Avvocati tentano ultima carta contro estradizione negli Usa
Julian Assange non si sente bene e non partecipa, neanche in video collegamento, all'udienza davanti all'Alta Corte britannica, ultimo disperato tentativo dei suoi legali per evitare l'estradizione negli Stati Uniti, dove è accusato di spionaggio. Già ieri la moglie Stella aveva dichiarato alla Bbc che il marito, detenuto nel carcere britannico di Belmarsh dal 2019, è estremamente debole fisicamente e mentalmente, e rischia di non sopravvivere all'estradizione.
Intervenuto oggi in aula, l'avvocato di Assange, Ed Fitzgerald, ha affermato che il suo cliente è vittima di "una ingiustificata interferenza nella libertà di parola". "L'accusa - ha aggiunto - è politicamente motivata", Assange è "perseguito per essersi impegnato nella normale pratica di giornalismo di ottenere e pubblicare informazioni riservate, vere e di ovvio e importante interesse pubblico". Un altro dei legali dell'imputato, Mark Summers, ha poi dichiarato all'Alta Corte che gli Stati Uniti avevano un piano per rapire o avvelenare Assange mentre era ospite dell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, che gli ha offerto asilo per quasi sette anni. Piano che sarebbe fallito per l'opposizione delle autorità britanniche.
Co-fondatore di Wikileaks, l'australiano Assange ha contribuito nel 2010 alla divulgazione di migliaia di file segreti degli Stati Uniti sulle guerre in Iraq e Afghanistan. L'udienza di due giorni davanti all'Alta Corte britannica deve determinare se Assange può presentare ricorso contro l'estradizione negli Stati Uniti, dove rischia una condanna all'ergastolo.