Messaggio su X della rappresentanza iraniana all'Onu: "Tutte le opzioni sono sul tavolo". Media: da Usa nuova formula per accordo, pressing su Egitto e Qatar per ok Hamas
"L'Iran considera guerra psicologica la propaganda" israeliana "sull'intenzione di attaccare il Libano, ma se dovesse avviare un'aggressione militare su vasta scala ne scaturirebbe una guerra di annientamento". Così in un post su X la rappresentanza iraniana all'Onu. "Tutte le opzioni sono sul tavolo - aggiungono - anche il pieno coinvolgimento di tutti i fronti della resistenza".
Nei giorni scorsi il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha visitato il "confine nord", nelle zone israeliane a ridosso della frontiera con il Libano e ha assistito a un'esercitazione militare. E, riporta il Times of Israel, ha promesso "vittoria", in caso di conflitto con gli Hezbollah libanesi. Netanyahu ha lodato "la determinazione" dei soldati nel "difendere il Paese".
"Le minacce a cui assistiamo sono una sorta di guerra psicologica", ha detto oggi il premier libanese Najib Miqat che oggi ha visitato il quartier generale del settore sud dell'Esercito, nei pressi di Tiro, vicino al confine con Israele. Il premier, riferisce l'agenzia libanese Nna, ha assicurato che il Paese dei Cedri "supererà questa fase" e che ci sarà una "stabilità permanente ai confini".
Gli Stati Uniti hanno intanto redatto un nuovo testo, una nuova formulazione di alcuni passaggi della proposta di accordo tra Israele e Hamas nel tentativo di concludere l'intesa che porti a un cessate il fuoco e alla liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre in Israele. Lo rivela Axios, che cita tre fonti secondo cui negli ultimi giorni l'Amministrazione Biden ha presentato un "nuovo linguaggio" nel tentativo di ridurre le distanze tra Israele e Hamas.
Secondo le fonti, il lavoro degli Usa, con i mediatori di Egitto e Qatar, si concentra sull'articolo 8 della proposta che riguarda i negoziati che dovrebbero partire tra Israele e Hamas con l'attuazione della prima fase dell'accordo per stabilire le condizioni esatte per la seconda fase, che prevede una "calma duratura" a Gaza.
Hamas, dicono le fonti, vuole che questi negoziati si concentrino solo sul numero e su quali prigioni palestinesi verranno rilasciati dalle carceri israeliane in cambio di ogni soldato israeliano o ostaggio di sesso maschile in vita trattenuto a Gaza, mentre Israele insiste per sollevare il punto della smilitarizzazione dell'enclave palestinese e su altre questioni.
I funzionari Usa, dicono le fonti di Axios, stanno spingendo su Egitto e Qatar affinché facciano pressioni su Hamas in modo che il gruppo, che nel 2007 prese il controllo di Gaza, accetti la proposta. Gli Stati Uniti, evidenzia una fonte, "stanno lavorando duro per trovare una formula che consenta di raggiungere un accordo". E secondo un'altra voce, se Hamas accetterà la nuova formulazione questo consentirà di "chiudere l'accordo".