Consiglio di sicurezza a Mosca, truppe inviate nella regione di Kursk
Vladimir Putin corre ai ripari. Dopo l'attacco dell'Ucraina, che da 3 giorni ha assunto il controllo in Russia di una decina abbondante centri abitati nella regione di Kursk, il Cremlino chiede una risposta.
Il presidente ha presieduto il meeting del Consiglio di sicurezza in cui i comandanti delle forze armate hanno fornito aggiornamenti sull'invio di uomini e mezzi nell'oblast invaso da soldati di Kiev. L'Ucraina non fornisce informazioni sull'offensiva e non è chiaro quante brigate siano coinvolte nell'operazione dai contorni ancora non definiti. Mosca, nelle ultime 72 ore, ha oscillato tra le iniziali smentite e le successive news 'al ribasso': il ministero della Difesa ha fatto riferimento all'ingresso di circa 1000 soldati ucraini, che sarebbero stati respinti. Diverso il quadro delineato dai celeberrimi blog militari che, dall'inizio della guerra, forniscono spesso elementi concreti.
Le truppe di Kiev, che non hanno avuto problemi a superare l'opposizione di coscritti e dei 'coreografici' soldati ceceni del battaglione Akbat - noti più per i video su TikTok che per le gesta in battaglia - sarebbero penetrate per almeno 10 km, assumento il controllo su un'area di circa 260 km quadrati.
Nelle ultime ore, un video diffuso su Telegram e citato dai media internazionali fa riferimento alla distruzione di una colonna di mezzi russi nell'oblast: camion destinati al trasporto di uomini, come si vede nella clip, sono ridotti a lamiere bruciate, con decine di soldati uccisi. Intanto, dall'area della città di Suzhda, continua la fuga dei civili: lunghe code di auto per lasciare la regione.
Il Washington Post fa riferimento alle valutazioni di analisti russi che hanno fatto scattare l'allarme: se Mosca non invierà rapidamente reparti nella regione, la situazione potrebbe rapidamente degenerare. Le forze di Kiev potrebbero avere il tempo di costruire fortificazioni e consolidare le proprie posizioni: potrebbero difendere con successo i territori russi e offrire al presidente Volodymyr Zelensky un'importante carta da giocare sul tavolo dei negoziati.
Nell'immediato, la manovra di Kiev potrebbe costringere il nemico a spostare uomini e mezzi dal Donetsk, fronte caldissimo della guerra. Le truppe ucraine non sono lontane dalla centrale nucleare di Kurchatov della regione di Kursk e controllerebbero già un'arteria utilizzata da Mosca per rifornire le forze armate nell'est dell'Ucraina.
In attesa che il quadro si definisca ulteriormente, la Russia sperimenta dopo 2 anni e mezzo la guerra sul proprio territorio e gli effetti sono evidenti anche nel dibattito politico-militare. Andrey Gurulyov, membro della Duma e ex comandante del distretto militare meridionale, mette sotto accusa la gestione dei generali nell'oblast di Kursk e si chiede perché non siano state intraprese azioni sulla base delle informazioni di intelligence.
L'analista Sergei Markov sottolinea le lacune evidenti: "E' un duro colpo perché è chiaro che i segnali siano stati inviati dall'intelligence alla leadership. Non sono state prese misure: è un fallimento dell'intero sistema di intelligence. E siccome Putin è il responsabile ultimo di tutto questo, è un colpo anche per Putin". Quanto tempo servirebbe alla Russia per riprendersi Kursk? "Se agiscono con la velocità con cui stanno attaccando altrove, potrebbe servire anche un anno".