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Israele, famiglie ostaggi irrompono alla Knesset. Netanyahu: "Abbiamo una proposta"

Il primo ministro israeliano dice no a soluzione due Stati. Borrell: "Inaccettabile". Terminato blackout più lungo a Gaza, ripristinate comunicazioni. Bocciata la mozione di sfiducia contro il premier

Irruzione alla Knesset delle famiglie degli ostaggi
Irruzione alla Knesset delle famiglie degli ostaggi
22 gennaio 2024 | 08.14
LETTURA: 8 minuti

Caos in Israele, dove le famiglie ostaggi israeliani hanno fatto irruzione nella Commissione Finanze della Knesset per chiedere al governo di fare di più per garantire il rilascio dei loro familiari. E' quanto riferisce 'The Times of Israel'. "Non vi siederete qui mentre i nostri figli muoiono", hanno gridato alcuni parenti. Rispondendo ai manifestanti, il presidente della Commissione Moshe Gafni del partito Giudaismo Unito nella Torah ha detto che capiva il dolore dei manifestanti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dal canto suo, ha addossato a Hamas la piena responsabilità del mancato ritorno degli ostaggi, dicendo che i miliziani non hanno formulato ''alcuna proposta concreta di accordo'' per la liberazione dei rapiti. ''Nonostante ciò che si dice, non esiste una vera proposta di Hamas'', ha detto Netanyahu incontrando i parenti degli ostaggi. Israele ha elaborato e proposto una propria ''iniziativa'', ha poi annunciato il premier senza però entrare nei dettagli.

Israele, tensioni con manifestanti davanti alla Knesset

Poco prima, alcuni manifestanti che contestano il governo israeliano erano stati sgomberati dalla polizia, trascinati via dal centro della strada davanti al parlamento. Tra i manifestanti c'è chi accusa gli agenti di essere "criminali" che hanno "distrutto il Paese". Per i manifestanti i partiti della coalizione al potere sono "traditori che hanno rinunciato agli ostaggi". "Il ritorno degli ostaggi non è un dossier, è l'obbligo numero uno del governo", ha detto Merav Michaeli, che guida dei laburisti.

Bocciata la mozione di sfiducia contro premier Netanyahu

La mozione di sfiducia contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stata bocciata, ricevendo solo 18 voti e, quindi, non raggiungendo il quorum necessario come riferisce 'The Times of Israel'. La mozione, presentata dal partito laburista, citava il "fallimento" del governo nel garantire il ritorno dei 136 israeliani ancora tenuti in ostaggio nella Striscia di Gaza da Hamas, dopo l'attacco del 7 ottobre. Argomentando a favore della mozione, il parlamentare laburista Efrat Rayten ha sostenuto che "il dovere fondamentale di uno Stato nei confronti dei suoi cittadini è quello di proteggere le loro vite e la loro sicurezza. Non c'è e non ci può essere fiducia in un governo che ha fallito così miseramente" durante e dopo l'attacco di Hamas del 7 ottobre.

Parlando a nome del governo in plenaria, il ministro del Likud May Golan afferma che "il governo come governo responsabile non collabora con la politica meschina o qualsiasi tipo di politica durante una guerra per il diritto all'esistenza e alla sicurezza dei cittadini del paese". Il voto è stato boicottato dalla coalizione, i cui capi hanno dichiarato oggi che "non prenderanno parte a spettacoli politici in tempo di guerra".

Terminato blackout più lungo a Gaza

Intanto a Gaza, secondo le ultime news di oggi, 22 gennaio 2024, è terminato il blackout più lungo dall'inizio della guerra e sono state ripristinate le comunicazioni. Lo rende noto il sito di monitoraggio Internet Netblocks spiegando che l'ultimo blackout, il nono dal 7 ottobre, è durato più di una settimana. "La rete è tornata nel sud e nel centro di Gaz, ed è operativa nel nord. Ciò riguarda la comunicazione di telefonia mobile e Internet", ha spiegato alla Cnn Fares Samer, capo del fornitore di telecomunicazioni palestinese Ooredoo.

Ed è salito a 25.295 il numero dei palestinesi che hanno perso la vota nella Striscia di Gaza da quando, lo scorso 7 ottobre, è iniziata la rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas. Lo rende noto il ministero della Sanità di Gaza, governato da Hamas, aggiungendo che nello stesso arco di tempo sono rimasti feriti 63mila palestinesi. L'ultimo bilancio delle vittime comprende 190 persone uccise e 340 ferite nelle ultime 24 ore.

Netanyahu

Precedentemente, Netanyahu aveva ribadito in un video messaggio la sua contrarietà alla soluzione dei due Stati e la sua determinazione a non permettere l'emergere di uno Stato palestinese a tutti gli effetti e militarizzato, un rifiuto definito "inaccettabile" dall'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell. Gaza deve essere smilitarizzata" ed "essere posta sotto il pieno controllo della sicurezza israeliana", la posizione di Netanyahu che ha sottolineato: "Non scenderò a compromessi sul pieno controllo della sicurezza israeliana sull'intero territorio a ovest del fiume Giordano. Finché sarò primo ministro, continuerò a sostenere fermamente questo anche di fronte alle enormi pressioni internazionali e nazionali". "Apprezzo molto il sostegno degli Stati Uniti a Israele, e l'ho espresso anche al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Tuttavia, rimango fermo sui nostri interessi vitali. Dobbiamo ottenere la vittoria totale".

Il primo ministro ha spiegato che in cambio del rilascio degli ostaggi, "Hamas chiede la fine della guerra, l'uscita delle nostre forze da Gaza, il rilascio di tutti gli assassini e gli stupratori delle forze Nukhba. Se accettiamo questo, i nostri soldati sono caduti invano". Se siamo d'accordo con questo, ha detto ancora, "non possiamo garantire la sicurezza dei nostri cittadini. Non possiamo riportare a casa gli sfollati sani e salvi, e un altro 7 ottobre sarà solo questione di tempo. Non sono in grado di accettare un colpo così fatale alla sicurezza israeliana, e quindi non posso accettarlo".

Borrell

Anche se gli israeliani "sono in disaccordo" con l'Ue su come risolvere la crisi iniziata con gli attacchi del 7 ottobre, "devono venire qui e discutere. Quale altra soluzione hanno, costringere a partire tutti i palestinesi" che vivono nella Striscia? "Ci sono già 25mila morti, il 70% dei quali donne e bambini. Se vogliono distruggere Hamas", di certo non è questo "il modo", perché "stanno seminando odio per generazioni", ha detto l'Alto Rappresentante dell'Ue Josep Borrell, a Bruxelles a margine del Consiglio Affari Esteri, cui partecipano anche, in momenti diversi, i ministri degli Esteri di Israele, Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Autorità Palestinese, oltre al segretario generale della Lega Araba. "Abbiamo bene in mente che cosa ha fatto Hamas, e di certo lo condanniamo e respingiamo. Ma pace e stabilità non possono essere ottenute solo con mezzi militari", ha sottolineato ribadendo la condanna da parte delle Nazioni Unite del rifiuto "inaccettabile" di Netanyahu alle richieste di uno Stato palestinese dopo la guerra a Gaza.

Uccisi membri cellula Hamas nel centro di Gaza

Riservisti della Brigata israeliana Yiftah hanno ucciso la notte scorsa i membri di una cellula di Hamas che si stavano avvicinando ai militari in un'area situata nella parte centrale della Striscia di Gaza. A riferirne sono questa mattina le Forze di difesa israeliane citate dal Times of Israel. Successivamente, ha poi reso noto l'Idf, le truppe hanno avvistato altri miliziani che tentavano di tendere loro un'imboscata nella stessa zona. I soldati hanno disposto un raid aereo, con il quale i miliziani sono stati uccisi.

Mezzaluna Rossa: Idf assedia centro ambulanze nel sud di Gaza

La Mezzaluna Rossa Palestinese (Prcs) ha affermato che le proprie ambulanze non sono in grado di raggiungere i feriti a Khan Younis, poiché le forze israeliane stanno "assediando" il loro centro ambulanze, "prendendo di mira chiunque tenti di spostarsi nell'area" . La Prcs ha aggiunto che questa mattina carri armati israeliani si stavano avvicinando all'ospedale della città di al-Amal a Khan Younis e che avevano perso ogni contatto con la sua squadra nell'area a causa dell'offensiva di terra. Secondo Israele, molti membri e leader di Hamas si nascondono a Khan Younis, la principale città nel sud di Gaza.

Hamas a famiglie ostaggi israeliani: "Vostro tempo sta per scadere"

"La scelta è vostra, se volete recuperare delle bare o persone vive. Il vostro governo sta mentendo, il tempo sta per scadere". Ad affermarlo, secondo quanto riferisce 'Al Jazeera', sono le Brigate al-Qassam, l'ala militare di Hamas, che hanno pubblicato una foto con un messaggio indirizzato alle famiglie degli ostaggi israeliani detenuti nella Striscia di Gaza. Le Brigate Qassam hanno precedentemente annunciato che molti detenuti israeliani sono stati uccisi da attacchi aerei israeliani sulla Striscia dall'inizio della guerra.

L'attacco del 7 ottobre contro Israele è stato "un passo necessario", ma il "caos" che ne è seguito ha provocato alcuni "errori". E' quanto ammette Hamas in un documento di 16 pagine, che è il primo resoconto pubblico del gruppo dell'operazione "Diluvio di al Aqsa" in oltre tre mesi. Nel testo, di cui dà notizia al Jazeera, si legge che l'attacco è stato "un passo necessario e la risposta normale alle cospirazioni israeliane contro il popolo palestinese". "Forse - ammette Hamas - sono stati commessi alcuni errori durante l'operazione a causa del rapido collasso del sistema di sicurezza e militare israeliano e del caso causato lungo le aree di confine con Gaza".

Tramesso nuovo video su rapimento ostaggio il 7 ottobre

Nuove immagini video sull'attacco terroristico del 7 ottobre sono state trasmesse dall'emittente israeliana Channel 13: nel filmato si assiste al momento in cui i miliziani di Hamas sequestrano Yotam Haim, rapito dalla sua casa di Kfar Aza la mattina dell'attacco. Nelle immagini - si legge sul Times of Israel - si vede Haim - a torso nudo - mentre viene trascinato da quattro terroristi attraverso i campi del kibbutz e quindi costretto a salire su un veicolo nero. Yotam Haim ed altri due ostaggi israeliani, Alon Shamriz e Samar Talalka sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco dalle truppe dell'Idf che li hanno erroneamente identificati come una minaccia, il 15 dicembre, nel quartiere Shejaiya di Gaza City.

Ue pronta a 'conseguenze' se Netanyahu dice no a Stato palestinese

L'Ue dal canto suo sta valutando la possibilità di imporre "conseguenze" su Israele se Netanyahu continuerà a opporsi alla creazione di uno Stato palestinese. Lo riferisce il 'Financial Times'. La proposta, che sarà discussa in occasione di una riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue, mette in luce "il crescente disagio" per la posizione di Israele da parte di molti dei suoi alleati occidentali. In un documento diffuso in vista dell'incontro e visionato dal quotidiano britannico "Bruxelles ha proposto che gli Stati membri dell'Ue 'impongano conseguenze nel caso di impegno o di mancato impegno' rispetto al piano di pace proposto. Il piano prevede la creazione di uno Stato per la Palestina e il riconoscimento reciproco della sovranità - la cosiddetta soluzione dei due Stati".

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