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Ucraina, 'assalti al macello': la tattica della Russia funziona

Attacchi a ondate, fino a una decina al giorno, contro le loro postazioni difensive

Soldati Ucraina (AFP)
Soldati Ucraina (AFP)
05 luglio 2024 | 00.01
LETTURA: 2 minuti

L'Ucraina denuncia 'attacchi al macello' da parte delle forze russe. Assalti a ondate, fino a una decina al giorno, contro le loro postazioni difensive, attacchi estremamente letali per i russi. Le forze di Mosca, a maggio e giugno, hanno registrato 1.200 vittime, fra morti e feriti, al giorno, il tasso di letalità più alto dall'inizio della guerra. Una strategia che non sembra tenere conto delle perdite e che ha effetti sfiancanti sugli ucraini. La tattica, ammette Kiev, funziona. Anche se centimetro dopo centimetro.

Il colonnello Anton Baev della brigata Khartia denuncia che in poche ore, al fronte aperto dallo scorso maggio a nord di Kharkiv, possono arrivare anche diverse ondate di attacchi. "I russi in molti casi usano questi attacchi per individuare le postazioni di tiro e per mantenere esauste le nostre unità", ha spiegato, in una intervista alla Bbc. Il capitano Ivan Sekach, dispiegato con la 110esima brigata nella regione di Donetsk, a Pokrovsk, paragona quello che vede a un nastro trasportatore con i russi da uccidere, anche se, prima di cadere, magari riescono a spostare più avanti, anche se di poco, il fronte.

"I nostri ragazzi rimangono alle loro postazioni e combattono. Ma è per loro molto difficile quando quattro o cinque ondate nemiche si lanciano contro di te in poco tempo, quando devi distruggere senza fine. Non solo fisicamente, ma anche psicologicamente", aggiunge Baev.

Le vittime russe vengono abbandonate sul campo di battaglia, denuncia. Ci sono, fra i russi, anche unità zoppe, con soldati inviati a combattere feriti. "I loro obiettivi principali sono solo quelli di lanciare attacchi al macello e il nostro esaurimento completo".

"I russi purtroppo sono tanti. Stanno portando avanti questa operazione centimetro dopo centimetro, pollice dopo pollice, 100 metri in un giorno, 200 in un altro. E con successo per loro", riassume Ivan Stupak, ex funzionario dei servizi di sicurezza.

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