"Per 17 mesi è stato una rara forza unificante, ma è un leader a tempo e al Paese serve stabilità"
"Vertiginose turbolenze politiche" stanno attraversando l'Italia dopo le dimissioni rassegnate dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. Così si apre l'articolo che il Washington Post dedica alla crisi italiana, sottolineando come "ci sono evidenti ragioni" per cui il nostro Paese "trarrebbe vantaggio dal mantenere intatto il suo governo ancora per un po'" alla luce delle importani scadenze dei prossimi mesi, dall'approvazione della legge di bilancio alle riforme necessarie per ricevere i fondi del piano europeo per la ripresa dalla pandemia.
"Draghi, se si riuscirà a convincerlo a restare, potrebbe rimettere insieme le cose con l'ennesimo voto di fiducia, legato esclusivamente all'esistenza del governo", prosegue il giornale, ricordando come il presidente Sergio Mattarella, che ha respinto le dimissioni di Draghi, abbia in questi anni dato dimostrazione di "abilità" nel fare appello "al senso di responsabilità nazionale".
In vista dell'atteso discorso che l'ex numero della Bce pronuncerà mercoledì in Parlamento, il Washington Post evidenzia che i prossimi saranno giorni di "negoziati dietro le quinte tra i partiti" che porteranno a una qualche forma di "pacificazione" o a una "rottura netta".
"Draghi - scrive il quotidiano statunitense - per 17 mesi è stato una rara forza unificante nella politica italiana", alla guida di un'ampia coalizione che va da destra a sinistra, ma "quell'unità ha vacillato quando le preoccupazioni per la pandemia sono state sostituite da quelle per l'inflazione, la siccità record e la guerra in Europa", mentre "alcuni partiti politici" percepiscono che potrebbero avvantaggiarsi dalle elezioni anticipate.
"Anche se l'Italia trova una soluzione, è a breve termine. Draghi è sempre stato un leader a tempo, anche se con un peso significativo", rimarca il Washington Post, ricordando le elezioni del prossimo anno. "L'Italia ha bisogno di un nuovo presidente e di un governo stabile. Mario Draghi non può essere la risposta a entrambi", è il giudizio del giornale.