Haniyeh ha informato il primo ministro del Qatar e il capo dell'intelligence egiziana del sì del movimento palestinese alla proposta. L'organizzazione islamista: "Sì dopo garanzie Usa su tregua permanente e ritiro Stato ebraico dopo ultima fase accordo"
Il capo dell'ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, ha informato il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani, e il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamal, del sì del movimento palestinese alla proposta dei due Paesi arabi per un cessate il fuoco. Lo riferisce Hamas in una nota. "La palla è nel campo di Israele", ha dichiarato un funzionario di Hamas. L'organizzazione terroristica afferma di aver accettato la proposta dei due Paesi dopo aver "ricevuto garanzie dagli Stati Uniti per arrivare a un cessate il fuoco permanente e al ritiro di Israele da Gaza al termine della terza e ultima fase dell'accordo", ha detto una fonte del gruppo al canale saudita Asharq.
"I mediatori ci hanno detto che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è chiaramente impegnato a garantire l'attuazione dell'accordo", ha poi detto ad al-Jazeera Khalil al-Hayya, vice del leader di Hamas. Secondo il numero due di Sinwar, l'accordo prevede che "il primo giorno della prima fase" ci sia "un chiaro impegno a sospendere temporaneamente le operazioni militari". Al-Hayya riferito che "la proposta include, nella sua seconda fase, l'annuncio della cessazione permanente delle operazioni militari" a Gaza. “Stiamo aspettando la risposta dell’occupazione alla nostra approvazione della proposta di cessate il fuoco”, ha concluso.
Secondo quanto riporta tuttavia una fonte politica israeliana citata da Sky News Arabia, Hamas avrebbe dato l'ok a una proposta di cessate il fuoco 'modificata' dall'Egitto e, quindi, non alla versione su cui ci sarebbe un consenso generale da parte dello Stato ebraico. Fonti israeliane hanno detto a Ynet News che la proposta di Egitto e Qatar sul cessate il fuoco accettata da Hamas è unilaterale, non coinvolge Israele e non è accettabile. I negoziatori israeliani la stanno comunque esaminando: la risposta dovrebbe arrivare entro questa sera, riferiscono i media dello Stato ebraico.
"E' il solito trucco, non è vero che Hamas ha accettato" la proposta dei mediatori per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ha intanto dichiarato il ministro dell'Economia israeliano Nir Barkat incontrando i giornalisti a Roma. La notizia arriva nel giorno in cui il governo israeliano ha approvato all'unanimità il lancio dell'offensiva militare su Rafah.
"C'è solo una risposta ai trucchetti di Hamas: un ordine immediato per conquistare Rafah, aumentare la pressione militare e continuare a schiacciare Hamas fino alla sua completa sconfitta", scrive quindi su X il ministro israeliano per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir.
Dopo che Israele ha votato per l'avvio dell'operazione militare a Rafah c'è stato un nuovo colloquio telefonico tra il presidente Usa, Joe Biden, e il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che sarebbe durato una trentina di minuti.
"Il presidente ha reiterato la sua chiara posizione su Rafah", scrive la Casa Bianca nel comunicato in cui riferisce della telefonata. In più occasioni, Biden ed esponenti della sua amministrazione hanno espresso la loro contrarietà e preoccupazione per un'offensiva nella città dove si sono rifugiati oltre un milione di palestinesi. "Il presidente Biden ha aggiornato il premier sugli sforzi per assicurare un accordo per gli ostaggi, compresi i colloqui in corso a Doha", si legge nel comunicato. Nel corso della telefonata Netanyahu "ha accettato di assicurare che il valico di Keram Shalom sia aperto per l'assistenza umanitaria delle persone che sono in stato di bisogno", scrive la Casa Bianca.
"Chiediamo all'amministrazione americana di intervenire immediatamente per impedire questo massacro, avvertendo delle sue pericolose ripercussioni", si legge in un comunicato della presidenza dell'Anp che sta conducendo intensi contatti con partner regionali e internazionali, in particolare gli Usa, per fermare il massacro dell'invasione a Rafah, secondo quanto riporta l'agenzia Wafa.
Dall'Egitto è arrivato un monito con una nota del ministero degli Esteri: "Chiediamo a Israele di mantenere il massimo della moderazione e di evitare un'ulteriore escalation in questo momento delicato dei negoziati sull'accordo per il cessate il fuoco". "L'Egitto sta tenendo colloqui con tutte le parti per trovare una soluzione che impedisca un'esplosione", si legge nella nota.
Le forze armate israeliane hanno iniziato a chiedere alla popolazione palestinese presente nella zona di evacuare i quartieri della parte orientale di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, vicini al confine israeliano, in vista della pianificata offensiva nell'area meridionale dell'enclave. A riportarlo è il 'Times of Israel', precisando che ai civili viene chiesto di spostarsi verso la zona umanitaria delle aree di al-Mawasi e Khan Younis.
"L'Idf agirà con estrema forza contro le organizzazioni terroristiche nelle vostre aree di residenza, come ha fatto finora. Chiunque si trovi vicino a organizzazioni terroristiche mette a rischio la propria vita e quella della propria famiglia", si legge in un messaggio postato su X dal portavoce in arabo dell'Idf, con un "appello urgente a tutti i residenti e agli sfollati nell'area del comune di Al-Shouka e nei quartieri - Al-Salam, Al-Jeneina, Tabet Ziraa e Al-Byouk nell'area di Rafah nei blocchi: 10-16, 28, 270". Nel messaggio si avverte inoltre che "Gaza City è ancora una pericolosa zona di combattimento". "Astenetevi dal tornare a nord. Vi avvertiamo di stare lontani dalla barriera di sicurezza orientale e meridionale", si chiede inoltre.
L'emittente televisiva al-Aqsa, che fa capo ad Hamas, ha riferito che Israele avrebbe condotto raid aerei vicino ai quartieri orientali di Rafah che hanno ricevuto l'ordine di evacuare.
Sono ''migliaia'' i palestinesi che stanno lasciando Rafah orientale, ha reso noto la Mezzaluna Rossa palestinese. "Il numero di cittadini che si spostano dalle zone orientali di Rafah verso ovest è elevato, soprattutto dopo l'intensificarsi dei bombardamenti, ci sono migliaia di cittadini che lasciano le loro case", ha detto il portavoce della Mezzaluna Rossa Osama al-Kahlout.
Il valico di Kerem Shalom riaprirà quando le condizioni di sicurezza lo permetteranno, ha sottolineato intanto il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, dopo la chiusura del valico a seguito di attacco con razzi ieri in cui sono stati uccisi quattro soldati.
Le forze israeliane (Idf) "stanno esaminando ogni risposta" ma le operazioni militari israeliane continuano nella Striscia di Gaza, ha detto quindi il portavoce delle Idf rispondendo a chi gli chiedeva se le notizie diffuse da Hamas potessero influenzare i piani di Israele per Rafah.
"Stiamo esaminando molto seriamente ogni risposta ed sfruttiamo ogni possibilità per quanto riguarda i negoziati e il ritorno degli ostaggi il più rapidamente possibile - ha detto Hagari - Allo stesso tempo continuiamo a operare nella Striscia di Gaza e continueremo a farlo".
Diverse familiari di ostaggi ancora nelle mani delle fazioni palestinesi a Gaza hanno bloccato l'Ayalon, la strada principale che attraversa Tel Aviv, chiedendo al governo israeliano di accettare un accordo per il rilascio degli ostaggi, mentre Hamas ha annunciato l'ok a una versione 'modificata' avanzata dai mediatori arabi.
"Questa è il tuo momento. Sii coraggioso, sii un leader. Il governo e il gabinetto di guerra dovrebbero accettare l'accordo. Abbiamo bisogno che i nostri ostaggi tornino a casa", ha affermato a Canale 12 Einav Zangauker, la madre dell'ostaggio Matan Zangauker, rivolgendosi al primo ministro, Benjamin Netanyahu. "Se il nostro governo e il nostro primo ministro perdono questa occasione - ha aggiunto - probabilmente sarà la mia ultima occasione di vedere Matan tornare a casa e altre famiglie di vedere i loro cari tornare a casa. Le strade bruceranno, il paese brucerà… Non puoi giocare in questo modo con la vita delle persone".