Negli Usa il college di Los Angeles annulla cerimonia laurea per motivi di sicurezza. Manifestazioni filo-palestinesi anche in Australia
Dilagano le proteste contro Israele nelle università. Dopo gli Usa, anche in Francia gli studenti hanno manifestato chiedendo la fine della guerra a Gaza e "la fine della repressione delle voci filo palestinesi nel campus".
Alcune decine di studenti hanno occupato un edificio del complesso di SciencesPo a Parigi. L'irruzione è avvenuta ieri sera, scrive Le Parisien, ricordando che il giorno prima la polizia aveva sfollato un altro palazzo occupato, sempre nel settimo arrondissement.
Intanto negli Usa, l'Università della California del Sud (Usc) di Los Angeles ha annullato la cerimonia di laurea del 10 maggio, per motivi di sicurezza, a seguito delle proteste scoppiate in decine di campus negli Stati Uniti per la guerra Israele-Gaza. In una dichiarazione, l'Usc ha affermato che "non sarà in grado di ospitare la cerimonia sul palco principale che tradizionalmente porta 65.000 studenti, famiglie e amici" nel suo campus.
Mercoledì la polizia ha arrestato almeno 93 persone nel campus per violazione di domicilio e ha ordinato lo smantellamento di un accampamento. L'Usc ha annunciato all'inizio del mese che alla studentessa musulmana Asna Tabassum non sarebbe più stato permesso di tenere un discorso di commiato a causa di non specificate minacce alla sicurezza.
Alla Emory University di Atlanta, 28 manifestanti sono stati arrestati ieri dopo essersi rifiutati di andarsene. A New York, la Columbia University non ha rispettato la scadenza di ieri sera per porre fine all’accampamento nel suo campus.
Le proteste contro la guerra a Gaza arrivano anche in Australia, dove gli studenti hanno montato delle tende all'Università di Sydney e hanno gridato slogan simili a quelli espressi negli Stati Uniti, e lanciato appelli a disinvestire dalle società collegate a Israele. Lo scrive al Jazeera, aggiungendo che gli studenti hanno anche scandito slogan contro il primo ministro Anthony Albanese per la sua politica nei confronti di Israele e Gaza, chiedendo al governo di condannare fermamente la violenza.