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Gaza, l'Unrwa denuncia: sfollate con forza 9 persone su 10

Usa distruggono piattaforma per lancio di droni Houthi in Yemen

Sfollati a Gaza - (Afp)
Sfollati a Gaza - (Afp)
26 luglio 2024 | 10.32
LETTURA: 4 minuti

L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) afferma che nove persone su dieci nella Striscia di Gaza sono state "sfollate con la forza" durante la guerra. "Le famiglie cercano riparo dove possono: scuole sovraffollate, edifici distrutti, tende improvvisate sulla sabbia o in mezzo a mucchi di spazzatura. Nessuno di questi posti è sicuro. Le persone non hanno più un posto dove andare", ha scritto l'Unrwa su X.

Usa distruggono piattaforma per lancio di droni Houthi in Yemen

L'esercito degli Stati Uniti ha affermato di aver distrutto una piattaforma per il lancio di droni in una zona dello Yemen controllata dai ribelli Houthi, nell'ambito dei bombardamenti contro il Paese in risposta agli attacchi del gruppo contro le navi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden. Lo indica il Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) in un breve comunicato pubblicato sul suo account sul social network X.

"È stato accertato che questa piattaforma rappresentava una minaccia imminente per gli Stati Uniti, le forze della coalizione e le navi mercantili nella regione", ha affermato, prima di sottolineare che "queste azioni sono state effettuate per proteggere la libertà di navigazione e garantire che le acque internazionali siano più sicure". Gli Houthi, che controllano le zone più popolate dello Yemen, hanno lanciato attacchi contro il territorio israeliano e contro navi a cui attribuiscono qualche tipo di rapporto con lo Stato ebraico, in seguito all'offensiva scatenata contro Gaza dopo gli attacchi compiuti il 7 ottobre dal Movimento di resistenza islamica (Hamas).

Gli Houthi hanno recentemente effettuato un attacco con droni sulla città israeliana di Tel Aviv che ha provocato la morte di una persona. In seguito, l'aeronautica israeliana ha effettuato una serie di bombardamenti contro la città portuale di Hodeida, descritta dalle autorità israeliane come un punto d'accesso per le armi inviate dall'Iran ai ribelli e, quindi, un "obiettivo militare legittimo". I ribelli hanno anche attaccato navi americane e britanniche e altri mezzi strategici in risposta ai bombardamenti di questi Paesi contro lo Yemen, in un intervento che Washington e Londra basano sulla volontà di garantire la sicurezza della navigazione nel Mar Rosso, nel Golfo di Aden e l'Oceano Indiano.

Oltre 100 terroristi uccisi a Khan Younis

Più di 100 terroristi sono stati uccisi dalle truppe della 98a Divisione dell'esercito israeliano durante una nuova operazione a Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale. Lo ha reso noto l'Idf. L'offensiva a Khan Younis è stata lanciata lunedì, dopo che l'esercito ha dichiarato di aver identificato terroristi di Hamas che si stavano riorganizzando tre mesi dopo che l'Idf si è ritirato dalla città. L'offensiva mirava anche a recuperare i corpi di cinque ostaggi uccisi.

Uccisi più di 500 terroristi in Libano

Il capo del Comando Settentrionale delle Idf ha reso noto che l'esercito israeliano ha ucciso più di 500 terroristi in Libano negli ultimi nove mesi di scontri. "Abbiamo già eliminato più di 500 terroristi in Libano, la maggior parte dei quali provenienti da Hezbollah, e abbiamo distrutto migliaia di infrastrutture", ha riferito il Maggiore Generale Ori Gordin alle truppe della Brigata Golani nel nord di Israele. "Le nostre spalle sono i residenti, le nostre spalle sono i cittadini e i nostri volti e le nostre armi sono puntate verso il nemico. Quando arriverà il momento e lanceremo un attacco, sarà un attacco decisivo", ha aggiunto.

Esteso per altri 45 giorni bando trasmissioni al-Jazeera in Israele

Un tribunale distrettuale di Tel Aviv ha approvato l'estensione del bando delle trasmissioni di Al Jazeera per altri 45 giorni. Lo ha reso noto la radio dell'esercito israeliano. Il divieto di trasmissioni per l'emittente del Qatar, deciso dal ministro delle Comunicazioni israeliano Shlomo Karhi, era già stato prorogato lo scorso 13 giugno.

Gb ritira contestazione a mandato arresto Netanyahu e Gallant

La Gran Bretagna ha annunciato che non contesterà più i mandati d'arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yoav Gallant emessi lo scorso maggio dalla Corte penale internazionale. Lo ha reso noto un portavoce del nuovo governo laburista britannico.

Secondo documenti resi noti lo scorso giugno, il precedente governo guidato dal conservatore Rishi Sunak aveva presentato, in qualità di stato membro della Corte, la richiesta di specificare se la "Corte possa esercitare la sua giurisdizione su cittadini israeliani, considerato la Palestina non può esercitare la sua giurisdizione sui cittadini israeliani sulla base degli accordi di Oslo".

Israele non è Paese membro della Corte, ma i procuratori a maggio spiegarono che le incriminazioni erano possibili perché relative a fatti compiuti a Gaza che appartiene all'Autorità Nazionale Palestinese che è invece è membro della Corte. Ora un portavoce del governo del premier laburista Keir Starmer ha "confermato che non continuerà a sostenere la richiesta, in linea con la nostra posizione assunta da tempo che questa è una questione che spetta alla Corte decidere".

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