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Su Israele 200 missili dall'Iran, Netanyahu: "La pagherà". Biden: "Sostegno Usa"

Il premier israeliano: "Chiunque ci attacchi noi lo attacchiamo". Teheran avverte: "In caso di rappresaglia nostra risposta sarà più forte e più potente". Colloqui con la Casa Bianca sulla risposta israeliana. Oggi riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu

Netanyahu e Biden
Netanyahu e Biden
02 ottobre 2024 | 00.37
LETTURA: 3 minuti

"L'Iran ha commesso un grosso errore e pagherà per questo". Sono durissime le parole del premier israeliano Benjamin Netanyahu in apertura della riunione del gabinetto di sicurezza dopo l'attacco con 200 missili sferrato dall'Iran contro Israele. "Rispetteremo la regola che abbiamo fissato: chiunque ci attacchi, noi l'attaccheremo", ha scandito.

"Il regime iraniano non capisce la nostra determinazione a difenderci e la nostra determinazione a rispondere ai nostri nemici. Sinwar e Deif (leader di Hamas, ndr) non l'hanno capito, Nasrallah e Shukr non l'hanno capito, e probabilmente c'è chi a Teheran non lo capisce. Lo capiranno", ha avvertito.

L'attacco è "fallito" ed è stato "sventato grazie al sistema di difesa aerea israeliana, che è il più avanzato nel mondo", ha rivendicato Netanyahu, che ha esortato "le forze del bene nel mondo" a unirsi contro Teheran. "Devono stare al fianco di Israele, la scelta non è mai stata così chiara tra la tirannia e la libertà, tra benedizione a maledizione".

Israele è in movimento e l'asse del male è in ritirata - ha concluso - Faremo tutto il necessario per continuare questa tendenza, per raggiungere tutti gli obiettivi della guerra, anzitutto il ritorno dei nostri ostaggi e assicurare la nostra esistenza ed il nostro futuro".

Teheran: "Nostra azione conclusa a meno di ritorsioni"

Tuttavia l'Iran fa afferma che quella contro Israele è stata "un'azione di autodifesa ai sensi dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite", attraverso la quale sono stati presi di mira "esclusivamente i siti militari e di sicurezza responsabili del genocidio a Gaza e Libano", scrive su X il ministro degli Esteri Abbas Araghchi, ricordando come sia stato fatto "dopo aver esercitato un'estrema moderazione per quasi due mesi, per dare spazio a un cessate il fuoco a Gaza".

Ora, ha assicurato, "la nostra azione è conclusa a meno che il regime israeliano non decida ulteriori ritorsioni. In quello scenario, la nostra risposta sarà più forte e più potente", avverte. "I sostenitori di Israele hanno ora la responsabilità accresciuta di tenere a freno i guerrafondai di Tel Aviv invece di lasciarsi coinvolgere nella loro follia", ha concluso il ministro.

Biden: "Discussioni in corso sulla reazione"

Ma dagli Usa il sostegno a una ormai certa reazione di Israele viene confermata dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden: "Ne stiamo discutendo proprio ora, siamo in costante contatto con il governo israeliano", ha affermato l'inquilino della Casa Bianca affermando di "non aver parlato" con Netanyahu. "Abbiamo parlato con tutti i suoi collaboratori e gli parlerò", ha affermato il presidente americano. Che poi, alla domanda su quali potrebbero essere le conseguenze per l'Iran, ha tagliato corto: “Questo resta da vedere”.

Biden ha quindi ribadito che "l'attacco iraniano sembra essere stato respinto ed è stato inefficace. Non ci sono dubbi: gli Stati Uniti sostengono pienamente, pienamente Israele", ha scandito.

L'Iran "è una forza destabilizzante e pericolosa" in Medio Oriente, l'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele "è risoluto", ha fatto eco la vice presidente e candidata alla Casa Bianca Kamala Harris che ha seguito l'attacco iraniano a Israele dalla Situation Room insieme a Biden.

“Il mio impegno per la sicurezza di Israele è incrollabile”, ha affermato Harris, precisando che gli Stati Uniti "non esiteranno mai a intraprendere qualsiasi azione sia necessaria per difendere le forze e gli interessi statunitensi contro l'Iran e i terroristi sostenuti dall'Iran".

Oggi vertice Onu

E' stata convocata per domani mattina ora americana una riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dell'attacco iraniano a Israele.

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