Secondo il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo si trattava di una "minaccia inequivocabile". Peskov: "Cremlino aperto a negoziati, ostacolo è il no ucraino"
E' stata la minaccia di Kiev di riattivare il suo programma nucleare a indurre Mosca a lanciare quella che definisce "l'operazione militare speciale" in Ucraina. Lo ha scritto il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev sulla sua pagina di VKontakte. Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Tass, Medvedev ha parlato di minaccia "inequivocabile" da parte di Kiev.
Le esternazioni social di Medvedev sono una costante, soprattutto negli ultimi giorni. Una settimana fa, l'ex presidente ed ex premier ha affermato che "l'obiettivo dell'Ucraina di riconquistare tutti i territori che in precedenza le appartenevano'' e che ora sono sotto il controllo russo significa ''una minaccia all'esistenza del nostro Stato e il crollo della Russia di oggi. Ciò rappresenta una ragione diretta per l'applicazione della clausola 19 dei Fondamenti della politica statale della Federazione Russa nel campo della deterrenza nucleare".
Ma chi è, si è chiesto Medvedev, che "pianifica un conflitto nucleare, fatemelo sapere? Che cos'è questa se non una diretta provocazione di una guerra mondiale con l'uso di armi nucleari?". Secondo il fedelissimo di Putin "i Paesi occidentali stanno spingendo il mondo a una guerra globale. E solo la vittoria completa e definitiva della Russia è una garanzia contro il conflitto mondiale".
Il Cremlino continua a ribadire che la Russia rimane "aperta" a negoziati con l'Ucraina, come ha spiegato il portavoce Dmitry Peskov, denunciando che l'ostacolo all'avvio delle trattative è il rifiuto dell'Ucraina a sedersi a un tavolo con la Russia. "Abbiamo ripetutamente affermato che la parte russa è aperta a raggiungere i suoi obiettivi attraverso negoziati, ma abbiamo anche richiamato l'attenzione sul fatto che al momento non ne vediamo un'opportunità", ha dichiarato Peskov denunciando la legge introdotta il mese scorso a Kiev "per impedire qualsiasi trattativa con la Russia".