Per il movimento 'Liberi nella nostra Terra' bisogna restituire "immediatamente il mandato al popolo"
Nuove proteste contro il governo Netanyahu in Israele. Gruppi che contestano il premier hanno annunciato vari giorni di mobilitazioni, a partire da oggi, per sollecitare la convocazione di elezioni entro il 7 ottobre, quando sarà passato un anno dall'attacco in Israele e dall'avvio della campagna militare israeliana contro Hamas nella Striscia di Gaza.
Un annuncio preceduto da una mobilitazione che ieri mattina ha bloccato alcune delle principali strade di Israele. Le proteste inizieranno oggi, prima della manifestazione, prevista davanti alla Knesset per le 19.
"Il nostro obiettivo è chiaro", ha detto il responsabile del movimento 'Liberi nella nostra Terra', Eran Schwartz, citato dal Times of Israel. Ed è quello di "restituire immediatamente il mandato al popolo e andare alle urne prima dell'anniversario del fallimento rappresentato dallo scorso 7 ottobre".
L'accusa al governo israeliano è di "aver fallito ripetutamente sia sul fronte della difesa della sicurezza di Israele che nel prendersi cura dei suoi cittadini". E di "anteporre la sopravvivenza politica all'interesse del Paese", come "dimostrato dal fallimento nel promuovere un accordo per la liberazione degli ostaggi", trattenuti dal 7 ottobre 2023 nella Striscia di Gaza, e dall' "abbandono dei cittadini del nord" di Israele, nel mirino degli attacchi degli Hezbollah libanesi.
Per un altro esponente del movimento citato dallo stesso giornale, Moshe Radman, le elezioni sono l'unico modo per ridare speranza agli israeliani. A Netanyahu chiede di non avere paura perché "solo un dittatore sarebbe spaventato dalla sua stessa gente".
Dopo le iniziative annunciate per oggi, sono previste nuove proteste per domani e mercoledì sera. Giovedì dovrebbero esserci manifestazioni davanti alle residenze del premier.