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G20, per Modi "fatta la storia" ma manca condanna della Russia. Ira di Kiev

Nella prima giornata di lavori, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni accusa ancora una volta Mosca di "usare le forniture energetiche come arma". Oggi la conclusione del vertice

I leader del G20 in India in riunione - Afp
I leader del G20 in India in riunione - Afp
10 settembre 2023 | 00.06
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"Abbiamo fatto la storia", dice Narendra Modi al termine della prima giornata di lavori del G20, aperta ieri con il via libera all'ingresso a pieno titolo dell'Unione Africana nel gruppo e conclusa con la firma di un memorandum per un corridoio economico tra India, Medio Oriente ed Europa, che dovrebbe essere alternativo alla Via della Seta cinese. Nel mezzo il via libera alla dichiarazione finale, con il compromesso sulla parte che riguarda la guerra in Ucraina.

UCRAINA, RUSSIA E LA DICHIARAZIONE

La Russia non viene citata, la sua aggressione non viene condannata, anche se si richiama il comunicato di Bali dell'anno scorso e le risoluzioni dell'Onu approvate in questi 18 mesi: un escamotage per 'salvare' il vertice, che rischiava di fallire proprio su questo punto. E la sherpa russa ha buon gioco a definire "equilibrato" il testo, mentre Kiev lo boccia: "Il G20 non ha nulla di cui essere orgoglioso".

Le prime due sessioni del vertice - "One earth" e "One family" - sono dedicate a clima, ambiente ed energia e poi a crescita inclusiva, obiettivi del millennio, parità di genere, istruzione. La premier Giorgia Meloni interviene alla prima per mettere in guardia da "approcci troppo radicali o asimmetrici nella transizione ecologica ed energetica che potrebbero provocare squilibri pericolosi". Accusa ancora una volta la Russia di "usare le forniture energetiche come arma" e poi annuncia che l’Italia destinerà all'Africa oltre il 70% suo Fondo Italiano per il clima: "Questo significa 3 miliardi di euro nei prossimi 5 anni, equamente destinati a iniziative di mitigazione e adattamento".

ITALIA-CINA, MELONI VEDE PREMIER PECHINO

Tra una sessione e l'altra, il bilaterale più importante per Meloni, quello con il premier cinese Li Qiang, al quale conferma, mentre l'Italia si appresta a lasciare la Via della Seta, "la comune intenzione di consolidare e approfondire il dialogo tra Roma e Pechino sulle principali questioni bilaterali e internazionali". "Forti entrambe di una storia millenaria, Italia e Cina condividono un Partenariato Strategico Globale di cui il prossimo anno ricorrerà il ventesimo anniversario e che costituirà il faro per l’avanzamento dell’amicizia e della collaborazione tra le due Nazioni in ogni settore di comune interesse", sottolinea Palazzo Chigi dopo l'incontro.

Dal canto suo, Li assicura che la Cina "continuerà a espandere l'accesso al mercato per creare più opportunità perché i prodotti di qualità italiani entrino nel mercato cinese". Ma chiede che la parte italiana garantisca "un ambiente per le imprese cinesi equo, giusto e non discriminatorio perché investano e facciano affari nel Paese". Poi, il premier ribadisce che Pechino "è pronta a rafforzare la cooperazione e il coordinamento con l'Italia nel contesto del G20 per salvaguardare la sicurezza e la stabilità delle catene industriali globali e delle catene di approvvigionamento".

MELONI-MODI: "DISCUSSIONE ECCELLENTE"

Meloni interviene ancora alla riunione del Partenariato per le infrastrutture e gli investimenti globali (Pgii), cui partecipa anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden: "Un anno fa ci siamo impegnati a costruire infrastrutture migliori per un futuro migliore in nazioni a basso e medio reddito. Ci siamo impegnati a collaborare con queste nazioni con un approccio egualitario non predatorio per creare nuove opportunità e prosperità. Il nuovo corridoio economico fra India, Medio Oriente ed Europa va esattamente in questa direzione, e il suo obiettivo fondamentale è rafforzare le interconnessioni globali".

"Ovviamente l'Italia è pronta a giocare un ruolo decisivo in questo processo, anche perché le compagnie italiane hanno un'esperienza unica nei settori marittimo e ferroviario - assicura la premier - Vogliamo contribuire a costruire ponti fra il Mediterraneo e l'Indo-pacifico, anche nel campo delle connessioni energetiche e digitali attraverso l'Africa e il Golfo arabico".

Finita la prima giornata di lavori, tutti i leader, accompagnati o meno dai rispettivi consorti, si spostano alla cena di gala offerta da Modi e dalla presidente Droupadi Murmu. Meloni è in abito scuro lungo senza maniche, sulle spalle una stola lilla. Oggi la conclusione del vertice: dopo la visita al memoriale del mahatma Gandhi, si terrà la terza sessione di lavori, "One Future", alla quale la premier interverrà per parlare di transizione digitale e intelligenza artificiale. All'ultima parte del vertice non ci sarà Biden, che ieri ha di nuovo parlato dell'assenza del presidente cinese Xi Jinping: "Sarebbe bello se ci fosse, ma il summit sta andando bene comunque". Dopo la visita al memoriale, il presidente partirà direttamente per il Vietnam, altro Paese con cui Pechino ha irrisolte alcune dispute territoriali e che serve a Washington nell'ottica di contenimento della Cina.

(dall'inviata Maria Grazia Napolitano)

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