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Guerra Ucraina, Italia espelle 30 diplomatici russi. Mosca: "Risponderemo"

Draghi: "Decisione in accordo con altri partner europei e atlantici". Cremlino: "Decisione miope"

(Afp)
(Afp)
05 aprile 2022 | 11.10
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''Il governo italiano ha deciso di espellere 30 diplomatici russi in servizio presso l'ambasciata in quanto persone non grate''. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio spiegando che ''questa misura, assunta insieme ad altri partner europei e atlantici si è resa necessaria per ragioni legate alla nostra sicurezza nazionale e nel contesto della situazione attuale di crisi conseguente all'ingiustificata aggressione all'Ucraina da parte della Federazione russa''.

''L'Italia è disponibile a fare da garante della sicurezza e della pace in Ucraina e faremo tutto quello che serve per portare avanti questo lavoro'' e questo ''non espone a nessun rischio'', ha detto il titolare della Farnesina, spiegando che "essere tra i Paesi garanti significa far parte di un percorso diplomatico che porta a un obiettivo di un accordo di pace che guardi a tutti gli aspetti contesi in questo momento, partendo dalla volontà del popolo e delle istituzioni ucraini''.

''Non saranno delle minacce a fermare la nostra azione per la pace'', ha affermato Di Maio, aggiungendo che ''la nostra missione per la pace continua e il nostro obiettivo è quello di raggiungere un accordo di pace che fermi questa guerra in Ucraina. Una guerra voluta da Putin, scatenata da Putin e che noi dobbiamo fermare con tutte le nostre forze partendo dai cessate il fuoco localizzati e arrivando a un accordo''.

DRAGHI - "Nella giornata di oggi abbiamo espulso 30 diplomatici russi, una decisione presa in accordo con altri partner europei e atlantici". Così il premier Mario Draghi, intervenendo a Torino alla firma del patto per la città.

RUSSIA - La Russia darà "una risposta adeguata all'espulsione di diplomatici dall'Italia, ha annunciato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, citata dall'agenzia di stampa Tass.

Secondo il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si tratta di una "decisione miope" che non rimarrà senza risposta. "Limitare le possibilità di comunicazione diplomatica" in una situazione "senza precedenti" è una "decisione miope", ha spiegato, citato dall'agenzia Inferfax. Secondo il portavoce, le espulsioni "in primo luogo, complicheranno ulteriormente le nostre comunicazioni, necessarie per la ricerca di un accordo, e in secondo luogo, porteranno inevitabilmente a misure reciproche".

La decisione è "immotivata" e "porterà ad un ulteriore deterioramento delle relazioni bilaterali", afferma dal canto suo l'ambasciata russa in Italia. Ricordando che l'ambasciatore russo, Sergey Razov, è stato convocato alla Farnesina per la notifica del provvedimento, l'ambasciata sottolinea come da parte delle autorità italiane non sia stata "fornita alcuna prova" delle azioni dei diplomatici. L'ambasciatore, si legge in una nota, ha "esplicitamente espresso la protesta contro la decisione immotivata da parte italiana" e "ha dichiarato che questo passo non rimarrà senza risposta da parte russa".

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