Il ragazzo era stato fermato a un posto di blocco. Trentuno arresti, 24 agenti feriti
E' stata una notte di disordini a Nanterre e in altre località della banlieu settentrionale di Parigi, dopo l'uccisione di un 17enne per mano di un agente che lo aveva fermato a un posto di blocco. A Nanterre una folla inferocita ha dato fuoco a bidoni della spazzatura, ad automobili e a una scuola elementare mentre i reparti di emergenza sono stati fatto oggetto dellancio di petardi: gruppi di rivoltosi hanno eretto barricate tra i palazzi ostacolando le operazioni dei vigili del fuoco.
"Un adolescente ucciso è inspiegabile, ingiustificabile", ha commentato Emmanuel Macron Emmanuel Macron ed esprimendo esprimere "l'emozione della Francia intera". "Auspico che la giustizia operi con celerità", ha aggiunto, esortando poi alla calma "perché si possa fare giustizia". "Non c'è bisogno che divampi un incendio", ha affermato ancora.
Un appello "alla calma" è stato lanciato dal ministro dell'Interno francese, Gérald Darmanin. che ha esortato ad attendere l'esito delle indagini, "la verità dell'inchiesta giudiziaria". Quindi ha fatto un bilancio delle operazioni condotte dalla polizia - con il dispiegamento di 1200 agenti - che hanno portato all'arresto di 31 persone e al ferimento di 24 agenti. Una quarantina di auto sono state incendiate. Darmanin ha condannato le violenze urbane ed ha annunciato la mobilitazione di 2mila agenti per questa sera.
I due poliziotti intervenuti per il controllo stradale che si è concluso con la morte del ragazzo sono "esperti" e il loro "fascicolo amministrativo" non segnala alcun tipo di problema, ha aggiunto. I due uomini, uno dei quali è attualmente in stato di fermo per omicidio colposo, hanno "tra i 38 e i 40 anni" e sono assegnati alla Direzione ordine pubblico e sicurezza stradale, all'interno della quale svolgono il loro servizio a bordo di motociclette.
Parlando a nome proprio e a nome del prefetto di polizia Laurent Nuñez "che ha autorità su quegli agenti" il ministro dell'Interno ha annunciato che "prenderà decisioni amministrative di sospensione nel caso della formalizzazione di accuse a carico" dell'agente, che si aggiungeranno alle sanzioni previste dalla giustizia.
Darmian ha parlato di "immagini estremamente scioccanti". "In nessun caso, un gesto che abbiamo visto, se l'inchiesta dovesse confermare i video che abbiamo visto, si giustifica", ha affermato il ministro, citato da Bfmtv.
I disordini sono iniziati ieri sera con una manifestazione davanti alla stazione di polizia di Nanterre e si sono estesi a località vicine. A Mantes-la-Jolie è stato tentato di dare fuoco al municipio: la polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ma ha dovuto ritirarsi. A scatenare i disordini la diffusione del video dell'incidente ripreso dal cellulare di un testimone, e verificato dal canale France Info, che mostra un agente che punta la pistola contro la portiera del conducente dell'auto ferma. Quando il giovane al volante si allontana improvvisamente, l'ufficiale spara a distanza ravvicinata, ferendolo a morte.
L'incidente ha scatenato anche una dura polemica politica. "La pena di morte non esiste più in Francia. Nessun agente di polizia ha il diritto di uccidere se non per legittima difesa", ha twittato il leader di sinistra Jean-Luc Mélenchon, invocando una riforma totale della polizia. Il leader dei Républicains, Éric Ciotti, ha invece espresso il suo sostegno alla polizia. "La notte sarà dura, voi siete i difensori della nostra sicurezza collettiva. Niente giustifica questo caos!" ha twittato.
La madre dell'adolescente rimasto ucciso ha intanto lanciato un appello attraverso Tik Tok invitando tutti a prendere parte ad una "marcia bianca" per il figlio, a Nanterre domani alle 14, con partenza dalla prefettura Hauts-de-Seine. "Mi presento, mi chiamo Mounia, la madre di Nael, che è morto a Nanterre, il piccolo di 17 anni. Sono sua mamma. Appuntamento giovedì alla prefettura alle 14. Marcia bianca. Venite tutti, sarà una rivolta, per favore", "per mio figlio".
Anche il sindaco di Nanterre invita alla calma e a tutelare "i beni di proprietà comune" della città: dopo la morte di Nahel, il primo cittadino Patrick Jarry ha deplorato il fatto che "diversi edifici pubblici e privati, (...) tra cui una scuola e un centro ricreativo" abbiano subito "un notevole degrado, ovviamente inaccettabile e in alcuni casi irreparabile". Jarry ha descritto una città che "si è svegliata sotto shock, danneggiata, sfregiata e preoccupata da questa ondata di violenza". "Fermiamo questa spirale distruttiva. Proteggiamo i nostri quartieri, i nostri beni comuni che insieme abbiamo faticato tanto a costruire e ristrutturare", ha affermato.
Con la morte di Nahel "Nanterre ha vissuto uno dei giorni più terribili della sua storia", ha dichiarato il sindaco, che ha poi definito "devastanti" le immagini della sparatoria. "Vogliamo giustizia per Nahel", ha dichiarato.