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Rappresentante presidente azero, "pace possibile solo con impegno serio Armenia"

"Erevan cessi guerra diplomatica contro di noi"

Rappresentante presidente azero,
08 novembre 2023 | 17.17
LETTURA: 4 minuti

Un accordo di pace tra Azerbaigian e Armenia è "possibile", ma solo nel caso in cui il governo di Erevan "smetta di imitare la sua partecipazione al processo di pace e si impegni in modo costruttivo sulla base del progetto presentato dall'Azerbaigian un anno fa e che si basa su cinque principi fondamentali del diritto internazionale". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos l'ambasciatore Elchin Amirbayov, rappresentante con incarichi speciali del Presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev, sostenendo che l'esito positivo di un'intesa "dipenderà molto dal livello di sincerità delle autorità armene" che oggi seguono un doppio approccio: "da un lato loro parlano del desiderio di finalizzare l'accordo di pace, ma d'altra parte si sono impegnate in una guerra diplomatica contro l'Azerbaigian".

Secondo Amirbayov, nei giorni scorsi in visita in Italia, le autorità armene stanno "abusando" e "politicizzando" diverse piattaforme internazionali come il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Parlamento europeo, la stessa Unione europea. In questo modo Erevan "non solo distoglie l'attenzione di tutte le parti interessate dal percorso principale, ma porta anche il processo in un vicolo cieco", ritiene l'ambasciatore, precisando che Baku "non pone alcuna condizione" per l'intesa.

"Ma penso che affinché l'accordo venga raggiunto, l'Armenia dovrebbe dimostrare di rispettare gli impegni già assunti in precedenza, che manterrà le promesse fatte in passato - precisa - Penso che l'Armenia debba impegnarsi nuovamente nei negoziati sulla bozza dell'accordo di pace, ma anche al livello più alto, e smettere di cercare di perseguire i propri obiettivi politici ristretti su binari paralleli".

"Armenia colpevole di genocidio e pulizia etnica"

Il diplomatica dice quindi di rifiutare "completamente" le accuse mosse dall'Armenia di pulizia etnica e genocidio nella regione del Karabakh, "termini molto duri che sono stati completamente svalutati da Erevan che li usa in ogni occasione, mentre i fatti sul campo ci dicono" il contrario. "E' l'Armenia stessa che in realtà ha attuato una politica di completa pulizia etnica di tutti quei territori - spiega - per 30 anni lo ha ripulito dalla popolazione azerbaigiana, mentre per quanto riguarda l'atto di genocidio, fu commesso dall'Armenia il 26 febbraio 1992 quando la città di Khojaly, abitata da cittadini azerbaigiani, fu completamente distrutta e la popolazione sterminata, comprese donne, anziani e bambini". A questo proposito Amirbayov ricorda che "613 azerbaigiani furono massacrati durante una notte", sottolineando che l'Azerbaigian "rispetta i diritti di tutti gli abitanti del nostro Paese compresi quelli di origine etnica armena che vivono nella regione del Karabakh".

L'ambasciatore annuncia "piani enormi" per ricostruire "l'ex regione autonoma del Nagorno-Karabakh", evidenziando che "tale entità non esiste più" e che "è necessario il rispetto della sovranità dell'Azerbaigian e il nome che il Paese stesso dà alla regione, quindi vorrei chiarire che la regione si chiama regione economica del Karabakh dell'Azerbaigian". L'obiettivo di Baku per questa regione, rimarca, è "eliminare le conseguenze della completa devastazione e distruzione, che è stata causata dall'Armenia durante quasi tre decenni di occupazione illegale".

"Il governo azerbaigiano ha già speso più di sette miliardi di dollari per costruire da zero le infrastrutture necessarie in quella regione, ma prima di farlo dobbiamo ancora affrontare l'enorme sfida della contaminazione di questi territori con mine antiuomo, anticarro e altri ordigni inesplosi", dichiara Amirbayov, denunciando che l'Armenia ha piantato "circa 1,5 milioni di mine antiuomo e il numero delle vittime da parte azerbaigiana è in continuo aumento. Ad oggi, dopo l'accordo sul cessate il fuoco, l'Azerbaigian ha subito 337 vittime a causa del terrore delle mine".

"vogliamo cessate il fuoco al più presto in Medio Oriente"

Il diplomatico commenta poi la guerra in corso tra Israele e Hamas alla luce del rafforzamento dei rapporti anche militari tra Baku e Tel Aviv, asserendo che l'Azerbaigian "ha condannato qualsiasi violenza e ovviamente vuole che venga raggiunto il più presto possibile il cessate il fuoco in modo che la vita dei civili innocenti di entrambe le parti non venga messa in discussione".

"L'Azerbaigian stesso ha sofferto a causa del conflitto e delle tragiche conseguenze del confronto militare, quindi la nostra posizione si basa sul desiderio di raggiungere la pace in questo territorio", aggiunge l'ambasciatore, che quindi definisce "menzogne e parzialità" l'articolo del quotidiano Haaretz secondo cui ci sono "le impronte digitali di Israele sulla pulizia etnica" in Karabakh per via delle forniture di armi israeliane a Baku.

"rapporti ottimi con Italia non limitati a gas"

"I rapporti tra l'Italia e l'Azerbaigian attualmente sono in ottima forma, abbiamo un'ottima qualità del dialogo politico ai massimi livelli, una cooperazione economica molto attiva e vivace e questa cooperazione non si limita solo alle forniture di gas, che comunque ne costituisce una parte importante", chiosa Amirbayov.

"Stiamo esplorando le possibilità di estendere e diversificare la nostra cooperazione economica e commerciale con l'Italia", argomenta l'ambasciatore, secondo cui l'Azerbaigian considera l'Italia "uno dei suoi partner chiave nell'Unione Europea e anche attraverso il nostro rapporto con l'Italia siamo pronti a consolidare ulteriormente il nostro rapporto con l'Ue".

Altri campi di cooperazione potrebbero essere "l'istruzione - stiamo pianificando il progetto dell'università italo-azerbaigiana in Azerbaigian - l'agricoltura, la difesa e possiamo anche esplorare le possibilità di estendere lo sviluppo della cooperazione turistica perché c'è un enorme interesse in entrambi i Paesi a scoprire l'altro", conclude Amirbayov, secondo cui il potenziale per lo sviluppo della cooperazione già esistente "è enorme perché ci sono buona volontà e un ambiente eccellente".

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