Lo riporta l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana. I raid avrebbero preso di mira strutture militari che ospiterebbero gruppi armati sostenuti dall'Iran. Teheran: "Attacco criminale sionista". Gantz a Blinken: "Necessaria maggiore pressione su Hamas"
Avrebbero preso di mira un centro di ricerca scientifica, sospettato di essere legato allo sviluppo di armi biologiche, chimiche e nucleari, e diverse strutture dell'esercito siriano i bombardamenti massicci attribuiti a Israele condotti sul governatorato di Hama, nella Siria centrale. E' quanto sostiene l'Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione con sede nel Regno Unito, che dalla guerra scoppiata nel 2011 fornisce notizie sul Paese arabo avvalendosi di una rete di fonti locali.
Secondo l'agenzia di stampa ufficiale Sana, che cita il direttore dell'Ospedale nazionale di Masyaf, Faisal Haidar, si contano al momento 16 morti e 36 feriti, di cui sei in gravi condizioni, mentre il bilancio dell'Osservatorio parla di 18 vittime. Le Forze di difesa israeliane (Idf), come spesso accade in queste occasioni, non hanno commentato la notizia né rivendicato il raid.
Una fonte militare citata dalla Sana ha riferito che "il nemico israeliano ha lanciato un'aggressione aerea dalla direzione del Libano nord-occidentale, prendendo di mira una serie di siti militari nella regione centrale". L'agenzia ha pubblicato una foto di una strada bombardata a Masyaf, presumibilmente dai caccia israeliani. Secondo la fonte militare, le difese aeree siriane hanno intercettato e abbattuto alcuni missili.
Israele ha lanciato diversi attacchi aerei sulla Siria dopo la strage dei kibbutz da parte di Hamas del 7 ottobre, spesso prendendo di mira obiettivi legati a milizie filo-iraniane. L'Osservatorio siriano per i diritti umani ha registrato finora 64 attacchi da parte di Israele contro 138 obiettivi in Siria nel 2024, che hanno causato la morte di 191 tra soldati, miliziani filogovernativi, membri dei pasdaran e di Hezbollah, oltre a 17 civili.
Da Teheran è arrivata una dura condanna per l'attacco "criminale" di Israele in Siria. "Condanniamo con forza questo attacco criminale del regime sionista in territorio siriano", ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, esortando gli alleati di Israele a "smettere di sostenerlo e di armarlo".
La Repubblica islamica è tornata poi a minacciare lo Stato ebraico per l'uccisione a Teheran, a fine luglio, dell'ex capo politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Il capo dei Guardiani della Rivoluzione, Hossein Salami, ha annunciato che la risposta che la Repubblica islamica darà stavolta sarà "diversa" rispetto a quella di aprile, quando centinaia di droni e missili vennero lanciati contro Israele, ma con ampio preavviso. "L'Iran questa volta agirà diversamente", ha detto Salami, sottolineando che Israele "dovrà assaporare il sapore amaro della vendetta" per le sue azioni.
Nel frattempo i negoziati sul cessate il fuoco e gli ostaggi sembrano di nuovo essere arrivati a un punto morto., Hamas ha negato la ricostruzione di alcuni media americani secondo cui la fazione palestinese ha posto nuove condizioni nei colloqui mirati al raggiungimento di un cessate il fuoco e al rilascio degli ostaggi ancora trattenuti a Gaza. In dichiarazioni ad Al-Jazeera, il portavoce di Hamas, Basem Naim, ha accusato i funzionari statunitensi citati come fonti dai media americani di aver "avvelenato i negoziati".
"Hamas non ha presentato alcuna nuova condizione ai mediatori né sulla questione dei prigionieri né su altre questioni. Il movimento ribadisce il suo impegno relativamente a quanto concordato il 2 luglio di quest'anno, che si basava sulla proposta del presidente Biden e sulla risoluzione numero 2735 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite", ha affermato Naim, aggiungendo che "siamo pronti a negoziare immediatamente le misure di attuazione di questo accordo".
Resta alta la tensione sull'altro fronte 'caldo' che Israele ha aperto con Hezbollah. Nelle scorse ore, come confermato dalle Idf, un drone lanciato dal Libano ha colpito un palazzo nella città costiera di Nahariya, ma senza provocare vittime.
L'esercito israeliano, dal canto suo, ha effettuato nuovi attacchi con aerei da combattimento ed elicotteri contro "edifici militari" e "lanciarazzi" di Hezbollah nel sud del Libano. Ieri invece ha bombardato una "struttura militare" del movimento sciita alleato dell'Iran nella zona di Jarbat Salem, sempre nel sud del paese dei cedri.
Da settimane i raid dello Stato ebraico sul Libano si stanno facendo sempre più intensi tanto che gli esperti ipotizzano un'ulteriore escalation tra le parti. Lo stesso premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fatto sapere di aver dato istruzioni alle Idf perché si preparino a un cambio della situazione al confine con il Libano. "Questa situazione non può continuare e siamo impegnati a far tornare i residenti al nord in sicurezza nelle loro case", ha detto Netanyahu.
Il leader del partito israeliano di unità nazionale, Benny Gantz, ha detto al segretario di Stato americano Antony Blinken che il mondo deve sostenere una maggiore pressione militare su Hamas a Gaza, poiché l'accordo per la presa degli ostaggi sembra arenarsi.
Gantz, che ha incontrato Blinken a margine di una conferenza a Washington, afferma che il suo partito di opposizione è disposto a fornire al primo ministro Benjamin Netanyahu una rete di sicurezza politica per raggiungere un accordo.
"Dopo mesi in cui Hamas non ha accettato il quadro, ci aspettiamo che il mondo appoggi Israele per aumentare la pressione civile e militare a Gaza", ha affermato Gantz. "Questo è ciò che ha portato al primo accordo sugli ostaggi ed è ciò che accelererà la sconfitta di Hamas".