Si attende la risposta sul documento elaborato dai mediatori, Hamas: "Spirito positivo, prosegue esame proposta". Egitto invita le parti per colmare distanze su accordo. Austin a Gallant: "Per operazione Rafah serve piano credibile evacuazione civili"
Giornata cruciale oggi, giovedì 2 maggio, per la guerra a Gaza. E' infatti attesa una controproposta di Hamas al documento elaborato dai negoziatori del Qatar, egiziani e americani, sull'accordo con Israele per una tregua e la liberazione degli ostaggi. Intanto Netanyahu torna a parlare di operazione a Rafah.
"Faremo quanto necessario per vincere e per sconfiggere i nostri nemici, anche a Rafah". Questo quanto detto intanto dal premier israeliano Benjamin Netanyhau, nel corso di una cerimonia di commemorazione in onore di soldati caduti. "C'erano e ci sono ancora divergenze di opinione al nostro interno riguardo alle operazioni in arene vicine e lontane, ma alla fine della discussione io ho preso una decisione e la decisione è stata accettata. Abbiamo agito lì' e agiremo anche qui", ha affermato in un riferimento alle divisioni tra lui e i vertici della difesa sulla necessità di decidere su una serie di questioni strategiche per mettere fine alla guerra.
Hamas ora parla di "spirito positivo nell'esame della proposta di cessate il fuoco" con Israele. In un comunicato, rilanciato dai media arabi, il movimento fa sapere che il suo leader Ismail Haniyeh ha espresso apprezzamento per il ruolo svolto dall'Egitto, sottolineando lo "spirito positivo" del movimento "nell'esame della proposta di cessate il fuoco".
In mattinata la situazione sembrava invece compromessa. Secondo quanto dichiarato da Osama Hamdan, esponente del gruppo con sede in Libano, alla TV Al-Manar, affiliata a Hezbollah, "la nostra posizione sull'attuale documento negoziale è negativa". Tuttavia, aveva successivamente puntualizzato l'ufficio stampa di Hamas, "non significa che i negoziati si siano fermati".
Haniyeh ha avuto un colloquio telefonico con il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamel, afferma ancora Hamas confermando che una delegazione del movimento si recherà presto al Cairo per negoziati per il cessate il fuoco con Israele. Non solo. Haniyeh ha avuto anche un colloquio telefonico con il premier e ministro degli Esteri del Qatar, Sheikh Mohammed Abdul Rahman Al Thani.
Haniyeh, riporta ancora al-Jazeera, ha espresso apprezzamento per il ruolo svolto dal Qatar e ha insistito sullo "spirito positivo" del movimento "nell'esame" della proposta di cessate il fuoco. C'è accordo tra le due parti, per concludere i colloqui in atto con l'obiettivo di un accordo mediato da Qatar ed Egitto
Le parti restano distanti sulla questione chiave se la fine della guerra nella Striscia di Gaza debba essere passo integrante dell'accordo. E se il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che in Israele ha incontrato Benjamin Netanyahu, parla di progressi "reali e significativi", il premier israeliano ribadisce che non accetterà alcun accordo con Hamas che preveda la fine della guerra a Gaza".
Sarebbero intanto almeno 34.596 le persone morte e 77.816 quelle rimaste ferite nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Lo denuncia il ministero della Sanità dell'enclave palestinese che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas e che dal 7 ottobre è nel mirino delle operazioni militari israeliane scattate a seguito dell'attacco in Israele. L'ultimo bilancio diffuso da Gaza, e riportato dalla tv satellitare al-Jazeera, comprende 28 persone rimaste uccise e 51 ferite nelle ultime 24 ore.
Sei persone sarebbero inoltre rimaste uccise in un bombardamento israeliano nella zona di Al-Zahraa, a nord del campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia. E' quanto riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa.
Qualsiasi operazione pensata per la città di Rafah dovrebbe includere un piano credibile per l'evacuazione dei civili palestinesi. A sottolinearlo, nel corso di un colloquio con il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, è stato il segretario americano alla Difesa americano, Lloyd Austin. Secondo quanto riferito successivamente dal portavoce del Pentagono, il generale Pat Ryder, il colloquio telefonico è stato incentrato "sui negoziati in corso sugli ostaggi, sugli sforzi di assistenza umanitaria e su Rafah". "Il segretario Austin ha riaffermato il suo impegno per il ritorno incondizionato di tutti gli ostaggi e ha sottolineato l'importanza di incrementare il flusso di assistenza umanitaria a Gaza, garantendo al contempo la sicurezza dei civili e degli operatori umanitari", ha riportato Ryder. "Il Segretario ha poi osservato che qualsiasi potenziale operazione militare israeliana a Rafah deve includere un piano credibile per evacuare i civili palestinesi e mantenere il flusso di aiuti umanitari".
Il ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir, ha chiesto al capo del governo, Benjamin Netanyahu, di licenziare il ministro della Difesa, Yoav Gallant, a seguito di una serie di nomine delle Idf - inclusa la sostituzione del capo dell'intelligence militare, Aharon Haliva, che si è dimesso riconoscendo la sua responsabilità nell'attacco di Hamas del 7 ottobre.
Sul social X Ben-Gvir ha sostenuto che Gallant "non ha il mandato per approvare le nomine" che formeranno il nuovo Stato maggiore delle Idf, precisando che la sua richiesta "non ha nulla a che fare" con gli ufficiali nominati, ma è legata alla decisione stessa di Gallant di andare avanti "come se il più grande fallimento nella storia del Paese non fosse avvenuto sotto la sua responsabilità in quanto ministro della Difesa". Secondo Ben-Gvir, Gallant "non è idoneo a continuare a servire come ministro della Difesa".
Nuova protesta a Tel Aviv. Manifestanti hanno bloccato la Ayalon Highway, tornando così a chiedere un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre in Israele. Lo riportano i media israeliani. "O Rafah o gli ostaggi, scegliete la vita", è lo slogan esposto su un grande striscione dai manifestanti che bloccano la strada, già teatro di simili iniziative nelle scorse settimane.
La Turchia ha sospeso tutte le attività commerciali con Israele a partire da oggi. La decisione è stata annunciata dal ministero del Commercio ed è stata presa a causa della "violenza senza sosta" di Israele contro i palestinesi a Gaza.
"Mostruoso" è il "genocidio" perpetrato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Con queste parole il presidente colombiano, Gustavo Petro, ha risposto su X alle accuse del ministro degli Esteri israeliano Israe Katz, per il quale il leader colombiano sarà ricordato per essersi "schierato con i mostri più spregevoli" dopo aver annunciato la rottura delle relazioni con Israele. "Il mostro è il genocidio" e Netanyahu "perpetra il genocidio del popolo palestinese", ha scritto Petro sul suo account sul social network X. Petro ha annunciato che il Paese sospenderà le relazioni diplomatiche con Israele a partire da oggi, come rappresaglia per l'offensiva dell'esercito israeliano contro la Striscia di Gaza.