Hamas: "Attacco legittimo e meritato". Il segretario Onu Guterres chiede al ministro degli Esteri iraniano una de-escalation "urgente". Nuove sanzioni Usa a Teheran
Caccia russi per colpire Israele. L'Iran minaccia di reagire con una risposta "potente e feroce" al minimo atto di aggressione sul proprio suolo. A dichiararlo, mentre si susseguono le notizie sui tempi e la portata di una potenziale rappresaglia di Israele, è stato il presidente iraniano Ebrahim Raisi intervenendo durante la parata annuale dell'esercito.
L'evento, diversamente dagli scorsi anni, non è stato trasmesso in diretta dalla televisione di Stato e, inoltre, si è svolto in una caserma a nord della capitale, e non nella sua sede abituale, alla periferia meridionale della città.
L'Aeronautica militare iraniana è assolutamente pronta e aspetta il comando del Leader Supremo per colpire gli obiettivi, in modo particolare con i Sukoi Su-24, ha poi detto il comandante dell'Aeronautica militare iraniana, il generale Hamid Vahedi. Secondo le dichiarazioni riportate dall'Irna, non sono pronti solo i bombardieri tattici supersonici, di fabbricazione russa, ma anche altri caccia.
Vahedi ha quindi detto "ai nemici", riferendosi a Israele, a "stare attenti a non fare errori, dal momento che questi sbagli potrebbero provocare danni irreparabili", riporta ancora l'agenzia iraniana.
L'attacco contro Israele di sabato notte "ha sconfitto la falsa egemonia del regime sionista" in Medio Oriente, ha sottolineato quindi il presidente iraniano Raisi. "Oggi non solo noi, ma anche i popoli della regione e del mondo, sono consapevoli dell'autorità delle Forze armate iraniane. Il mondo ha visto che dopo l'operazione 'Diluvio di Al Aqsa' - ha detto, in un riferimento all'attacco del 7 ottobre - la 'Vera Promessa' ha abbattuto la falsa egemonia del regime sionista".
Secondo Raisi, "i Guardiani della rivoluzione e l'Esercito hanno punito il regime sionista con un'azione razionale, saggia, calcolata e precisa". E quell'azione, ha continuato, "è stata una dichiarazione al mondo intero, in particolare agli americani e agli altri alleati del regime sionista", secondo cui "la grande nazione iraniana è pronta e le Forze Armate hanno la competenza, l'equipaggiamento, la fede e il potere" per agire.
Il presidente iraniano ha poi insistito sul fatto che l'operazione 'Vera promessa' è stata "limitata: se fosse stata concepita per essere completa ed estesa, coloro che sostengono il regime sionista avrebbero visto che non ne sarebbe rimasto nulla". E quindi è tornato ad avvertire che una risposta di Israele porterà "il regime sionista e i suoi sostenitori" a scoprire "una potenza nascosta contro la quale non potranno fare nulla".
"La recente sconfitta del regime sionista di fronte all'asse della resistenza nella regione, oltre alla sua sconfitta militare, di intelligence e di sicurezza, è stata un fallimento strategico", ha ancora rivendicato Raisi. Che ha poi denunciato, in un riferimento alla partecipazione di alcuni Paesi arabi alla difesa di Israele, come "il processo di normalizzazione tra questo falso regime e altri Paesi islamici è completamente fallito e i Paesi che hanno cercato di normalizzare le relazioni con questo regime crudele e criminale oggi si vergognano davanti al loro popolo".
"Oggi, l'odio verso gli Stati Uniti e il regime sionista in tutto il mondo è più grande che mai - ha concluso - e anche il sostegno alla resistenza contro l'oppressione del regime è aumentato, il che è una vittoria per la resistenza islamica, delle Forze armate iraniane e della nazione iraniana".
Ci sono 14 soldati tra i 18 feriti nell'attacco con un drone e un missile, rivendicato da Hezbollah nel nord di Israele, nella località di Arab al-Aramshe. Lo hanno riferito le forze di difesa israeliane (Idf), secondo cui sei militari hanno riportato gravi ferite, sei lievi e due moderate.
L'Iran ha evacuato alcune delle basi che ospitano i Guardiani della rivoluzione in Siria e continuerà a farlo nelle prossime ore in previsione di un attacco israeliano. Lo riferisce il Wall Street Journal, secondo cui sono rimasti solo pochi soldati a difesa degli arsenali che hanno nel Paese dell'alleato Bashar Assad.
E' "legittimo e meritato" l'attacco che l'Iran ha sferrato sabato notte contro Israele. Lo ha dichiarato Hamas in una nota ricordando ''il raid dell'entità sionista al consolato iraniano a Damasco". Nella prima reazione ufficiale di Hamas si legge che ''la risposta della Repubblica islamica dell’Iran conferma che è finito il tempo in cui l'entità sionista poteva agire come voleva senza responsabilità o punizione''.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato i ministri degli Esteri tedesco Annalena Baerbock e britannico David Cameron in visita a Gerusalemme, ribadendo che Israele si riserva il diritto all'autodifesa in seguito all'attacco missilistico e di droni iraniani. "Voglio che sia chiaro, prenderemo le nostre decisioni e lo Stato di Israele farà tutto il necessario per difendersi", ha affermato. Netanyahu ha ringraziato i ministri per il loro sostegno "senza precedenti" nella difesa dall'attacco di Teheran, si legge in una nota su X del suo ufficio. Li ha, inoltre, informati sulla portata degli aiuti umanitari che entrano a Gaza, si legge nella dichiarazione, e ha respinto completamente le affermazioni delle organizzazioni internazionali secondo cui a Gaza si soffre la fame.
La Germania ritiene ''importante'' che venga ''ridotta la tensione'', dopo il lancio di droni e missili dall'Iran verso il territorio israeliano. Lo ha dichiarato il cancelliere tedesco Olaf Scholz, auspicando che ''Israele non risponda con un attacco massiccio di ritorsione" contro l'Iran.
In visita in Israele la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha nuovamente esortato Tel Aviv ad agire con prudenza e responsabilità in risposta all'attacco di Teheran del 13 aprile. "Non sto parlando di fare marcia indietro. Sto parlando di prudente moderazione, che non è altro che forza", ha dichiarato la responsabile della diplomazia di Berlino. Il desiderio di pace degli altri Paesi della regione è "una delle armi più forti contro l'Iran", ha affermato Baerbock, secondo cui Teheran, che "si dice interessata alla causa palestinese, ha fatto capire chiaramente di essere completamente indifferente alle sofferenze della popolazione di Gaza: non permetteremo che gli occhi della comunità internazionale vengano distolti dalla popolazione di Gaza e dalla situazione degli ostaggi in questo momento di tensione".
''Fermate l'Iran adesso, prima che sia troppo tardi''. Ovvero prima che gli iraniani possano ''arrivare presto una città vicino a voi''. E' il messaggio che viene condiviso sull'account ufficiale di X dello Stato di Israele, che sceglie di diffondere un'immagine di Londra per avvertire del rischio che corrono le capitali europee. ''L'attacco missilistico del regime iraniano contro Israele questa settimana ha mostrato al mondo esattamente di cosa è capace l'Iran e cosa è disposto a fare'', recita il post. Viene, quindi, rivolto un appello a ''sanzionare il programma iraniano di missili balistici e dichiarare il Corpo delle Guardie rivoluzionarie iraniane un'organizzazione terroristica, prima che sia troppo tardi''.
Il riferimento ai caccia russi evidenzia l'asse Mosca-Teheran, consolidato nelle scorse ore con la telefonata tra Vladimir Putin e Raisi. Un "nuovo" scontro tra l'Iran e Israele avrebbe "conseguenze catastrofiche per l'intera regione", ha detto il presidente russo. Secondo una nota del Cremlino, Putin ha auspicato che "tutte le parti mostrino ragionevole moderazione".
La collaborazione tra Russia e Iran in ambito militare non è una novità. Nella guerra con l'Ucraina, i raid che quotidianamente Mosca effettua contro città e infrastrutture ucraine vengono attuati anche con l'impiego di droni Shahed, gli stessi che Teheran ha utilizzato per l'attacco contro Israele.
La Russia sta conducendo un dialogo costruttivo sia con l'Iran sia con Israele. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov nel corso di una conferenza stampa. ''La Russia mantiene contatti di lavoro stretti e molto costruttivi con Teheran. Siamo in contatto anche con Israele, anche con loro i contatti sono costruttivi", ha detto Peskov citato dall'agenzia di stampa Tass. "Abbiamo un dialogo in corso, sottolineiamo la necessità di garantire una riduzione della tensione il prima possibile. Chiediamo inoltre a tutti i paesi della regione di esercitare una ragionevole moderazione", ha sottolineato il portavoce del presidente russo Vladimir Putin.
Peskov ha quindi citato il colloquio telefonico di ieri tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il suo omologo iraniano Hossein Amir-Abdollahian. "Ieri il presidente Putin ha avuto anche un colloquio telefonico con il presidente iraniano'' Ebrahim Raisi, ha sottolineato. Il portavoce del Cremlino ha aggiunto che il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolay Patrushev ha avuto una telefonata con il suo omologo israeliano Tzachi Hanegbi.
A seguito dell'attacco iraniano a Israele del fine settimana scorso, gli Stati Uniti imporranno nuove sanzioni contro Teheran. Ad annunciarlo è stato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. "In seguito all'attacco aereo senza precedenti dell'Iran contro Israele, il presidente Biden si sta coordinando con gli alleati e i partner, compreso il G7, e con i leader bipartisan del Congresso, per una risposta globale", ha scritto in un comunicato.
"Nei prossimi giorni, gli Stati Uniti imporranno nuove sanzioni contro l'Iran, il suo programma di missili e droni, nonché nuove sanzioni contro le entità che sostengono il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) e il Ministero della Difesa iraniano. Prevediamo che i nostri alleati e partner seguiranno presto con le loro sanzioni".
Israele deciderà se e come rispondere all'attacco dell'Iran. Gli Stati Uniti, però, non vogliono un'escalation nella regione, è il messaggio che Washington ha inviato intanto al governo del premier Benjamin Netanyahu. A recapitarlo è stato il segretario di Stato Antony Blinken. Il numero 1 della diplomazia americana ha parlato con Benny Gantz, ministro del Gabinetto di guerra israeliano, e ha "messo in chiaro che non vogliamo vedere un'escalation nella regione".
Blinken, come ha chiarito in ogni caso il Dipartimento di Stato, ha comunque sottolineato che quella dell'eventuale risposta all'Iran è una decisione deve prendere come stato sovrano. Israele, in tal senso, non ha passato nessuna informazione a riguardo agli Usa.
Israele, d'altra parte, ha come obiettivo quello di costringere l'Iran ad una snervante attesa. L'orientamento è stato confermato dal gabinetto di guerra, che è tornato a riunirsi. "Lasciamo che si preoccupino", hanno detto le fonti interpellate dal Times of Israel, riferendosi agli iraniani, aggiungendo che la risposta di Israele potrà essere "all'interno o all'esterno dell'Iran". Israele potrebbe quindi colpire il territorio di Teheran o prendere di mira un partner della repubblica islamica.
L'Iran non può pensare di uscire "indenne" dalla situazione, dice Daniel Hagari, portavoce delle forze di difesa israeliane, alla base militare di Julis, dove ai media viene mostrato ciò che resta di un missile balistico iraniano.