I caschi blu: "Distrutte due telecamere, torretta danneggiata". Pronto il piano di risposta di Tel Aviv all'Iran. Attacco aereo anche nel sobborgo di Dahiyeh, a sud di Beirut
Ancora spari israeliani contro una postazione Unifil in Libano. "Questa mattina i caschi blu della postazione nei pressi di Kafer Kela hanno osservato un tank dell'Idf Merkava che sparava alla loro torretta di controllo. Due telecamere sono state distrutte e la torretta è stata danneggiata", quanto si legge in una dichiarazione dell'Unifil in cui si afferma che "ancora una volta abbiamo visto aprire il fuoco in modo diretto ed apparentemente deliberato contro una postazione dell'Unifil".
"Ricordiamo all'Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di assicurare la sicurezza del personale e delle proprietà dell'Onu e rispettare l'inviolabilità di tutti i siti dell'Onu in ogni momento", conclude la nota dell'Unifil.
E' intanto pronto il piano di risposta di Israele all'Iran per il massiccio attacco missilistico del primo ottobre secondo una fonte al corrente della questione alla Cnn, senza fornire ulteriori informazioni.
Secondo quanto riferito dal Washington Post, citando fonti dell'amministrazione americana, il premier Benjamin Netanyahu avrebbe assicurato al presidente degli Stati Uniti Joe Biden che non attaccherà i siti nucleari o petroliferi della Repubblica islamica. Per il Wall Street Journal, la 'promessa' sarebbe arrivata nella telefonata di mercoledì scorso tra Biden e Netanyahu e nei contatti di questi giorni tra il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, e il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant. L'ufficio del premier israeliano, tuttavia, ha precisato che le decisioni in merito alla rappresaglia saranno prese "sulla base dell'interesse nazionale di Israele".
E' "improbabile" che la rappresaglia israeliana prenda di mira gli impianti nucleari dell'Iran, ma se questo dovesse accadere "i danni saranno ridotti al minimo", ha dichiarato il portavoce dell'Organizzazione per l'energia atomica della Repubblica islamica, Behrouz Kamalvandi, in un'intervista a NourNews.
Il portavoce, riferendosi sempre all'annunciata risposta israeliana per l'attacco del primo ottobre, ha sottolineato che l'Iran prende "sul serio le minacce" e ha studiato piani per fare in modo che eventuali attacchi non abbiano conseguenze sul programma nucleare. E "anche se si verificassero danni, il Paese può rapidamente porvi rimedio" grazie alle conoscenze dei propri scienziati, ha assicurato Kamalvandi, secondo cui l'Occidente sa che ormai non è più possibile "far tornare indietro" l'Iran in campo nucleare, "nemmeno con un attacco".
Diversi nuovi raid di Israele su Libano. L'Idf ha confermato di aver effettuato un attacco aereo nel sobborgo di Dahiyeh, nel sud di Beirut, dopo diversi giorni senza attacchi contro la capitale libanese nonostante l'avvertimento degli Usa. Israele ha sferrato anche una decina di raid aerei contro la città meridionale libanese di Nabatiyeh.
In una dichiarazione, le Idf affermano che i caccia dell'aeronautica militare israeliana, guidati da agenti dei servizi segreti, hanno colpito un deposito sotterraneo di armi di Hezbollah a Dahiyeh.
La governatrice della regione, Howaida Turk, ha parlato con l'Afp di 'un anello di fuoco' attorno a Nabatiyeh. "Ci sono stati 11 raid principalmente su Nabatiyeh ma anche sui dintorni", ha dichiarato. Colpiti la sede del comune della città e altri uffici comunali.
Sono almeno sei i morti e 43 i feriti nei raid secondo il bilancio aggiornato confermato dal ministero della Salute libanese e riportato dall'agenzia Nna. Tra le vittime c'è il sindaco Ahmad Kahil, in riunione con altri funzionari per discutere della distribuzione di aiuti ai civili colpiti dalla guerra, e il direttore dell'unità operativa delle forze di difesa civili libanesi. "Il sindaco di Nabatiyeh, tra gli altri... è stato martirizzato. È un massacro”, ha dichiarato il governatore della città, Howaida Turk, aggiungendo che il sindaco si trovava nell'edificio.
Decine gli obiettivi di Hezbollah coliti, tra cui ''depositi di armi e centri di comando collocati vicino a siti civili', si legge in una nota diffusa dall'esercito israeliano e rilanciata dal Times of Israel.
Dal canto suo Hezbollah ha reso noto di aver effettuato quattro attacchi missilistici durante la notte sulla "città occupata di Safed", nel nord di Israele e sulle aree di Dalton, Dishon e Yiftah. In un post sui social, il gruppo libanese ha affermato che un "grande bombardamento di razzi" è stato lanciato su Safed, e che sono stati lanciati razzi anche contro le posizioni di artiglieria israeliane in due delle altre tre aree nel nord che sono state prese di mira.
L'esercito israeliano ha riferito in precedenza che "circa 50 lanci" sono stati rilevati mentre attraversavano il Libano verso il nord di Israele nelle prime ore di stamattina. "Alcuni" dei lanci sono stati intercettati dai sistemi di difesa aerea israeliani mentre "sono stati rilevati incidenti nella regione", ha detto l'esercito, che non ha precisato s ci sono vittime o danni alle infrastrutture.
L'Iran deve impedire il passaggio attraverso lo Stretto di Hormuz, nel Golfo, alle navi europee in risposta alle sanzioni che l'Ue ha imposto a Iran Air, la compagnia di bandiera nazionale. Lo chiede il giornale iraniano Kayhan, diretto da Hossein Shariatmadari e vicino agli ultraconservatori, in un articolo intitolato 'L'Europa chiude i cieli ai voli iraniani, bloccate il mare alle navi europee'.
"L'Europa ha scelto la via dello scontro invece dell'interazione con l'Iran, avviando un nuovo round di sanzioni con il falso pretesto che l'Iran ha inviato missili alla Russia. Ora l'Europa deve aspettarsi di pagare il costo della sua decisione", si legge nell'articolo in cui si fa riferimento alle sanzioni decise dal Consiglio Ue per le forniture militari della Repubblica islamica a Mosca per la guerra in Ucraina. "Oggi l'Iran ha sicuramente capacità di fare pressione sull'Europa", insiste sul giornale, sostenendo che impedire alle navi europee di raggiungere le loro destinazioni nel Golfo sarà più costoso per l'Ue delle sanzioni per l'Iran.
Ieri Iran Air, che era l'unico vettore della Repubblica islamica che ancora volava in Europa, ha annunciato l'interruzione di tutti i suoi collegamenti aerei, spiegando di voler "evitare ai passeggeri le conseguenze del mancato rilascio del permesso di atterraggio negli aeroporti dei Paesi europei". Oltre Iran Air, le sanzioni hanno preso di mira Mahan Air e Saha Airlines.