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Georgia: l'ombra di Ivanishvili sulle elezioni, gli interessi del tycoon coincidono con quelli di Mosca

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24 ottobre 2024 | 18.48
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Bidzina Ivanishvili non è più Premier e neanche deputato. Ma con il suo Sogno georgiano e il patrimonio - valutato in 7,6 miliardi di dollari, un quarto del prodotto interno lordo della Georgia - continua a essere l'ombra che si proietta sul Paese in cui si vota sabato. L'oligarca di 68 anni che tutti in Georgia chiamano "Bidzina" è sceso in campo nel 2012, accolto a braccia aperte dalla comunità internazionale che aveva invece sostenuto Mikhail Saakashvili nei suoi primi anni al potere.

Un terzo dei georgiani continua a sostenere Sogno georgiano - nome derivato da un brano rap del figlio del tycoon, Bera - che rimane il partito più popolare, malgrado la svolta filorussa impressa alle sue politiche. Ed è un paradosso che rende incerto il risultato del voto di sabato, perché l'80 per cento dei georgiani è invece favorevole all'ingresso del Paese nell'Unione europea.

Se in Georgia c'è una influenza di Mosca, e le leggi 'russe' varate negli ultimi mesi sembrano confermarlo, è a Bidzina che bisogna guardare si dice. Anche se il suo percorso autoritario, pur se dietro le quinte, ricalca quello dei precedenti 'salvatori' del Paese, Eduard Shevardnadze e Mikhail Saakashvili.

In questo momento di crisi, Sogno georgiano presenta l'Occidente come la 'fazione della guerra". Ma sostenere che ci sia una "mano russa" dietro la svolta politica dell'ambiguo tycoon semplifica troppo. "La situazione è un poco più complicata", sottolinea l'analista Thomas de Waal indicando piuttosto l'insieme degli interessi personali di Ivanishvili intrecciati alla deriva verso il nazionalismo conservatore alla Viktor Orban che ben si sposa con l'ideologia sovietica della Georgia come bastione della civiltà circondato da nemici impegnati a combattere contro continue ondate di invasori. In questo contesto, gli interessi di Ivanishvili coincidono con quelli di Mosca.

Dopo una prima laurea in ingegneria a Tbilisi, che si è pagato lavando i pavimenti in fabbrica, Ivanishvili ha proseguito i suoi studi in economia a Mosca. E' lì, nei ruggenti anni Novanta che ha accumulato capitale vendendo componenti elettroniche. Ha quindi fondato la sua prima banca, la Rossiyskiy Kredit e partecipato alla privatizzazione della produzione di alluminio in Siberia. Il fratello è stato rapito in un tentativo di estorsione. E Bidzina ha chiesto la protezione dei servizi russi, con un debito che secondo alcuni mai si estingue, e si è trasferito in Francia e poi in Georgia.

Ha portato via la maggior parte dei suoi asset dalla Russia, investendo la gran parte del suo capitale in Credit Suisse con cui è poi stato in causa, fino a che nel 2022, in seguito all'inizio della guerra in Ucraina, sono stati congelati 2,7 miliardi del suo patrimonio, un passo considerato dal governo di fatto come una sanzione, innescando la svolta di Tbilisi.

Sono state quindi introdotte leggi per blindare la Georgia da misure restrittive: la Banca nazionale ha cambiato le norme sull'attuazione delle sanzioni rendendo più difficile congelare il patrimonio di un georgiano soggetto a sanzioni, il Premier ha assunto il controllo del Fondo pensione georgiano che vale 1,68 miliardi di euro ed è stato adottato un provvedimento per facilitare, e detassare, il rientro in Georgia di capitali mantenuti nei paradisi fiscali. Lo scorso anno la Georgia ha firmato un accordo di partnership con Pechino che apre il Paese agli investimenti cinesi. Dopo l'inizio della guerra, la Georgia ha aumentato i suoi scambi con la Russia, autorizzato la ripresa di voli diretti, e probabilmente aggirando le sanzioni autorizzando il transito di beni sanzionati verso la Russia. Il processo di avvicinamento all'Unione europea mette a rischio questo modello di business. Da qui la necessità di fare un passo indietro.

Padre minatore, minore di cinque figli, cresciuto a Chorvila in campagna "a piedi nudi", secondo la mitologia che si è costruito - "ma felice, molto più felice dei miei figli". La parabola politica di Ivanishvili la riassume Giorgi Gakharia, ex Premier fra il 2019 e il 2021 ed ex esponente di Sogno georgiano e Premier, in una intervista a Politico. "E' organizzato, orientato sugli obiettivi, con una chiara etica del lavoro. Ma non ha idea di come funzioni lo Stato, in modo diverso che una impresa", testimonia, ricordando di essersi dimesso dopo che Bidzina aveva iniziato a controllarlo in modo ossessivo. "I ministri, incluso il Premier, fanno fatica a prendere decisioni durante i negoziati con i partner perché ogni passo deve prima essere approvato da Ivanisvili", ha aggiunto.

Il tycoon non controlla solo i ministri. Lo fa anche con le istituzioni come il sistema giudiziario e i servizi di sicurezza oltre che l'economia e il suo partito. "La cosa più importante per lui è il potere", ha testimoniato Eka Beselia, ex cofondatrice di Sogno georgiano passata all'opposizione,, nel 2018, dopo che Bidzina aveva esercitato pressioni perché rinunciasse a una riforma della giustizia in programma da tempo. "Si è reso conto che se vuoi mantenere il potere senza accogliere la democrazia devi controllare i tribunali. Ha deciso di mettere il controllo dei tribunali nelle mani del suo partito".

All'inizio del suo percorso politico Bidzina ha donato al Paese quasi un miliardo di dollari per finanziare progetti pubblici, per costruire strade, parchi, chiese, e ristrutturare siti storici. E della sua cittadina natale, interamente ristrutturata, con forniture gratuite di gas.

Lo scorso febbraio ha installato come Premier Irakli Kobakhidze, vicino ai conservatori riuniti ogni anno da Orban a Budapest, che non nasconde critiche all'Occidente. "La Georgia avrà un brillante futuro europeo. Ma sarà possibile arrivarci solo mantenendo la pace e proteggendo la nostra dignità", ha dichiarato in un Paese in cui nessuno si dichiara più apertamente anti europeo, così come avviene in Moldova, d'altronde.

"Ivanishvili non è filoamericano, non filo europeo, non pro russo, non pro Cina, e neanche pro Georgia. He solo per se stesso", dice Gakharia che ora guida uno dei quattro gruppi all'opposizione "Per la Georgia".

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