"E' accaduto sotto i miei occhi. Mi assumo tutta la responsabilità perché è accaduto sotto i miei occhi". Così l'erede al trono saudita, Mohammed bin Salman, sull'omicidio del giornalista dissidente del Washington Post, Jamal Khashoggi, assassinato lo scorso 4 ottobre nel consolato saudita a Istanbul da un commando partito dalla monarchia del Golfo.
In un'intervista al giornalista della 'Pbs' Martin Smith, nell'ambito del documentario 'Il principe della corona dell'Arabia Saudita', in cui si narra l'ascesa del nuovo uomo forte di Riad e che andrà in onda il primo ottobre, Mohammed bin Salman ha risposto al giornalista che gli ha chiesto come fosse possibile che non fosse a conoscenza dell'omicidio: "Siamo 20 milioni di persone. Abbiamo tre milioni di impiegati del governo".
Il giornalista gli ha poi domandato se il commando avesse utilizzato jet privati del governo per recarsi in Turchia. "Ho dei funzionari, dei ministri che seguono le cose e che sono responsabili. Hanno l'autorità per fare ciò", ha replicato Mbs, l'acronimo con il quale il principe è noto in Occidente. Smith ha spiegato di aver raccolto le dichiarazioni di Mbs a dicembre del 2018, a margine di una gara di auto elettriche a Riad.
Alcune settimane dopo la morte di Kashoggi, Mbs parlò di un omicidio "odioso" e promise che ci sarebbe stata un'indagine approfondita. Secondo la Cia, tuttavia, fu proprio il principe ad ordinare l'omicidio del giornalista dissidente, citando tra le prove una telefonata tra lo stesso Khashoggi e il fratello di Mbs, l'allora ambasciatore saudita a Washington, Khalid bin Salman. Le autorità saudite hanno sempre negato il coinvolgimento dell'erede al trono parlando di un' "operazione non autorizzata" dal principe.