La proposta del Cairo nel giorno in cui il ministero degli Esteri smentisce le notizie riguardo alla chiusura del valico da parte degli egiziani
L'Egitto ha chiesto di stabilire una zona cuscinetto che interrompa i bombardamenti intorno al valico di Rafah, rimasto l'unico punto di contatto con il mondo esterno per i due milioni di abitanti della Striscia di Gaza chiusi nell'assedio totale dichiarato dal governo israeliano come risposta immediata ai terribili attacchi di Hamas. La proposta del Cairo viene rivelata nel giorno in cui il ministero degli Esteri egiziano ha voluto smentire quelle che definisce informazioni inesatte riguardo alla chiusura del valico da parte degli egiziani.
Il valico è aperto “salvo il fatto che le sue strutture sul lato palestinese sono state danneggiate a causa dei ripetuti bombardamenti israeliani", si legge in una nota del ministero, nella quale si ricorda che "l’Egitto ha invitato Israele a evitare di colpire il lato palestinese del valico", in modo che possano continuare "i lavori di riparazione" e che il valico possa servire "per sostenere i fratelli palestinesi nella Striscia di Gaza”.
Il valico è stato colpito da raid israeliani martedì pomeriggio, dopo che il governo israeliano aveva dichiarato lo stop di forniture di cibo, carburante ed altri beni a Gaza.
Dopo questo bombardamento si erano ricorse diverse notizie della chiusura del valico che ora il governo egiziano smentisce chiedendo anzi a Paesi ed organizzazioni internazionali di inviare aiuti umanitari per Gaza all'aeroporto di El-Arish, che si trova a 56 chilometri dal valico di frontiera. Aiuti che la Giordania ha già inviato, anche se non è ancora chiaro se potranno effettivamente entrare a Gaza.
La questione dell'apertura del valico di Rafah è strettamente legata a quella dell'apertura di corridoi umanitari con Gaza, per la quale gli Stati Uniti da alcuni giorni stanno conducendo consultazioni con israeliani e egiziani. La preoccupazione di Washington non è solo quella di poter far arrivare a Gaza aiuti umanitari, a fronte delle dichiarazioni delle Nazioni Unite che definiscono l'assedio totale una punizione collettiva. Ma anche quella di poter garantire una via di fuga ai civili palestinesi, già da giorni sotto i raid di israeliani, soprattutto nel caso dell'attesa operazione di terra israeliana.
Ma se l'Egitto è pronto ad usare il valico per i passaggio di cibo ed altri aiuti, si è mostrato invece contrario ad istituire corridoi umanitari per far uscire i palestinesi da Gaza, riferivano nei giorni scorsi alla Cnn fonti Usa informate sulle consultazioni in corso. L'Egitto, che già in passato ha limitato l'ingresso di palestinesi nei suoi territori anche nei momenti di massimo conflitto, sostiene di opporsi all'idea dei corridoi umanitari per i civili per proteggere "il diritto dei palestinesi a difendere la loro causa e la loro terra", contestando quello che al Jazeera sintetizza nel titolo come "il tentativo di svuotare Gaza".