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Trump nomina Susie Wiles Chief of Staff, prima donna a ricoprire incarico

Co-presidente della campagna del tycoon, è considerata la vera regista della sua vittoria. Conquistato anche il Nevada, prima volta di un repubblicano dal 2004

Susie Wiles e Donald Trump - Afp
Susie Wiles e Donald Trump - Afp
08 novembre 2024 | 09.24
LETTURA: 3 minuti

Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ha nominato Susie Wiles sua Chief of Staff alla Casa Bianca. Co-presidente della campagna di Trump e considerata la vera regista della sua vittoria, Wiles sarà la prima donna a ricoprire il ruolo di capo di gabinetto della Casa Bianca, ovvero il più importante membro dell'ufficio esecutivo del presidente americano.

''Susie Wiles mi ha aiutato a ottenere una delle più grandi vittorie politiche nella storia americana ed è stata parte integrante delle mie campagne elettorali sia nel 2016, sia nel 2020'', ha scritto Trump in una nota. ''Susie è tenace, innovativa, intelligente, rispettata e ammirata da tutti'', ha proseguito Trump, sottolineando che ''Susie continuerà a lavorare senza sosta per 'Make America Great Again'''. Insomma, ha detto Trump, "non ho dubbi che renderà orgoglioso il nostro Paese".

Trump vince anche in Nevada, prima vittoria repubblicana dal 2004

Trump si aggiudica intanto anche il Navada, conquistando uno Stato che aveva perso sia nel 2016, sia nel 2020. Lo riferiscono la Nbc News e la Cbs. Trump portando il suo collegio elettorale a 301 voti, contro i 226 di Kamala Harris. E' la prima volta che un candidato repubblicano vince in Nevada dal 2004.

Migliaia di manifestanti anti Trump a Washington il 18 gennaio

Decine di migliaia di persone sono intanto attese a Washington il 18 gennaio, due giorni prima dell'Inauguration Day, la cerimonia di insediamento del nuovo presidente americano, per protestare contro Trump e le priorità politiche che, hanno riferito gli organizzatori, comprometteranno i diritti delle donne, degli immigrati, della comunità Lgbtq+ e delle minoranze razziali e religiose. Lo scrive il Washington Post spiegando che la manifestazione, chiamata "People's March on Washington", è stata indetta da organizzazioni per i diritti civili, per la giustizia razziale e la salute riproduttiva, tra cui la Women's March e Abortion Access Now, Planned Parenthood e il National Women's Law Center.

Gli organizzatori stimano che a scendere in piazza saranno circa 50mila persone. Secondo il Washington Post gli attivisti di sinistra stanno cercando di convertire i manifestanti occasionali in un'opposizione più organizzata all'Amministrazione Trump.

I dettagli esatti della marcia del 18 gennaio sono ancora in fase di pianificazione, ma gli organizzatori hanno affermato al Washington Post che le persone sono motivate a partecipare da una serie di questioni, tra cui i diritti all'aborto, il cambiamento climatico, la parità di retribuzione e il congedo parentale retribuito garantito a livello federale, salari equi, prevenzione della violenza armata, un piano che accoglie gli immigrati negli Stati Uniti e fornisce un percorso verso la cittadinanza.

"Stiamo organizzando una marcia per continuare a lottare per la nostra libertà, le nostre famiglie, il nostro futuro e anche per assicurarci che sia chiaro di fronte al crescente autoritarismo che non ci arrenderemo preventivamente", ha affermato Rachel O’Leary Carmona, direttrice esecutiva della Women’s March, aggiungendo che sono previste marce gemelle in tutto il paese. "La gente potrebbe essere triste e la gente potrebbe essere esausta", ha detto Timmaraju, che è anche presidente e amministratore delegato di Reproductive Freedom for All. "Ma questo non impedisce loro di dire, 'Cosa c'è dopo? Voglio combattere'", ha concluso.

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