Si terranno domenica in Moldova le elezioni presidenziali e il referendum non vincolante sull'adesione all'Unione europea in vista del voto, ben più a rischio e decisivo per il futuro per il Paese, per le legislative nel 2025. La comunità moldava in Italia, la più numerosa in un Paese europeo, avrà la possibilità di votare in 66 località. Sfidano la Presidente uscente, la filo occidentale Maia Sandu favorita nei sondaggi, altri dieci candidati, tutti con legami con Mosca anche se a diversi gradi, anche se dal febbraio del 2022 nessun esponente politico in Moldova ammette più esplicitamente posizioni filorusse.
Fra gli sfidanti con maggior probabilità di arrivare al turno di ballottaggio con Sandu vi è Alexandr Stoianoglo, ex Procuratore generale, costretto a dimettersi per corruzione poco dopo l'arrivo di Sandu come Presidente nel 2020, anche se in seguito una sentenza della Corte europea dei diritti umani ha sancito la violazione del suo diritto a un giusto processo. Per il candidato del Partito socialista è importante mantenere relazioni positive con Mosca ma neanche lui si dice contrario all'integrazione della Moldova con l'Ue. Dovrebbe ottenere il 10-11 per cento dei voti, contro il 30-40 per cento previsto per Sandu, indicano i sondaggi più recenti.
Il voto di domenica è importante nel Paese tradizionalmente spaccato fra filo russi e filo europei anche perché consentirà di capire quanta influenza reale abbia ancora la Russia. Il 63 per cento dei moldavi si dice favorevole a una maggiore integrazione all'Unione europea ma solo il 52 per cento pensa che la maggioranza dei suoi concittadini sia filoeuropea, una distorsione che conferma la persistente potenza della narrativa russa nell'ex repubblica sovietica della Moldova. Se l'esito delle presidenziali sembra segnato, quello del referendum è più volatile.
Dopo questi anni di presidenza Sandu e dopo l'invasione dell'Ucraina da parte delle forze di Mosca, e l'enorme flusso dei profughi ucraini arrivato anche in Moldova, l'asse politico ed economico di Chisinau si è spostato verso l'Europa. Ma Mosca ha investito - fino all'equivalente di 100 milioni di euro, si dice - in propaganda, con molta disinformazione dal carattere misogino contro la prima Presidente donna del Paese e le altre donne al governo, con acquisto di voti, diffusione di notizie false per influenzarne l'esito e anche la sponsorizzazione di possibili azioni come il sequestro di edifici pubblici nel giorno in cui saranno aperte le urne.
Gli obiettivi di Mosca sono quelli far deragliare il processo di integrazione della Moldova nell'Ue e avere una maggior influenza dopo le elezioni legislative del prossimo anno, più che la vittoria di un suo candidato al voto per le presidenziali. Nel lungo termine, Mosca auspica ancora di completare il controllo su parte dell'Ucraina e quindi di recuperare sotto la sua sfera di influenza anche la Moldova.
Una rete legata a Mosca avrebbe coinvolto 130mila elettori, il dieci per cento di coloro che normalmente vanno a votare, per votare 'no' al referendum e sostenere altri candidati che non siano Sandu alle presidenziali. Il Cremlino nega ma precisa che in Moldova sono in molti a volere relazioni positive con Mosca, denunciando che a loro viene negato il diritto di scegliere giornali e politici preferiti.
Fra gli attori filo russi più attivi in Moldova anche dall'estero, l'unico fra l'altro a continuare a sostenere apertamente una posizione favorevole a Mosca, vi è il tycoon Ilan Shor, ora residente in Russia, contro cui nel suo Paese è stato spiccato in contumacia un mandato di arresto e una condanna a 15 anni di carcere per frode, per aver rubato centinaia di milioni di euro di fondi pubblici. Sarebbe stato lui a trasferire il denaro, diversi milioni di euro, necessario per acquistare voti.
E' stato lui a far pubblicare su Facebook centinaia di 'fake' contro Sandu in post visualizzati 155 milioni di volte, come ha scoperto l'ong "#ShePersisted". E sempre lui, secondo la denuncia del capo della poliziaViorel Cernauteanu, a far tappezzare le strade di Chisinau con il poster 'No Ue' in russo e in rumeno. Shor ha anche promesso 28 dollari a chiunque si iscriverà al canale Telegram "Stop EU" che è poi stato sospeso dalla piattaforma per violazione delle norme locali.
Alle elezioni di domenica si presenta come indipendente Irina Vlah, l'ex governatrice della regione autonoma meridionale della Gagauzia, sulla cui vicinanza a Mosca non ci sono dubbi, non fosse altro che per le sue frequenti missioni in Russia anche dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina. Anche se ora Vlah, ritratta al fianco di rappresentanti di Shor in diverse occasioni, sostiene di non essere sfavorevole a un processo di integrazione nell'Ue. Non dovrebbe tuttavia prendere più del sei per cento dei voti. La nuova governatrice della Gagauzia è Evghenia Gutul, sostenuta da Shor così come il partito Vittoria.
Si presenta con una piattaforma favorevole ai rapporti con Mosca anche il candidato del partito Futuro della Moldova, l'ex Premier Vasile Tarlev, a capo del gruppo "Amici della Russia in Moldova" e considerato un protetto di Shor che ha preso il controllo del Partito della Rinascita che Tarlev aveva fondato nel 2012. Ma il politico non è accreditato di più del 2 per cento dei voti domenica. Fra gli altri in corsa, il leader di "Nostro Partito", Renato Usatii, con il 6,8 per cento dei voti previsto, l'ex Premier Ion Chicu, nominato dal Partito per lo sviluppo e il consolidamento della Moldova, al 3 per cento e la giornalista Natalia Morari, all'uno. Tutti, hanno avuto contatti in passato con l'elite russa. Alle presidenziali non dovrebbero porre problemi, ma alle legislative rischiano di sottrarre al Partito di Sandu 'Azione e solidarietà' la maggioranza necessaria per governare.
Sandu si ripresenta per un secondo mandato e ha promosso il referendum in cui chiede il "si" dei suoi connazionali all'avvio di negoziati di adesione all'Unione europea, per iscrivere nella costituzione l' 'obiettivo strategico' del percorso europeo. La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, in visita a Chisinau la scorsa settimana, ha promesso 1,8 miliardi di euro in sostegno finanziario a Chisinau.
In Moldova vivono 2,8 milioni di persone. Il Paese non acquista più gas dalla Russia (per acquistarlo sul mercato rumeno) dopo 30 anni di dipendenza totale. Il gas russo ora fluisce solo in Transnistria, la regione isolata dall'inizio degli anni Novanta, con 'caschi blu' russi a fare da forza di interposizione ma anche, da due anni, molti sfollati ucraini a cambiare la narrativa (anche se il resto del Paese continua a ricevere elettricità dalla centrale elettrica di Cuciurgan in Transnistria che è alimentata dal gas che Mosca trasferisce gratuitamente alla regione indipendentista). La Russia ha smesso di coltivare un sostegno genuino nella società moldava, anche sul fronte dell'influenza commerciale. I prodotti agricoli e vitivinicoli esportati hanno invertito la direzione.
La vera battaglia sarà quindi quella delle legislative: dopo la vittoria del 2021 Azione e solidarietà avrà più difficoltà, stando ai sondaggi, a mantenere la maggioranza in Parlamento. L'appuntamento quindi, più che a dopo il voto di ballottaggio, sembra rinviato al 2025. La vittoria del no al referendum, o la sua invalidità perché non hanno votato almeno il 30 per cento degli aventi diritto, darebbe forza alla voce di Mosca nei prossimi mesi.