, raid russi in diverse città: colpita centrale elettrica a Kiev

Oltre 1.100 località senza corrente. Zelensky: "Dal 10 ottobre distrutto 30% centrali elettriche, nessuno spazio per negoziati"

(Afp)
(Afp)
18 ottobre 2022 | 09.08
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Più di 1.100 tra città e villaggi in Ucraina sono attualmente senza elettricità a causa dei bombardamenti russi degli ultimi 10 giorni, molti dei quali hanno preso di mira le infrastrutture energetiche del Paese. Lo ha reso noto il portavoce dei servizi di emergenza dell'Ucraina, Oleksandr Jorunzhyi, in una conferenza stampa. "Attualmente, 1.162 città sono senza elettricità", ha dichiarato. Un portavoce dell'autorità di protezione civile a Kiev ha affermato che più di 70 persone sono state uccise e più di 240 ferite a livello nazionale dal 10 ottobre. Un totale di oltre 380 edifici sono stati danneggiati, inclusi circa 240 edifici residenziali.

E anche oggi i raid russi hanno preso di mira le infrastrutture energetiche di diverse città. Esplosioni anche a Kiev dove un attacco missilistico russo avrebbe colpito una centrale elettrica causando la morte di tre impiegati. Il sindaco della capitale, Vitali Klitschko, ha precisato in un post su Telegram l'obiettivo dei nuovi attacchi è "un'infrastruttura critica" nel distretto di Desnianskyi. Secondo Kyrylo Tymoshenko, numero due dell'ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, le forze russe hanno lanciato tre missili contro un "impianto di alimentazione".

Attacchi sono stati registrati anche a Kharkiv, Dnipro, Mykolaiv e Zhytomyr. "La Russia continua il terrore e cercare di colpire le infrastrutture energetiche - ha denunciato su twitter Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell'Interno di Kiev- Allarme aereo in tutto il Paese, la giornata in Ucraina non inizia con il caffè, ma con le sirene e nei rifugi. Abbiamo bisogno di una difesa aerea moderna". Secondo le autorità locali, raid ci sono stati anche a Kryvyi Ri, città natale del presidente Volodymyr Zelensky, e a Mykolaiv, dove è stata colpita un'ala di un edificio residenziale, si conta almeno un morto.

RUSSIA - Mosca conferma di aver colpito le infrastrutture energetiche in Ucraina in una nuova serie di raid che hanno causato interruzioni di corrente e acqua in diverse città del Paese, tra cui la capitale Kiev. "Le forze armate russe hanno continuato a colpire con armi aeree e navali di alta precisione e a lungo raggio i sistemi di comando militare e i sistemi energetici ucraini", ha dichiarato il ministero della Difesa russo, assicurando che "tutti gli obiettivi sono stati colpiti".

ZELENSKY: NO SPAZIO NEGOZIATI - "Un altro tipo di attacchi terroristici russi: prendere di mira energia e infrastrutture critiche. Dal 10 ottobre, il 30% delle centrali elettriche ucraine è stato distrutto, causando enormi blackout in tutto il paese. Non c'è più spazio per i negoziati con il regime di Putin". Lo scrive su twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelenskky, lanciando nuove accuse contro lo "stato terrorista" che sarà "certamente" chiamato a rispondere delle sue azioni dopo l'invasione dell'Ucraina. "Continuano a fare quello che sanno fare meglio, terrorizzare e uccidere i civili - afferma il presidente ucraino - A Mykolaiv il nemico ha distrutto un palazzo con missili S-300. Una persona è morta. C'è stato anche un attacco contro un mercato dei fiori, contro il parco dei castagni. Mi chiedo contro cosa i terroristi russi stessero combattendo in questi luoghi assolutamente pacifici".

Intanto l'operatore ucraino Energoatom denuncia il sequestro di due lavoratori della centrale nucleare di Zaporizhzhia, che sarebbe avvenuto ieri, e per il quale accusa la Russia. Secondo le denunce di Energoatom, arrivate stamani via Telegram, "il 17 ottobre terroristi nucleari russi" hanno preso "il capo del servizio di Information Technology della centrale, Oleh Kostyukov, e il vice direttore generale della centrale, Oleh Osheka". Non si sa, secondo Energoatom, né come stiano i due né dove si trovino. L'operatore ucraino chiede al direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, così come alla comunità internazionale di "fare ogni sforzo" per "liberare" i lavoratori della centrale e fare in modo che possano tornare al loro lavoro.

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