Lo ha detto il ministro degli Esteri iraniano all'Onu mentre il suo vice era a Mosca
Sale la tensione internazionale sulla guerra tra Israele e Hamas con l'Iran che oggi, 26 ottobre, all'Assemblea generale dell'Onu minaccia gli Stati Uniti.
"Dico francamente agli uomini di governo americano, che ora stanno gestendo il genocidio in Palestina, che non vogliamo un'espansione della guerra nella regione. Ma se il genocidio a Gaza continua, non saranno risparmiati da questo incendio", ha detto il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian.
Nelle stesse ore il suo viceministro, Ali Bagheri Kani, si trova a Mosca per incontrare l'omologo russo Mikhail Galuzin.
L'escalation è il baratro da evitare. Oltre alle ultime e per nulla filtrate minacce, Washington non può ignorare i segnali che già ampiamente arrivati da Teheran. L'Iran è di fatto il regista della ragnatela anti-Israele: Hamas, Hezbollah e Houthi, che dallo Yemen minacciano le navi israeliane. Gli Stati Uniti, in questo dedalo, sono esposti a minacce diverse ma riconducibili, alla fine, all'unica sorgente: l'Iran.
"Siamo preoccupati per una potenziale escalation. Infatti, quello che stiamo vedendo è un potenziale aumento significativo degli attacchi contro le nostre truppe e la nostra gente nella regione. Proprio per questo, faremo ciò che è necessario per proteggere le nostre truppe e far sì che abbiano le capacità per rispondere'', ha detto nei giorni scorsi il segretario della Difesa, Isaac Austin, alla Abc. Altrettanto esplicite le parole del segretario di Stato, Antony Blinken: gli Stati Uniti vedono il ''potenziale per un'escalation della guerra in Medioriente'' a causa delle ''azioni di chi agisce per conto dell'Iran''.