Per il capo della guardia presidenziale il colpo di Stato si è reso "necessario per il peggioramento sicurezza" nel Paese. Sospesa la Costituzione
Il generale Abdourahmane Tchiani, capo della guardia presidenziale nigerina, si è autoproclamato "capo del governo di transizione" del Niger. Tchiani ha parlato su Télé Sahel in qualità di "presidente del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria", il Cnsp annunciato nella notte tra il 26 e il 27 luglio per "porre fine" al "regime" del presidente Mohamed Bazoum democraticamente eletto.
I golpisti del Niger hanno ha annunciato la sospensione della costituzione del 2010 e sciolto tutte le istituzioni del Paese. Lo riporta il portale Internet ActuNiger. "La costituzione del 25 novembre 2010, così, come tutti gli istituti ad essa connessi, è sospesa. Il Consiglio Nazionale per la Difesa della Patria assume temporaneamente i poteri esecutivo e legislativo. Il presidente del Consiglio assume le funzioni e i poteri di capo di stato e rappresentante del Niger a livello internazionale", afferma ActuNiger.
Il generale, riporta Radio France Internationale, ha giustificato il colpo di stato parlando del "peggioramento della situazione di sicurezza" e "il malgoverno" in Niger. "L'azione del Cnsp è motivata da una parte, dalla sola volontà di preservare la nostra cara patria di fronte al continuo peggioramento della situazione di sicurezza nel nostro Paese, senza che le autorità deposte lascino intravedere una vera soluzione per l'uscita dalla crisi, e dall'altra dal malgoverno a livello economico e sociale", ha detto il generale. Secondo Tchiani, "l'attuale approccio della sicurezza non ha permesso di mettere in sicurezza il Paese nonostante i grandi sacrifici dei nigerini e l'apprezzato sostegno dei partner".
Tchiani ha poi criticato un approccio che a suo avviso "esclude qualsiasi vera collaborazione con Burkina Faso e Mali, nonostante condividiamo con questi due Paesi vicini la zona di Liptako-Gourma in cui si concentrano oggi le attività dei gruppi terroristici che combattiamo". "Non possiamo più continuare con gli stessi approcci, con quelli sinora proposti, con il rischio di assistere alla scomparsa graduale e inevitabile del nostro Paese. E' per questo che abbiamo deciso di intervenire e di assumerci le nostre responsabilità", ha detto.
Infine la richiesta ai "partner a livello tecnico e finanziario e agli amici del Niger di comprendere la situazione specifica del nostro Paese per assicurare tutto il supporto necessario, al fine di consentirgli di affrontare le sfide".
Nessuna notizia intanto del presidente nigerino Mohamed Bazoum, al potere dal 2021 dopo essere stato democraticamente eletto. Secondo diverse fonti Bazoum è sempre trattenuto - da mercoledì - con la sua famiglia nel palazzo presidenziale e starebbe bene. Non è chiaro dove sia Bazoum e se sia ancora detenuto, evidenzia invece al-Jazeera.
Nelle scorse ore si sono moltiplicate le voci che ne hanno chiesto il rilascio senza condizioni e sia il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, che il presidente francese Emmanuel Macron hanno parlato con Bazoum. Macron ha parlato per l'ultima volta con Bazoum questa mattina, ha detto il ministro degli Esteri Catherine Colonna come hanno riportato i media francesi.
Ieri mattina un tweet firmato 'MB' sul profilo Twitter di Bazoum, l'ultimo pubblicato, recitava: "Le conquiste ottenute faticosamente saranno salvaguardate. Ci penseranno tutti i nigerini che amano la democrazia e le libertà". Ma nel frattempo il capo della guardia presidenziale che ha bloccato Bazoum nella sua residenza, il generale Abdourahmane Tchiani, si è autoproclamato nuovo leader del Niger come presidente del Consiglio nazionale per la salvaguardia della patria (Cnsp).