Presidente Usa: "Attacco resta possibile". Il presidente russo: "Non accetteremo allargamento Nato ai nostri confini"
Crisi Russia-Ucraina, primi segnali di disgelo. La Russia ha annunciato il ritiro di parte delle truppe schierate vicino al confine con l'Ucraina, i dubbi di Nato e Biden. "La Russia non vuole una guerra", ha affermato il presidente russo Vladimir Putin nella conferenza stampa a Mosca con il cancelliere Olaf Scholz. "Se la Russia attaccherà sarà una guerra senza ragione, il costo umano per l'Ucraina sarà immenso. E anche il costo strategico per la Russia sarà immenso", ha detto dal canto suo il presidente Usa nel discorso alla Casa Bianca, sottolineando che "il mondo non dimenticherà che la Russia ha morte e distruzione senza senso".
Russia sposta truppe da confine. Dubbi Nato
La Russia ha annunciato ieri mattina il ritiro di parte delle truppe schierate vicino al confine con l'Ucraina, dopo aver completato le manovre che i reparti stavano effettuando nell'area. Il ritiro delle truppe russe dal confine con l'Ucraina ''era programmato'' e ''non dipende dall'isteria dell'Occidente'', ha dichiarato il ministro degli Esteri di Mosca Sergei Lavrov. "Le esercitazioni russe e bielorusse stanno andando avanti secondo il programma, indipendentemente da alcuni che hanno attacchi di isteria", ha detto ancora il ministro degli Esteri russo.
"Finora non abbiamo visto alcun segnale di de-escalation", ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, parlando con i giornalisti a Bruxelles. Tuttavia, riguardo agli sforzi diplomatici in atto, "vi sono segnali sulla volontà di trattare di Mosca, che sono ragione di cauto ottimismo", ha detto Stoltenberg, sottolineando la disponibilità dell'Alleanza su trasparenza e controllo degli armamenti. Allo stesso tempo la Nato non intende "fare compromessi sui principi di base", ha detto Stoltenberg, ricordando che ogni nazione ha diritto a scegliere la propria politica di difesa.
Precisando che una vera de-escalation deve comprendere il ritiro di uomini e mezzi, altrimenti si tratta di un semplice movimento di truppe, Stoltenberg ha aggiunto: "Ci aspettiamo un sostanziale ritiro di truppe ed equipaggiamento", ricordando che già in passato la Russia ha ritirato uomini dal confine lasciando però sul terreno l'equipaggiamento. Questo permette alle forze russe di ritornare al confine in poco tempo. "Per ora non abbiamo visto una de-escalation sul terreno, anzi nelle ultime settimane è stato l'opposto", ha rimarcato.
Putin
"La Russia non vuole una guerra, per questa ragione abbiamo avanzato una proposta di un processo negoziale ma purtroppo non abbiamo avuto una risposta oggettiva e costruttiva". Lo detto Vladimir Putin nella conferenza stampa a Mosca con il cancelliere Olaf Scholz, ribadendo che "noi aspiriamo a metterci d'accordo con i nostri partner per via diplomatica" e da questo dipenderà evolversi della situazione, "non dipende solo da noi". "Noi siamo disposti a discutere delle questioni, ma sempre tenuto conto degli aspetti che sono fondati", ha aggiunto, ricordando che principali richieste della Russia, cioè il no all'allargamento della nato, il ritorno allo schieramento del blocco al 1997 e il non dispiegamento di sistemi offensivi vicino alla Russia.
La Russia è disposta a continuare i colloqui su questioni missilistiche e non solo, ma qualsiasi vincolo forte sarà considerato come una minaccia, ha detto ancora Putin, spiegando di aver tentato un compromesso con l'Ucraina, ma che i suoi suggerimenti ''non sono stati ascoltati''. E' stata "avanzata una proposta per un processo negoziale, ma non abbiamo ricevuto una risposta costruttiva".
E precisa poi che la Russia non accetterà un allargamento della Nato fino ai suoi confini. "Non accetteremo mai l'espansione della Nato ai nostri confini. Questa è una minaccia che percepiamo chiaramente. Le risposte dell'Alleanza alle nostre richieste finora non ci soddisfano, ma ci sono argomentazioni che possono essere avanzate", ha affermato. Quanto a quello che sta accadendo a Donbass, "per noi è un genocidio".
Scholz
Le vie diplomatiche per risolvere la crisi ucraina, ha detto il cancelliere Scholz, "certamente non sono concluse". "Siamo pronti - ha affermato - insieme ai nostri partner e alleati nella Ue e nella Nato e con la Russia per discutere ogni passo concreto per migliorare la sicurezza per entrambe le parti o anche meglio, per la nostra sicurezza comune". "Bisogna migliorare reciprocamente la sicurezza comune di Nato e Russia". "Con Putin siamo d'accordo che il dialogo con Nato e Osce sia un passo in più per il miglioramento" della situazione. Per contro, invece, il cancelliere tedesco ha ricordato che "un'aggressione militare dell'Ucraina avrebbe conseguenze strategiche e politiche. "La mia impressione è che tutti lo sappiano", ha aggiunto. Scholz ha sottolineato l'importanza del dialogo, anche se le "idee formulate dalla Russia" non possono essere condivise, "è importante che si parli, vedere quali sono i problemi".
Biden
"Se la Russia attaccherà sarà una guerra senza ragione, il costo umano per l'Ucraina sarà immenso. E anche il costo strategico per la Russia sarà immenso". Così Joe Biden nel discorso alla Casa Bianca, sottolineando che "il mondo non dimenticherà che la Russia ha morte e distruzione senza senso". "Invadere l'Ucraina sarà come ferirsi da sola - ha detto ancora parlando della Russia - gli Usa e i nostri alleati risponderanno in modo deciso ed unito". Gli Stati Uniti, inoltre, non "hanno ancora verificato" se la Russia abbia avviato il ritiro delle truppe dal confine. "L'invasione dell'Ucraina rimane una possibilità distinta".
Biden, che nel suo discorso si è rivolto direttamente anche ai cittadini russi dicendo che "non siamo vostri nemici, non stiamo minacciando la Russia", ha ricordato che gli Stati Uniti e gli alleati sono pronti ad adottare sanzioni durissime "che non abbiamo adottato ai tempi della Crimea". Ed ha ribadito che un eventuale attacco bloccherebbe l'operatività del gasdotto Nord Stream 2, che dovrebbe portare gas russo in Germania.
"Non sacrifichiamo principi, ma c'è ancora molto spazio per la diplomazia", ha affermato Biden ricordando che da "settimane siamo impegnati no stop per la diplomazia". Il presidente americano ha ricordato il suo ultimo colloquio nel fine settimana con Vladimir Putin per dare "alla diplomazia tutte le possibilità di avere successo". Biden ha anche evidenziato che gli Stati Uniti hanno messo "sul tavolo idee concrete per la sicurezza in Europa, misure che si possono applicare sia alla Nato che alla Russia e che possono far avanzare la sicurezza comune".
"Il ministro della Difesa russo ha riportato che alcune unità militari hanno lasciato le loro posizioni nei pressi dell'Ucraina, questo sarebbe una cosa buona ma non l'abbiamo ancora verificata - ha detto Biden - non abbiamo ancora verificato che le unità russe stanno tornando nelle loro basi, invece i nostri analisti indicano che rimangono ancora in una posizione di minaccia. E il fatto che rimane in questo momento è che la Russia abbia oltre 150mila truppe intorno all'Ucraina - ha concluso - e l'invasione rimane una distinta possibilità".
Di Maio
"L’unica via da percorrere è quella che porta alla pace e alla stabilità. Sono convinto che per la crisi in atto esiste solo una soluzione diplomatica che metta fine alle tensioni ed eviti eventuali aggressioni". E' quello che ha ribadito il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando a Kiev dopo un incontro con il collega ucraino Dmitro Kuleba. "L’Italia, in coordinamento con i propri partner, concentra ogni sforzo su questa soluzione - ha assicurato - In queste ore la diplomazia non deve fermarsi, è l’unica vera arma pacifica per evitare un conflitto".