L'assemblea capitolina ha approvato oggi la delibera. Il giornalista di Wikileaks in carcere nel Regno Unito per aver pubblicato file riservati del governo americano
Julian Assange cittadino onorario di Roma. Via libera dall'assemblea capitolina che ha approvato la delibera 198 del 2023 con 27 voti favorevoli e 2 contrari. Il giornalista di 52 anni, ex caporedattore di Wikileaks, è in carcere nel Regno Unito per aver pubblicato file riservati del governo americano.
Arrestato nel 2019, è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra "in condizioni di sorveglianza e isolamento estreme e non giustificate" come ha rilevato il responsabile Onu contro la tortura, Nils Melzer quando gli ha fatto visita mesi fa. Assange, prima di essere arrestato a Londra, per diversi anni è stato nell'ambasciata dell'Ecuador. Ora combatte legalmente per evitare l'estradizione negli Stati Uniti, dove sarebbe processato con l'accusa di aver pubblicato centinaia di migliaia di documenti trapelati sulle guerre in Afghanistan e Iraq, compresi video che mostrano stragi di civili compiute dai militari americani, nonché documenti diplomatici.
Tra il 20 ed il 21 febbraio l’Alta Corte di Giustizia Britannica si riunirà per decidere in merito all’istanza d’appello presentata dai legali di Julian per scongiurare la sua estradizione negli Stati Uniti. Se l’appello dovesse essere respinto Assange potrebbe essere estradato immediatamente e lo attende, senza ulteriori possibilità, la condanna da scontare 175 anni di carcere, solo per aver fatto il suo lavoro di giornalista.
Julian Assange ''morirà'' se estradato negli Stati Uniti. E' l'allarme di sua moglie, Stella Assange, in una conferenza stampa in centro a Londra nel giorno in cui l'assemblea capitolina ha deciso di concedere al giornalista australiano la cittadinanza onorario di Roma. "La situazione è estremamente grave. Potrebbe essere messo su un aereo a giorni'' dice Stella Assange, sostenendo che ''la sua salute sta peggiorando sia dal punto di vista fisico che psicologico". "La sua vita è a rischio ogni giorno che resta in carcere e, se estradato, morirà. Ma non si tratta solo dell'estrazione. Julian non dovrebbe essere in carcere'', ha sottolineato. "Sono molto preoccupata per come sta. Fisicamente è invecchiato prematuramente", ha aggiunto Stella Assange in lacrime, temendo di ''non vederlo mai più'' se verrà estradato. Nel caso in cui l'appello dovesse essere respinto dalla Corte Suprema, ha aggiunto, Assange si rivolgerà alla Corte europea per i diritti dell'uomo contro quello che definisce ''un caso politico''.