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Israele-Hamas, Usa bloccano risoluzione Onu per cessate il fuoco

Veto degli Stati Uniti: "Hamas continua a rappresentare una minaccia"

Robert Wood
Robert Wood
08 dicembre 2023 | 22.07
LETTURA: 3 minuti

Gli Stati Uniti hanno posto il loro veto sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas. La posizione di Washington era stata illustrata dall'inviato americano all'Onu Robert Wood, che aveva affermato che ''Hamas continua a rappresentare una minaccia per Israele e mantiene il controllo della Striscia di Gaza''.

Tredici membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno votato a favore della risoluzione presentata dagli Emirati Arabi Uniti per chiedere un cessate il fuoco umanitario immediato e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi. Si è invece astenuta la Gran Bretagna.

Gli Usa ritengono di aver bocciato ''una risoluzione squilibrata, avulsa dalla realtà, che non avrebbe fatto avanzare il processo", come ha detto Wood motivando il veto. I redattori del testo, ha aggiunto, "hanno rifiutato un linguaggio di condanna del terribile attacco terroristico di Hamas contro Israele il 7 ottobre". E quindi, "hanno ignorato tutte le nostre raccomandazioni'' con un "processo affrettato".

"Ringrazio gli Stati Uniti e il presidente Biden per essere stati fermamente al nostro fianco, oggi, e per aver dimostrato la loro leadership e i loro valori. In questa festa di Hanukkah, un po' di luce ha allontanato gran parte delle tenebre", ha detto Gilad Erdan, ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite. "È scioccante che mentre Hamas lancia razzi contro Israele dai centri abitati nel sud di Gaza, l'Onu sia impegnata a discutere una risoluzione distorta che consentirebbe ai terroristi di Hamas di rimanere al potere a Gaza e non condanni Hamas né chieda il rilascio degli ostaggi. Un cessate il fuoco sarà possibile solo con il ritorno di tutti gli ostaggi e la distruzione di Hamas", ha aggiunto, ribadendo la posizione di Israele.

La posizione dell'Onu

Non hanno prodotto risultati, quindi, le parole del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che aveva ribadito l'urgenza di una tregua. "La brutalità dimostrata da Hamas non deve essere utilizzata come una giustificazione per la punizione collettiva del popolo palestinese. Il lancio indiscriminato di razzi da parte di Hamas contro Israele e l'uso di civili come scudi umani non assolvono Israele dalle sue stesse violazioni", aveva detto, sottolineando il fatto che Israele deve ''rispondere nei limiti di quanto prevede il diritto internazionale''.

"La gente di Gaza sta guardando nell'abisso. La comunità internazionale deve fare tutto il possibile per porre fine a questa dura realtà", aveva aggiunto. Rivolgendosi al Consiglio di sicurezza dell'Onu aveva poi chiesto di "non risparmiare alcuno sforzo per ottenere un cessate il fuoco umanitario immediato per la protezione dei civili e per la consegna urgente di aiuti salvavita".

"A Gaza stanno finendo le scorte di cibo" e "ai palestinesi viene chiesto di muoversi come palline da flipper, rimbalzando verso aree sempre più ristrette del sud senza alcune base per la sopravvivenza".

C'è un "serio rischio che si aggravino le minacce al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale" come conseguenza della guerra tra Israele e Hamas. "Abbiamo già assistito a ripercussioni in Cisgiordania, in Libano, Siria, Iraq e Yemen. Esiste chiaramente, a mio avviso, il serio rischio che si aggravino le minacce esistenti al mantenimento della pace e della sicurezza internazionale"

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