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Israele, Idf approvano piani operativi per l'offensiva in Libano

Tensioni Stato ebraico-Hezbollah, il punto. Netanyahu: "Inconcepibile stop Usa ad armi". Migliaia in protesta contro il governo Media: nuovi raid sulla Striscia, uccisi almeno 17 civili in campo profughi di Nuseirat e quello di Bureij

Fiamme dopo i bombardamenti israeliani al confine meridionale del Libano - Afp
Fiamme dopo i bombardamenti israeliani al confine meridionale del Libano - Afp
18 giugno 2024 | 09.05
LETTURA: 6 minuti

Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno ''approvato i piani operativi per un'offensiva in Libano''. Lo hanno dichiarato i militari israeliani in una nota, precisando che il piano è stato approvato dal capo del Comando Nord delle Idf, il maggiore generale Ori Gordin, e dal capo della Direzione delle Operazioni, il maggiore generale Oded Basiuk. Gli alti comandanti hanno anche preso decisioni riguardanti ''l’accelerazione della prontezza delle forze sul terreno'', aggiungono i militari.

Nuovi raid Idf su Sud Libano

Le forze israeliane (Idf) confermano intanto una serie di raid sul sud del Libano contro elementi di Hezbollah accusati di essere coinvolti nel lancio di droni, riferisce il Times of Israel, aggiungendo che nelle ultime ore più volte sono scattate le sirene dell'allarme nelle comunità nel nord di Israele per segnalare il lancio di razzi e droni.

La guerra totale

Nel caso in cui ci fosse una ''guerra totale'' che coinvolga anche il Libano, il movimento sciita di ''Hezbollah verrà distrutto'',ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. ''Siamo molto vicini al momento in cui decideremo di cambiare le regole del gioco contro Hezbollah e il Libano. In una guerra totale, Hezbollah sarà distrutto e il Libano sarà colpito duramente'', ha detto Katz secondo una nota diffusa dal suo ufficio.

Pentagono: "Nessuno vuole guerra più ampia"

''Non entrerò in ipotesi e congetture su cosa potrebbe accadere, se non per dire che nessuno vuole vedere una guerra regionale più ampia''. Così il portavoce del Pentagono, il maggiore generale Patrick Ryder, ha commentato in una conferenza stampa la decisione delle Forze di difesa israeliane (Idf) di approvare i piani operativi per una offensiva il Libano.

Israele-Hezbollah, cosa succede

"Il Libano non vuole l'escalation". Così il premier libanese Najib Miqati che nella sua residenza di Beirut ha ricevuto l'inviato Usa Amos Hochstein, in visita per cercare di allentare le tensioni tra Israele e Hezbollah. "Quello che è necessario è fermare l'aggressione israeliana in corso contro il Libano e tornare alla calma e alla stabilità lungo il confine meridionale" del Paese dei Cedri, ha detto il primo ministro secondo le dichiarazioni rilanciate dall'agenzia libanese Nna.

"Continuiamo a cercare di fermare l'escalation, ripristinare la sicurezza e la stabilità e continuiamo a cercare di porre fine alle violazioni della sovranità libanese e agli atti sistematici di uccisione e distruzione commessi da Israele", ha aggiunto Miqati, che ha denunciato le "continue minacce israeliane al Libano".

Il conflitto lungo la Linea Blu tra Israele e Hezbollah è andato avanti abbastanza a lungo. Persone innocenti stanno morendo, le proprietà sono danneggiate, le famiglie sono distrutte e l’economia libanese continua a declinare", ha detto intanto Hochstein parlando con i giornalisti a Beirut. "Il Paese sta soffrendo senza una buona ragione. È nell’interesse di tutti risolvere il conflitto rapidamente e diplomaticamente", ha aggiunto al termine degli incontri con i funzionari libanesi. "L’obiettivo del presidente americano Joe Biden è evitare un’ulteriore escalation verso una guerra più grande".

"Sta per scadere il tempo" per un accordo "mediato a livello internazionale sul confine settentrionale" che ponga fine ai combattimenti con Hezbollah. A lanciare l'avvertimento è stato intanto Benny Gantz, esponente di spicco dell'opposizione israeliana, che ha da poco lasciato il gabinetto di guerra creato in Israele dopo gli attacchi del 7 ottobre. Gantz, che ieri ha incontrato l'inviato speciale degli Stati Uniti Amos Hochstein, ha riferito di aver mandato proprio questo messaggio al suo interlocutore, al quale peraltro - ha scritto su X - "ho espresso il mio apprezzamento per il suo ruolo personale nel cercare di favorire la stabilità regionale", ha aggiunto. "Ho sottolineato il mio impegno a eliminare la minaccia che Hezbollah rappresenta per i cittadini del nord di Israele, a prescindere dagli sviluppi della guerra a Gaza, e sosterrò qualsiasi decisione politica o militare responsabile ed efficace in merito dall'esterno del governo", ha aggiunto.

L'ex ministro della Difesa ha annunciato la scorsa settimana la sua uscita dal gabinetto di guerra - il cui scioglimento è stato formalizzato ieri dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu - a causa dei suoi disaccordi con il capo del governo sull'offensiva scatenata contro la Striscia in seguito agli attacchi di Hamas e di altre fazioni palestinesi.

Netanyahu: "Inconcepibile stop Usa ad armi"

Intanto Netanyahu in un video in lingua inglese diffuso su X sferza gli Usa. "E' inconcepibile che negli ultimi mesi l'Amministrazione" Usa "abbia bloccato armi e munizioni per Israele", afferma. Quando il segretario di Stato Usa Antony "Blinken è stato di recente qui in Israele - esordisce Netanyahu - abbiamo avuto un colloquio schietto" e "ho detto di aver apprezzato molto il sostegno degli Stati Uniti a Israele sin dall'inizio della guerra".

E aggiunge: "Ma ho detto anche altro, ho detto che è inconcepibile che negli ultimi mesi l'Amministrazione abbia bloccato armi e munizioni per Israele". Blinken, prosegue il premier israeliano, "mi ha assicurato che l'Amministrazione è al lavoro giorno e notte per rimuovere questi ostacoli" e "spero davvero sia così". "Dovrebbe essere così", incalza nella dichiarazione in cui sottolinea l'alleanza con gli Usa.

"Israele, il più stretto alleato dell'America, sta combattendo per la sua esistenza, contro l'Iran e gli altri nostri nemici comuni", afferma Netanyahu, che evoca la Seconda Guerra Mondiale e Churchill: "Dateci gli strumenti e finiremo il lavoro molto più rapidamente", conclude il premier israeliano.

"Abbiamo l'impegno di fare in modo che Israele abbia ciò di cui ha bisogno per difendersi da tutta una serie di minacce, e Gaza fa parte" di queste minacce, è stata la la risposta del segretario di Stato americano Antony Blinken a una richiesta di commento sulle parole pronunciate dal premier israeliano.

Migliaia davanti alla Knesset per chiedere nuove elezioni

Sono intanto migliaia le persone radunate per la manifestazione annunciata davanti alla Knesset per chiedere nuove elezioni in Israele. Lo riferisce il sito israeliano di notizie Ynet. I manifestanti sono armati di bandiere israeliane e intonano slogan contro il governo di Benjamin Netanyahu. E' atteso un intervento dell'ex ministro della Difesa, Moshe Ya'alon.

I manifestanti, riferiscono i media israeliani, chiedono anche la liberazione degli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dall'attacco del 7 ottobre in Israele. La manifestazione si tiene nel terzo giorno consecutivo di proteste nel contesto dell'annunciata settimana di mobilitazione contro il governo.

Media: nuovi raid su Gaza, uccisi almeno 17 civili

Almeno 17 civili sono stati uccisi, altri sono rimasti feriti oggi negli attacchi aerei israeliani che hanno colpito diverse aree della Striscia di Gaza. Fonti locali citate dall'agenzia di stampa Wafa hanno riferito che i corpi di otto persone sono stati recuperati dopo un bombardamento che ha colpito un'abitazione. Le ambulanze e le squadre civili hanno recuperato anche i corpi di altre cinque persone a seguito di un attacco aereo israeliano contro negozi nel campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia. I caccia israeliani hanno preso di mira una casa nel campo di Bureij, provocando l'uccisione di diversi civili e causando diverse vittime, mentre hanno portato avanti le loro incursioni in diverse aree della città meridionale di Rafah.

Supererebbe i 37.370 morti il bilancio dei morti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre dello scorso anno. L'ultimo bollettino diffuso dal ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas, parla di 37.372 morti e 85.452 feriti. Lo riferisce la tv satellitare al-Jazeera.

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