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Israele pronto a colpire Iran, Usa frenano su siti nucleari. Italia all'Onu: "Fermare escalation"

Il primo ministro israeliano Netanyahu avverte: "L'Asse del male cerca di distruggerci, ma non accadrà''. La replica del presidente iraniano Pezeshkian: ''State trascinando l'intera regione in guerra''

Edificio distrutto da missile iraniano in Israele (Afp)
Edificio distrutto da missile iraniano in Israele (Afp)
03 ottobre 2024 | 00.02
LETTURA: 4 minuti

Israele si prepara a colpire l'Iran come reazione all'attacco missilistico lasciato da Teheran nella serata dell'1 ottobre. ''Siamo nel mezzo di una dura guerra contro l'Asse del male che cerca di distruggerci, ma non accadrà'' ha detto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, mentre i vertici delle forze di difesa (Idf) annunciano che si "vendicheranno per l'aggressione subita da Teheran con precisione e potenza". "Sappiamo come individuare obiettivi importanti", avverte il generale Herzi Halevi e "siamo in grado di raggiungere qualsiasi punto in Medio Oriente".

"L'Iran ha attaccato aree residenziali e ha messo in pericolo la vita di molti civili", ma per fortuna, aggiunge Halevi, "grazie al comportamento di ognuno e alla difesa di alta qualità, il danno è stato limitato".

I possibili obiettivi

La rappresaglia potrebbe puntare alle raffinerie di Teheran oppure agli impianti del programma nucleare iraniano. Un'ipotesi quest'ultima che non ottiene il semaforo verde del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. A una domanda in merito a un eventuale sostegno americano risponde con un secco "no", aggiungendo che sono in corso i colloqui perché la risposta sia "proporzionata" e che "presto probabilmente vedrà Netanyahu". L'ultimo colloquio tra i due risale al 21 agosto, secondo quanto riferito dalla Casa Bianca. Da allora, la situazione nella regione ha registrato una escalation.

Teheran e il rischio allargamento conflitto

Teheran attende le mosse di Netanyahu e manda continui messaggi: in caso di azione israeliana, l'Iran tornerà a colpire. ''Israele sta trascinando la regione in una guerra, ma l'Iran non vuole intensificare ulteriormente il conflitto'' sostiene il presidente iraniano Masoud Pezeshkian.

"Se Israele risponde, noi faremo lo stesso, ma più duramente" avverte. ''La guerra a Gaza deve finire'', ha aggiunto Pezeshkian, sottolineando la volontà di ''riportare la sicurezza nella regione''. Secondo quanto riporta l'emittente Kann, però, l'iniziativa israeliana non sarà tale da portare a una guerra regionale con l'Iran.

L'Italia all'Onu: "Evitare escalation"

Alla riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu l'Italia lancia "un appello per un cessate il fuoco immediato in Libano". L'ambasciatore alle Nazioni Unite, Maurizio Massari, ribadisce l'impegno del nostro Paese, anche in qualità di presidente di turno del G7, "per una soluzione diplomatica" della crisi in Medio Oriente evitando "qualsiasi ulteriore spirale di escalation", e per "la stabilizzazione del confine israelo-libanese".

"L'Italia condanna fermamente l'attacco iraniano a Israele. Esprimiamo profonda preoccupazione per gli sviluppi in corso e chiediamo moderazione e responsabilità a tutti gli attori regionali", ha detto Massari.

"Continueremo a lavorare per una soluzione diplomatica - afferma il rappresentante italiano al Palazzo di Vetro - e siamo pronti ad assistere attivamente le Forze armate libanesi nell'assunzione delle proprie responsabilità lungo il confine con Israele. Su questo punto, l'Italia ritiene della massima importanza sostenere e rilanciare pienamente i negoziati Libano-Israele per stabilire pacificamente i propri confini. Continueremo a impegnarci con i nostri partner e alleati e a mantenere aperti canali di dialogo con tutti gli attori della regione".

Intanto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres, dichiarato persona non grata da Israele, condanna "con fermezza" l'attacco iraniano nel suo intervento alla riunione di emergenza. "Come ho fatto in relazione all'attacco iraniano di aprile condanno nuovamente con fermezza il massiccio attacco missilistico dell'Iran contro Israele". Le sue parole, però, non sono sufficienti per allentare la tensione con Tel Aviv.

L'ambasciatore israeliano all'Onu ha affermato che "il tempo dei vuoti appelli alla de-escalation è finito". Danny Danon, durante una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha detto che "il vero volto dell'Iran è quello del terrore, della morte e del caos". "Non è più una questione di parole", ha detto. "L'Iran è un pericolo molto reale e presente per il mondo, e se non verrà fermato, la prossima ondata di missili non sarà puntata solo contro Israele", afferma.

Nuovo raid a Beirut

La crisi Iran-Israele rischia di far passare in secondo piano il fronte libanese. L'esercito israeliano annuncia di aver effettuato nella serata di mercoledì un attacco aereo su Beirut. L'attacco sulla capitale del Libano è definito ''mirato''. Media sauditi, rilanciati da Haaretz, informano di un bombardamento sul quartiere Dahiyeh di Beirut, roccaforte di Hezbollah.

Giordania: "Non diventeremo campo di battaglia di nessuno"

Tutta la regione è in fibrillazione. "La Giordania non sarà il campo di battaglia di nessuno" e il Paese ''si difenderà da qualsiasi minaccia'', il messaggio che il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi fa arrivare a Iran e Israele dopo che i missili di Teheran violato lo spazio aereo giordano. La Giordania ''si difenderà con tutte le sue capacità contro qualsiasi minaccia alla sua sicurezza, alla sua stabilità e alla sicurezza dei suoi cittadini'', dice Safadi al ministro degli Esteri britannico David Lammy, affermando che ''la Giordania ha chiaramente informato l’Iran e Israele di questa posizione''.

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