Il premier: "Siamo a Gaza City, Hamas non ha mai visto tanta forza". Il presidente Usa chiede 3 giorni di stop ai combattimenti. Washington dice no alla rioccupazione della Striscia
La guerra è entrata a Gaza City, Israele non si fermerà fino alla distruzione di Hamas. Gli Stati Uniti avvisano il premier Benjamin Netanyahu: no alla rioccupazione della Striscia di Gaza.
"Mi rivolgo ai cittadini di Gaza, per favore spostatevi a sud. Lo so che lo state già facendo, continuate, perché Israele non si fermerà. Non ci saranno ingressi di lavoratori, non ci sarà cessate il fuoco senza il ritorno a casa degli ostaggi", l'ennesimo messaggio di Netanyahu, che è "in continuo contatto" con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e promette "la distruzione completa" di Hamas.
"A sud, la guerra procede con una forza che Hamas non ha mai visto. Gaza City è circondata, stiamo operando all'interno. Stiamo aumentando la pressione su Hamas di ora in ora", dice il premier, affermando che tantissimi tunnel e bunker dell'organizzazione sono stati distrutti. "Arriviamo in punti che Hamas riteneva irraggiungibili", aggiunge. A nord, al confine con il Libano, Israele risponderà ad ogni eventuale azione di Hezbollah: "Risponderemo con forza a ogni attacco. Se Hezbollah entra in guerra, commette il più grande errore della propria vita".
Il dialogo con Washington è continuo. Biden, secondo quanto riferisce Axios, durante una telefonata il 6 novembre ha lanciato un appello a Netanyahu per una pausa di tre giorni nei combattimenti a Gaza. Stati Uniti, Israele e Qatar stanno discutendo una proposta in base alla quale "Hamas rilascerebbe 10-15 ostaggi e utilizzerebbe la pausa di tre giorni per verificare l'identità di tutti gli ostaggi e fornire un elenco dei nomi degli ostaggi", secondo una fonte citata dalla testa americana. Due funzionari statunitensi e israeliani hanno inoltre affermato che "Netanyahu ha detto a Biden di non fidarsi delle intenzioni di Hamas e di non credere che siano pronti ad accettare un accordo sugli ostaggi".
Mentre la diplomazia si muove dietro le quinte, la Casa Bianca ribadisce le proprie posizioni pubbliche. Il portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, John Kirby, ribadisce che gli Stati Uniti non hanno ancora tracciato una linea rossa per Israele. Il commento di Kirby arriva in una conferenza stampa, quando gli viene chiesto se il crescente numero di vittime a Gaza abbia portato a una rivalutazione della posizione di Washingto: "È ancora come prima", la risposta. Quindi, nessuna linea rossa.
"Non entrerò nelle conversazioni private che stiamo avendo con le nostre controparti israeliane", aggiunge Kirby quando gli viene chiesto se gli Stati Uniti abbiano sollevato la possibilità di sospendere o ridurre gli aiuti a Israele se le vittime civili non saranno ridotte al minimo.
“Vi dico questo -aggiunge-: continueremo ad assicurarci che abbiano gli strumenti e le capacità di cui hanno bisogno per difendersi da quella che chiaramente era una minaccia esistenziale per la loro società e la loro gente. Ci assicureremo che continuino ad avere ciò di cui hanno bisogno, continueremo anche a esortarli a essere il più attenti, deliberati e discriminanti possibile nel loro targeting".
Gli Usa, inoltre, affermano di non sostenere l'idea di una nuova occupazione a lungo termine di Gaza, dopo che Netanyahu ha detto che al termine della guerra sarà Israele ad assumere "la responsabilità generale" della sicurezza nella Striscia. "In termini generali, noi non sosteniamo una rioccupazione di Gaza e neanche Israele non la sostiene", le parole di un portavoce del dipartimento di Stato, Vedant Patel. Gli Usa, inoltre, non sosterranno nessuna ricollocazione forzata dei palestinesi fuori da Gaza.
Un membro dell'ufficio politico di Hamas ha respinto qualsiasi possibilità di escludere il gruppo dal futuro governo di Gaza, rispondendo a una precedente dichiarazione del portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti John Kirby, secondo cui Hamas non dovrebbe poter governare a Gaza. "Penso che gli americani stiano sognando molto", ha detto Ghazi Hamad, in un'intervista ad Al Jazeera Arabic. "Gli americani che hanno fallito in Iraq, che hanno fallito in Afghanistan, che hanno fallito in Somalia e ora vogliono ristrutturare Gaza?". Hamad ha affermato che qualsiasi cambiamento nel governo di Gaza è una questione interna palestinese, aggiungendo che Hamas sarà coinvolto in qualsiasi decisione. Ha anche avvertito l’Autorità Palestinese nella Cisgiordania occupata di non concludere un accordo con gli Stati Uniti e Israele a spese di Hamas, poiché non si sa cosa accadrebbe se a Gaza Hamas venisse sconfitta. "Non dovete cooperare con gli americani" ha detto Hamad rivolgendosi all’autorità palestinese.