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Russia-Ucraina, perché gli Stati Uniti sanzionano le banche che sostengono Mosca

La stretta necessaria per impedire l'approvvigionamento di materiale per l'industria bellica

Soldati Russia
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22 dicembre 2023 | 16.21
LETTURA: 3 minuti

Gli Stati Uniti preparano sanzioni contro le banche americane ed europee che continuano a finanziare, anche indirettamente, la guerra della Russia all'Ucraina. La notizia, riportata dal Financial Times, va inquadrata in una nuova stretta per impedire a Mosca di aggirare il sistema delle sanzioni internazionali, continuando a far affluire il materiale che alimenta la macchina militare impegnata contro Kiev.

Lo scenario, le mosse in attesa dei finanziamenti del Congresso

Le difficoltà che sta incontrando l'amministrazione Biden a farsi autorizzare dal Congresso nuovi fondi per sostenere la resistenza di Zelensky hanno suggerito di trovare fonti alternative. C'è un'ipotesi avanzata, di cui si discute a livello G7, che prevede l'utilizzo di parte degli asset sovrani russi congelati. Ora si aggiunge anche la decisione di mettere nel mirino le istituzioni finanziarie che sono di fatto conniventi con i piani di Putin, perché intermediari usati, anche grazie al lavoro incessante dei servizi segreti russi e complesse triangolazioni, per aggirare le restrizioni e proseguire nell'approvvigionamento di materiale strategico. Alle banche che finiranno in una apposita black list sarà negato l'accesso al sistema finanziario americano.

Nel mirino semiconduttori, macchinari, materiali chimici, cuscinetti a sfera e sistemi ottici

Si tratta di una mossa forte, che prevede una prima fase di confronto con le banche europee e americane che ancora operano in Russia per spiegare le nuove regole e le ragioni per cui devono smettere di facilitare l'ingresso in Russia di semiconduttori, macchinari, materiali chimici, cuscinetti a sfera e sistemi ottici. In attesa delle risorse necessarie a garantire ancora la capacità degli Ucraini di resistere e riconquistare posizioni sul terreno, la strategia americana prevede quindi di 'mettere sabbia' negli ingranaggi della macchina bellica russa. E la strada individuata per riuscirci è quella di intervenire sulle banche, strumento ancora accessibile a Mosca stando anche ai risultati che continuano a fare attraverso le loro operazioni in Russia.

Quali banche sono coinvolte, citata anche Unicredit

Ft cita in particolare il caso dell'austriaca Raiffeisen Bank International, che quest'anno ha realizzato metà dei suoi ricavi in Russia, ma include anche Unicredit tra le istituzioni finanziarie che, pur avendone ridotto il volume, continua a fare operazioni in Russia. Quello che è certo è che se molti intermediari nel corso degli ultimi due anni sono usciti dal mercato russo, altri sono entrati, contribuendo a tenere in piedi lo schema che consente a Mosca di aggirare una parte delle sanzioni internazionali.

L'economia di Mosca tiene, si punta a indebolire l'industria bellica

Questi nuovi sviluppi evidenziano quello che è ormai un dato di fatto. L'anello debole della strategia occidentale per contenere le ambizioni di Putin, prescindendo dagli sviluppi bellici sul terreno, si è rivelato l'effetto parziale del sistema delle sanzioni, pensato per far collassare l'economia russa grazie a un sostanziale isolamento. I dati che arrivano da Mosca dicono che questo obiettivo non è stato centrato e ora il tentativo è quello di focalizzare gli sforzi per limitare almeno la capacità dell'industria bellica, con le banche individuate come snodo chiave. (Di Fabio Insenga)

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