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Israele, medico italiano a Tel Aviv: "Resta minaccia Hezbollah"

Roberto Della Rocca racconta ad Adnkronos il risveglio dopo una notte di escalation tra Hezbollah e le Idf

Raid Israele sul Libano - (Afp)
Raid Israele sul Libano - (Afp)
25 agosto 2024 | 15.12
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''Le 48 ore di stato di emergenza sono rimaste solo per l'esercito'' di Israele, mentre i cittadini di Tel Aviv, su cui puntavano i lanciarazzi di Hezbollah, ''hanno ripreso la 'cosidetta' vita normale che conduciamo da quasi undici mesi'', dal massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre scorso. Ma ''resta il dramma dei centoventimila sfollati dal nord di Israele'', per cui ''una volta finito con Gaza, Israele dovrà occuparsi della minaccia di Hezbollah con un'operazione su vasta scala''. Così il medico italiano Roberto Della Rocca racconta ad Adnkronos il risveglio a Tel Aviv dopo una notte di escalation tra Hezbollah e le Idf.

''Durante l'attacco preventivo israeliano per evitare centinaia di razzi di Hezbollah sul centro di Tel Aviv sono state modificate le linee guida per la sicurezza della popolazione'', ad esempio ''è stato chiesto di evitare riunioni con oltre trenta persone in un unico luogo all'aria aperta'' e ''sono state chiuse le spiagge a Haifa'', spiega. ''Ora la situazione per la società civile è tornata a quella di pre-allarme che c'è negli ultimi undici mesi'', aggiunge.

''Al momento né Israele, né Hezbollah vogliono cadere in una guerra totale'', ha aggiunto Della Rocca che fa parte del partito israeliano sionista Meretz, spiegando che ''cento aerei israeliani sono partiti e hanno distrutto quasi seimila rampe di lancio che sarebbero diventate attive alle 5 del mattino verso Tel Aviv e verso Haifa''. Il risultato è stato quindi ''una vittoria schiacciante di Israele nella battaglia contro Hezbollah''. Ma ora, ricorda, ''restano centoventimila sfollati dal nord di Israele, compresi quelli del mio kibbutz, perché ci sono tre-quattro chilometri disabitati il territorio israeliano al confine con il Libano''.

Personalmente, dice Della Rocca, ''sono favorevole all'applicazione della Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite che impone a Hezbollah di trasferirsi al di là del fiume Litani senza fare una guerra''. Ma il partito guidato da Hassan Nasrallah ''non vorrà e quindi non ci sarà altra scelta: una volta finito con Gaza ci sarà una operazione su vasta scala da parte dell'esercito israeliano per spingere Hezbollah al di là del fiume Litani e permettere a 120mila sfollati di rientrare nelle loro case''.

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