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Israele pubblica foto bimbi uccisi: "Hamas è l'Isis"

Israele: "No acqua e luce a Gaza fino a ritorno ostaggi". Egitto: "Valico Rafah mai chiuso". Continua a salire bilancio morti. Raid in Siria

L'assalto di Hamas a Kfar Aza - (Foto Afp)
L'assalto di Hamas a Kfar Aza - (Foto Afp)
12 ottobre 2023 | 09.46
LETTURA: 6 minuti

''Hamas vuole solo distruggere Israele e uccidere ebrei''. Così il segretario di Stato Usa Antony Blinken da Tel Aviv dove ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. ''Nessun Pese può tollerare il massacro dei propri cittadini'', ha aggiunto sottolineando: ''Quello che serve è il diritto di difendersi''. Nel corso dell'incontro, Netanyahu ha mostrato a Blinken alcune foto delle atrocità commesse da Hamas, tra cui immagini, con bimbi uccisi e bruciati.

"Un neonato crivellato da colpi, soldati decapitati, giovani bruciati vivi nelle loro auto o nei loro nascondigli", ha detto Blinken descrivendo le immagini che "vanno oltre ogni comprensione". "Vanno oltre quello che ognuno potrebbe immaginare, figuriamo vedere o, Dio non voglia, provare", ha aggiunto il segretario di Stato Usa: "In proporzione alla popolazione di Israele, questo attacco equivale a 10 volte l'11 settembre, tanto è stato enorme e devastante".

Intanto, secondo le ultime news, un presunto raid aereo israeliano ha messo fuori uso gli aeroporti internazionali di Damasco e Aleppo. Lo ha riferito l'agenzia di stampa siriana Sana, che cita fonti militari, secondo cui non si registrano vittime. Damasco ha accusato Israele dell'attacco, ma Tel Aviv non commenta.

Netanyahu fa vedere a Blinken foto atrocità su bambini

Sull'account "prime minister of Israel" del social X, sono state pubblicate alcune foto delle atrocità commesse da Hamas. Alcune di queste immagini, con bimbi uccisi e bruciati sono visibili, solo per gli utenti maggiorenni, con l'avvertenza "queste sono orribili foto di bebè assassinati e bruciati dai mostri di Hamas. Hamas è inumano. Hamas è l'Isis". La diffusione delle atroci immagini, avviene dopo che il Jerusalem Post ha scritto di poter "confermare, sulla base di foto verificate dei corpi, che le notizie di bambini bruciati e decapitati nell'assalto di Hamas a Kfar Aza sono corrette".

Per rispetto ai morti, gli israeliani di norma non diffondono foto dei cadaveri delle vittime dei terrorismo. Questa volta viene scelto di mostrare alcune fra le immagini più terribili come prova dei massacri avvenuti sabato nelle comunità vicino alla Striscia di Gaza. Uno degli eccidi più spaventosi è avvenuto nella comunità di Kfar Aza. Il 10 ottobre diversi giornalisti sono potuti entrare nel villaggio e un soldato ha detto all'emittente I24 news che erano stati uccisi almeno 40 bebè e bambini piccoli, alcuni dei quali decapitati. La notizia non aveva avuto però conferme ufficiali, anche se le autorità aveva parlato in generale di atrocità contro bambini, decapitazioni e corpi bruciati. Hamas aveva smentito, definendo "bugie e calunnie" le notizie di bambini uccisi.

Blinken a Tel Aviv

''Siamo qui e non andremo da nessun'altra parte', vi difenderemo sempre", ha detto ancora Blinken a Netanyahu. Una dimostrazione di solidarietà da parte degli Stati Uniti nei confronti di Israele dopo l'attacco subito da Hamas. "Non c'è alcuna giustificazione per le atrocità che abbiamo visto'' commesse da Hamas contro Israele, perché è stato commesso ''un male difficile da immaginare'', ha dichiarato ancora il segretario di Stato Usa che domani incontrerà il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen).

Gli Stati Uniti stanno ''fornendo munizioni a Israele, oltre ad altri aiuti per la difesa'' e ''altro materiale è in viaggio'', ovvero ''forniremo altri armamenti e atri supporti per aiutare a proteggere la popolazione'' israeliana, ha fatto sapere ancora Blinken ricordando che "ci sono 25 cittadini americani che sono stati uccisi''.

Abbas condanna violenze contro i civili

Il leader palestinese, Mahmoud Abbas, ha sottolineato "il rifiuto delle pratiche, da entrambe le parti, di uccidere i civili, di usare la violenza contro di loro" perché "contrarie alla morale, alla religione e al diritto internazionale". Sono le parole di Abbas, riportate dall'agenzia palestinese Wafa, che oggi ha incontrato re Abdullah di Giordania.

Il leader palestinese ha quindi chiesto "la fine immediata" dell' "aggressione a tutto campo contro il popolo palestinese" della Striscia di Gaza e ha insistito sulla necessità di fornire aiuti umanitari, acqua ed elettricità e sull'apertura di corridoi umanitari nell'enclave palestinese. Abbas ha parlato di quello che considera un "disastro vero" a causa della mancanza di carburante che ha fermato l'unica centrale elettrica nell'enclave palestinese controllata da Hamas, responsabile dell'attacco di sabato in Israele.

Vice capo Hamas: "Non prendiamo di mira civili"

Il numero due di Hamas, Saleh al Arouri, ha affermato che il suo gruppo non ha come "politica" di prendere di mira i civili e che sabato ha soltanto attaccato i soldati israeliani. Le sue affermazioni all'outlet pro Hamas "Shebab", rilanciate da Times of Israel, arrivano dopo innumerevoli prove di atrocità nelle comunità di confine. Al Arouri ha anche sostenuto, senza portare prove a riguardo, che Hamas era a conoscenza di un piano israeliano "per lanciare un attacco massiccio" dopo le festività ebraiche. Hamas avrebbe scelto di prevenire questo attacco prendendo di sorpresa gli israeliani.

Israele: "No acqua ed elettricità a Gaza fino a ritorno rapiti"

Israele interromperà le forniture di acqua e di elettricità alla Striscia di Gaza fino a quando Hamas non rilascerà le 150 persone rapite sabato. In un tweet il ministro dell'Energia israeliano Israel Katz. ''Aiuti umanitari a Gaza? Nessun interruttore elettrico sarà acceso, nessuna pompa dell'acqua sarà aperta e nessun camion di carburante entrerà finché i rapiti israeliani non saranno tornati a casa". ''Nessuno può insegnarci la morale'', ha aggiunto.

Egitto: "Valico Rafah mai chiuso"

Il ministero degli Esteri egiziano ha dunque confermato che, contrariamente alle informazioni inesatte che circolano e che non hanno alcun rapporto con la realtà, il valico di frontiera di Rafah tra l'Egitto e la Striscia di Gaza è aperto al traffico e non è stato mai chiuso dall'inizio dell'attuale crisi. Il valico è aperto, “salvo il fatto che le sue strutture sul lato palestinese sono state danneggiate a causa dei ripetuti bombardamenti israeliani", si legge in una nota, nella quale si ricorda che "l’Egitto ha invitato Israele a evitare di colpire il lato palestinese del valico", in modo che possano continuare "i lavori di riparazione" e che il valico possa servire "per sostenere i fratelli palestinesi nella Striscia di Gaza”.

Sale il bilancio dei morti

Intanto è salito a 1.300 il numero delle vittime israeliane dell'attacco sferrato sabato da Hamas contro Israele. Lo riferiscono i media israeliani precisando che non si conosce ancora il destino delle circa 150 persone rapite e portate nella Striscia di Gaza dai terroristi. Sono invece circa 3.300 i feriti, di cui 28 in condizioni critiche e 350 in gravi condizioni.

Sale anche il bilancio nella Striscia di Gaza dopo le operazioni israeliane seguite all'attacco di Hamas di sabato. Secondo il ministero della Sanità dell'enclave palestinese, i morti sono 1.417 e i feriti 6.268. Tra le vittime ci sono 447 i minori e 248 donne, riporta il Guardian.

Hamas: "Non abbiamo paura, Israele la pagherà cara"

"Non abbiamo paura" e "Gaza non è un giardino e gli costerà molto caro". Sono le parole riportate dalla tv satellitare al-Jazeera di un esponente dell'ufficio politico di Hamas, Ghazi Hamad, mentre si sviluppa l'offensiva israeliana contro Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, dopo l'attacco lanciato sabato scorso dal gruppo in Israele. "Dall'inizio abbiamo mandato 1.200 combattenti che sono riusciti a distruggere l'immagine, la sicurezza, l'intelligence di Israele e la sua immagine di superpotenza", ha affermato.

"Siamo un popolo forte. Siamo fortemente determinati ad andare avanti. Abbiamo - ha sostenuto - molti combattenti e molte persone che vogliono sostenerci". Secondo Hamad, "anche le persone ai confini di Giordania, Libano e ovunque, vogliono venire qui e combattere con noi". Hamad, ha ricordato nei giorni scorsi il Financial Times, in passato ha condiviso con Mohammed Deif (comandante dell'ala militare di Hamas, indicato come mente dell'attacco di sabato) la cella in prigione dopo essere stato arrestato dagli israeliani.

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