Il portavoce dell'intelligence militare ucraina: "Non vogliamo ucciderli, ma portarli in tribunale"
I servizi ucraini sanno dove si trova il presidente russo Vladimir Putin e il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin e "spesso li monitorano in tempo reale". "Malgrado tutti gli sforzi per nascondere queste informazioni" e l'uso di "tecnologie varie, compresi i sosia", si tratta di qualcosa "che non può essere nascosto", afferma il portavoce dell'intelligence militare ucraina Andriy Yusov, in una intervista al Intervistato dal Kyiv Post
"Naturalmente, sappiamo dove sono", afferma Yusov, sottolineando che non vi sia nessuna intenzione di assassinare Putin o Prigozhin. "Tutti i criminali di guerra devono essere puniti - spiega -, come stato civilizzato l'Ucraina è interessata a che la punizione avvenga nel quadro della legge internazionale e davanti ad un tribunale internazionale".
"L'Aja sta aspettando di avere Putin vivo dietro le sbarre in tribunale. In questo contesto, la priorità numero uno per l'Ucraina e l'intelligence militare è di portare Putin all'Aja perché sia giudicato in tribunale", ha spiegato.
Il comportamento di Yevgeny Prigozhin, i suoi attacchi ai vertici militari russi, sono tutti funzionali a posizionarsi ai vertici della Russia post Putin, non certo a sostituirsi al ministro della Difesa Sergei Shoigu, l'analisi di Yusov.
"Per Prigozhin non è abbastanza diventare ministro della Difesa russo" perché sarebbe come diventare "capitano di una nave che è già affondata", spiega Yusov al Kyiv post. "Quello che interessa Prigozhin, alla gente che coopera con lui e ad alcuni degli abitanti delle torri del Cremlino è il futuro politico nella Russia post Putin. Essere al vertice, sopravvivere sia in senso politico che letterale nella Russia post Putin, mantenere opportunità e ricchezza, è quello a cui è interessata questa gente", nota Yusov.
In una Russia post Putin, riflette rispondendo ad una domanda del Kyiv post sulla possibilità di una futura guerra civile in Russia, alla luce delle incursioni del Corpo dei Volontari russi nella regione russa di Belgorod, c'è rischio di una guerra di tutti contro tutti fra le milizie private delle grandi compagnie.
"Per quanto riguarda la guerra civile, la Russia è un paese complesso con molte contraddizioni, inter-regionali, inter-etniche, sociali e politiche. Ci sono molte popolazioni indigene, i cui diritti vengono ignorati, ed elite regionali che vorrebbero un altro status per i loro popoli. Ma la principale minaccia - argomenta Yusov - proviene dal regime di Putin, da chi lo circonda e lo serve. Oggi la creazione di compagnie militari private, sul modello Wagner, non è altro che la preparazione di una guerra contro tutti sul territorio russo. Quando ogni Gazprom e Gazprombank avrà la sua piccola compagnia militare per proteggere i suoi beni, spremere qualcosa dagli altri, o evacuare il suo boss. Si tratta di una fonte di minaccia militare".
"Se la popolazione russa si solleverà per difendere i suoi diritti e sostenere azioni come i recenti eventi a Belgorod, in questo caso diventerà una fonte di stabilità e ordine per la Russia", dice Yusov. A suo parere, "il sostegno ad azioni di protesta è possibile e sta crescendo. Vediamo una diffusione geografica di questi eventi, sia qualitativamente che quantitativamente".
Nella regione di Belgorod, afferma, "l'evacuazione spontanea della popolazione che è avvenuta, non erano persone che fuggivano dai ribelli. Fuggivano dall'aviazione e l'artiglieria russa che ha iniziato a bombardare case civili, abitate dai residenti della regione di Belgorod, ciò dimostra il vero atteggiamento del regime di Putin verso la gente".