Dalla scorsa settimana, Pyongyang ha inviato più di 3.500 palloncini pieni di spazzatura in Corea del Sud
La Corea del Nord ha lanciato una nuova grande quantità di palloncini pieni di spazzatura. La denuncia arriva dallo Stato maggiore dell'esercito della Corea del Sud che ha deciso di riprendere le sue trasmissioni di propaganda oltre il confine.
Dalla scorsa settimana, Pyongyang ha inviato più di 3.500 palloncini pieni di spazzatura in Corea del Sud in quella che ha definito un’azione di rappresaglia per il lancio di volantini di propaganda anti-Kim da parte di un gruppo di disertori nordcoreani. L'effetto più diretto di questa nuova escalation di tensione, è stata la sospensione totale del patto intercoreano siglato sei anni fa.
Il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol aveva dichiarato nei giorni scorsi che la Corea del Sud non sarebbe stata a guardare di fronte alle "minacce" delle autorità nordcoreane: "La Corea del Nord, dopo aver sparato colpi di artiglieria nel Mar Giallo e lanciato missili, ha compiuto atti spregevoli di cui qualsiasi paese normale si vergognerebbe".
La risposta è arrivata con la ripresa delle trasmissioni di propaganda oltre il confine con la Corea del Nord. Seul ha annunciato inoltre l'installazione di altoparlanti vicino al confine per trasmettere la sua propaganda ai militari nordcoreani di stanza nelle vicinanze della zona smilitarizzata tra i due paesi.
L’ultima volta che Seul ha preso una decisione di questa portata è stato nel gennaio 2016, come rappresaglia per il quarto test nucleare della Corea del Nord. "Anche se le misure che stiamo adottando potrebbero essere difficili da sopportare per il regime nordcoreano - ha spiegato la presidenza sudcoreana - le trasmissioni trasmetteranno messaggi di luce e speranza all'esercito e ai cittadini nordcoreani".
"Vogliamo anche chiarire", ha aggiunto il comunicato, riportato dall'agenzia di stampa ufficiale sudcoreana Yonhap, che la responsabilità di un eventuale escalation di tensione tra le due Coree ricadrà interamente sulla Corea del Nord.