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Migranti, decreto in arrivo. Ue: "Detenzione minori è misura estrema"

Bruxelles ricorda che la detenzione di migranti minorenni entrati illegalmente "si può applicare solo quando altre misure meno coercitive non si possono adottare"

Migranti a Lampedusa
Migranti a Lampedusa
27 settembre 2023 | 15.05
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Mentre il governo della presidente del Consiglio Giorgia Meloni sta per varare il decreto migranti, oggi la Commissione Europea "non commenta" le "bozze di leggi", ma evidenzia che la "detenzione" di migranti minorenni arrivati nell'Ue in modo irregolare "è una misura di ultima istanza, che si può applicare solo quando altre misure meno coercitive non si possono adottare".

Migranti, arriva il decreto: cosa dice l'Ue

La portavoce della Commissione Europea Anitta Hipper ribadisce la posizione di Bruxelles rispondendo, in merito alle bozze del decreto migranti circolate nelle ultime ore, secondo le quali il prefetto può disporre "il provvisorio inserimento del minore, che ad una prima analisi appare di età superiore ai sedici anni, per un periodo comunque non superiore a novanta giorni, in una specifica sezione dedicata" dei Cpr per adulti.Migranti, missione navale Ue: a che punto siamo

Nel Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti presso l'Ue, "finora non ci sono stati dibattiti in concreto" sulla possibilità di istituire una missione navale europea nel Mediterraneo Centrale per tentare di ridurre i flussi migratori dal Nordafrica. Lo spiega un alto funzionario Ue, alla vigilia del Consiglio Affari Interni che si terrà a Bruxelles, che sarà dedicato principalmente alla "dimensione esterna" delle migrazioni.

Nel Mediterraneo Centrale, osserva la fonte, "ci sono già state operazioni navali nel passato. Un'operazione navale "comporta vantaggi e svantaggi", nota, "dipende da come si fa e dal momento in cui si fa". E' questo che "bisogna valutare" prima di, eventualmente, procedere. Anche l'idea di istituire una zona Sar, Search And Rescue (ricerca e soccorso), per la Tunisia, sul modello di quella libica, "è una proposta", ma "come sappiamo, può essere rischiosa. Per ora non abbiamo avuto discussioni su cose così concrete nel Coreper", conclude.

Dal 2011, l’Ue ha destinato quasi 10 miliardi di euro per assistere i rifugiati e le comunità che li ospitano in Turchia. Dal 2016 ha erogato oltre 5 miliardi di euro nell’ambito dello strumento per i rifugiati in Turchia, mentre sono già stati impegnati 2,2 miliardi di euro dei 3 miliardi aggiuntivi stanziati fino al 2023. Lo comunica la Commissione Euroepa. Il resto sarà programmato nel 2023 e affronterà anche le conseguenze dei devastanti terremoti del febbraio scorso.

"La Turchia - dice il commissario europeo alla Politica di Vicinato e Allargamento, Oliver Varheliy - continua a compiere sforzi significativi per ospitare milioni di rifugiati. L’Ue ha mostrato grande solidarietà con quasi 10 miliardi di euro forniti in assistenza vitale ai rifugiati e alle comunità ospitanti dal 2011 per accedere all’istruzione, alla sanità, alle opportunità di lavoro, sostenendo anche l’economia locale e rafforzando la protezione delle frontiere. L'Ue continuerà a sostenere i rifugiati e le comunità ospitanti in Turchia: la Commissione ha proposto agli Stati membri di continuare a mobilitare il sostegno oltre il 2023, in modo adeguato alle attuali realtà sul campo e come importante investimento nella stabilità e nella sicurezza, e spero che le discussioni tra gli Stati membri sulla questione possano concludersi rapidamente”.

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