Aperto dal 1977 viene chiamato Key Bridge, oggi il crollo dopo l'urto di una nave cargo
Aperto dal 1977, viene chiamato Key Bridge. E' un'enorme struttura in acciaio il ponte che nel cuore della notte di Baltimora è interamente crollato, urtato, secondo le prime notizie, da una "grande imbarcazione", la nave portacontainer Dali, 300 metri di lunghezza e battente bandiera di Singapore diretta a Colombo, nello Sri Lanka.
Il ponte, Francis Scott Key Bridge, porta il nome dell'autore dell'inno nazionale americano. A quattro corsie, è lungo tre chilometri e la struttura, strategica per il porto di Baltimora e culmine della Baltimore Beltway (la Interstate 695, I-695), è crollata nel fiume Patapsco.
Il crollo del Francis Scott Key Bridge sul Patapsco River all'ingresso del porto di Baltimora, rischia di interrompere le operazioni in uno dei principali hub americani per auto, container e cargo internazionali. Lo scorso anno il porto è stato il numero uno negli Stati Uniti per il trasporto di auto e truck, in tutto 850mila veicoli, secondo quanto riporta la Cnn.
Al primo posto anche per il trasporto di macchinari agricoli e per le costruzioni, e per l'arrivo di zucchero e gesso importati. Il porto, sempre lo scorso anno, è risultato al secondo posto per l'esportazione di carbone. Lo scalo è il nono negli Stati Uniti per i cargo internazionali, con un totale di 52,3 milioni di tonnellate di merci, pari ad un valore di 80, 8 milioni di dollari nel 2023.
Nel porto c'e' anche un terminal per le navi da crociera, operato da Royal Caribbean, Carnival e Norwegian, dal quale lo anno sono partiti oltre 444mila passeggeri. Secondo le cifre dello stato del Maryland, il porto garantisce 15.330 posti di lavoro diretti e oltre 139mila nell'indotto.