La tregua temporanea offerta ieri da Mosca
Guerra Ucraina-Russia, sono in tutto 45 i pullman che fanno parte del convoglio per l'evacuazione di civili da Mariupol, dove da oggi è in vigore il cessate il fuoco per consentire la partenza verso Zaporizhzhia. I cittadini saliranno a bordo dei bus a partire da domani. La Croce rossa ha reso noto che si sta preparando per facilitare l'evacuazione, a patto che Kiev e Mosca siano d'accordo sui "termini esatti dell'operazione". "Per ragioni logistiche e di sicurezza, siamo pronti a guidare l'operazione per un passaggio sicuro domani, a patto che tutte le parti concordino sui termini esatti, incluso il percorso, l'ora di inizio, e la durata", ha affermato il portavoce, Ewan Watson, secondo quanto si legge sul Guardian.
Il capo del centro di controllo della Difesa nazionale russa, Mijail Mizintsev, ha precisato che verrà aperto un corridoio umanitario aggiuntivo per evacuare i civili da Mariupol a Zaporizhzhia passando da Berdyansk, sostenendo che la strada che collega questa a Mariupol sarebbe regolarmente oggetto del fuoco da parte dei militari e nazionalisti ucraini. Kiev e Mosca si sono ripetutamente accusati a vicenda di sabotare la fuga dei residenti da Mariupol, che è stata circondata dalle truppe russe per settimane.
In totale a Zaporizhia sono stati evacuati 80442 residenti di Mariupol, riferisce il Consiglio comunale di Mariupol.
Sale intanto a 20 il bilancio delle vittime dell'attacco russo di martedì contro l'edificio dell'amministrazione della città di Mykolaiv, nel sud dell'Ucraina. Lo ha confermato su Facebook il servizio statale di emergenza ucraino.
Trostyanets "è rimasta occupata per 30 giorni. Il 90% delle persone sono senza gas, acqua, corrente e connessione. La maggior parte delle case è distrutta a causa dei razzi oppure a causa degli incendi esplosi dopo. Ogni giorno nella città troviamo i corpi delle persone morte o torturate. Almeno 10 mila abitanti avevano lasciato la città attraverso i corridoi verdi e altrettanto ne restano ancora e hanno bisogno di cibo e medicine", ha detto il sindaco Yurii Bova, parlando delle conseguenze dell'invasione russa nella città nella regione di Sumy. "Ci serve tutto - ha aggiunto - dai materiali edili ai computer. Dobbiamo ricostruire le scuole, le case. La nostra città era bella e curata, ora invece è terra bruciata".
Domani 1 aprile nuovo round negoziati online
Per domani è previsto un nuovo round di negoziati online, ha fatto sapere il capo della delegazione ucraina, David Arakhamia, su Telegram.
"I negoziati continuano ma per ora si tratta solo di parole", ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in un nuovo video. A proposito della presunta de-escalation annunciata dalla Russia nelle zone di Kiev e Chernihiv, il leader ucraino ha affermato che è "la conseguenza del lavoro dei nostri difensori, ma allo stesso tempo vediamo aumentare i militari (russi, ndr) nel Donbass, e per questo siamo pronti. Non ci fidiamo di nessuno, perché c'è una situazione reale sul campo di battaglia e ora questa è la cosa più importante". "Combatteremo per ogni metro della nostra terra, combatteremo per ogni singola persona" ha scandito Zelensky.
Russia e Ucraina hanno fatto "progressi significativi" durante l'ultimo round di negoziati a Istanbul. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, secondo cui per Mosca c'è stato "un passo avanti positivo" anche se "non c'è ancora il risultato finale". Intervistato dai media russi, Lavrov ha sottolineato che i negoziatori ucraini "hanno confermato la necessità di garantire lo status non nucleare e neutrale dell'Ucraina e la sua sicurezza al di fuori della Nato" e "hanno capito che le questioni della Crimea e del Donbass sono state risolte per sempre".
"Non c'è stato alcun punto di svolta" dopo il quarto round di colloqui che si è svolto a Istanbul in Turchia, ha affermato dal canto suo portavoce del Cremlino Dmitry Peskov sottolineando che il Cremlino ''non ha visto nulla di promettente'' e che ''c'è ancora un grande lavoro da fare''. Peskov ha comunque giudicato ''positivo'' il fatto che l'Ucraina abbia messo per iscritto le sue richieste per porre fine al conflitto.
"Se avete notato, evitiamo accuratamente qualsiasi dichiarazione su quelle questioni che sono sostanzialmente sul tavolo delle trattative. Non le discutiamo pubblicamente, riteniamo che le trattative debbano andare avanti in silenzio", ha sottolineato Peskov, criticando le dichiarazioni su media e social media di alcuni rappresentanti dell'Ucraina, "compresi coloro che non hanno nulla a che vedere con i negoziati. Questo - ha affermato - non è un fattore che contribuisce al successo di questi negoziati".